CHAPTER 35

308 17 36
                                    

Playlist:

• Fourth Of July - Sufjan Stevens
• First Love / Late Spring - Mitski
• New Person, Same Old Mistakes - Tame Impala
• Bitter Sweet Symphony - The Verve

Cassie aprì il solito cassettone sotto il letto, le merendine erano ancora sistemate in maniera assolutamente ordinata, ma ne mancava qualcuna. Ne aveva offerte un paio a Sidney e ogni tanto le aveva lasciate sparse per casa, non voleva mangiarle ma prima che finisse l'inverno doveva assolutamente finirle. Solamente due erano finite nel suo stomaco: le aveva mangiate con Jenkins, un pomeriggio mentre erano da soli. Aveva deciso di mostrargli il suo bottino nascosto e invece che giudicarla, guardarla male, se n'era uscito con un "posso mangiarne una?". Cassie si era messa a ridere, e lui le aveva detto che fosse bellissima mentre rideva. Allora aveva deciso di scartarne una anche lei, solo per fargli compagnia. Alla fine se l'era mangiata e il giorno dopo ne aveva aperta un'altra solo per riprovare quella sensazione così felice, ma non era stata la stessa cosa. Aveva infatti vomitato tutto, dopo. Mentre il fratellastro frignava nella culla ed era impossibile sentire i versacci che le venivano fuori ogni volta che spingeva le dita in gola.

Quando finì si asciugó le lacrime dal viso e fece in modo di dimenticarsi perchè avesse pianto. Stava per arrivare Sidney. Abbassó la tavoletta e si lavó le mani, poi con lo spazzolino pulì bene i denti e la lingua. I capelli mossi le cadevano gonfi sulle spalle, le facevano sembrare il visino pallido ancora più fragile. La maglietta di cotone le scendeva larga sulle braccia e finiva slabbrata sui polsi, le aveva rovinate tutte a furia di tirarseli dal nervoso.

Sentì il campanello, il compagno della madre le urló di aprire, e di non fare troppo casino perchè stava cercando di far addormentare suo figlio. Cassie raccolse il cappotto dal letto e si mosse leggiadramente verso l'ingresso, aprì la porta così lentamente che Sid si chiese se non fosse arrivato al momento sbagliato.

Ggli fece segno di rimanere in silenzio, portandosi l'indice davanti alla bocca mentre avanzava oltre l'uscio di casa. Lui fece come gli aveva detto, aspettó che tornasse a sorridergli e poi allungó una mano per sfiorarle le dita, Cassie non amava essere toccata. Solo per darle un bacio ci aveva messo così tanto che se ci ripensava stava male, ma Sidney era uno che sapeva aspettare: e poi aveva i suoi tempi anche lui, non era come Alex, non sapeva essere quello strafigo. Lui prendeva le cose come venivano e cercava di mantenere sempre la calma, viveva nella tranquillitá più assoluta: quando aveva capito che suo padre fosse un violento non aveva soppresso qualsiasi emozione come invece si era costretto a fare Alex con la madre. Sidney respirava lentamente e pensava che prima o poi se ne sarebbe andato, che se si fosse fatto prendere dalla rabbia sarebbe diventato come lui: un mostro.

Per questo Alexander ci teneva così tanto all'opinione del suo migliore amico, era l'unico che potesse dirgli di mantenere il controllo, di non diventare la bestia che gli logorava a volte l'anima.

Camminavano lentamente, lui seguiva il suo passo. « Come è andata con Gea? »
« L'hanno assunta, lo sapevi che la madre di Michelle lavora lì? »
« No, non ne avevo idea. Non sapevo neanche lavorasse in un locale. Strano che non l'abbiate mai vista, frequentate tantissimo quel posto. »
« Si, ma principalmente la sera. Lei fa i turni di giorno. »
« Oh, ho capito. » Raccolse le dita di Sid tra proprie, si avvicinó al suo corpo e lui ne approfittó per accarezzarle il palmo della mano. Lei rabbrividì, le piaceva quando la sfiorava in quel modo. « Quindi ora sta con Alex? »
« Si, cioè escono insieme. »
« Sono molto dolci. »
Sidney alzó le sopracciglia. « Dolci? Loro due? » Aveva potuto vedere il modo in cui quell'idiota del suo migliore amico la trattasse, e anche il gioco strano che usassero per non dirsi le cose. Erano complici, a volte parevano due migliori amici e il secondo dopo gli amanti più passionali del mondo. Ma dolci non era esattamente la parola che avrebbe usato per descriverli.
« Si, cioè magari non lo fanno vedere, peró secondo me sono dolci. » Tanta gente pensava che Cassie fosse un po' svitata, lui invece era convinto che ci vedesse più lungo di tutti.
« Alex non le ha ancora detto di Michelle. »
« Beh, forse ha paura. »
« È proprio terrorizzato. »
« Dovresti stargli vicino. »
Lui strinse le labbra, piegó il capo verso il basso e si pentì di avergli fatto la ramanzina qualche giorno prima. Solo che odiava mentire a Gea, quella situazione stava mandando fuori di testa anche lui, la persona più calma del mondo. « Si, solo che quando Ligeia lo scoprirà... »
Cassie alzó le spalle ossute da sotto il cappotto pesante. « Starai vicino anche a lei, è l'unica cosa che puoi fare. » Inclinó il capo, Sidney si fermó per guardarla negli occhi. Era bellissima, e così fragile che si sentì un verme per averla torturata con i suoi problemi. Sarebbe dovuto essere lui a farla stare meglio, non il contrario. Le sorrise e fu grato al destino di avergliela fatta incrociare, seguire su instagram per sbaglio. « Menomale che ci sei tu. »
Cassie arrossì, quello che Sidney non sapeva era che ogni volta che la faceva sentire in quel modo lei stesse meglio; tutte le volte in cui la faceva sentire indispensabile, quando le dava le attenzioni che nella sua famiglia non esistevano più. Lei gli posó una mano sul petto e lui capì che non le avrebbe dato fastidio se l'avesse baciata, avevano un modo di comunicare tutto loro: Sidney aveva pazientemente imparato a comprendere lo strano modo di Cassie di mandare segnali, le leggeva la tristezza negli occhi e sapeva intendere quando non volesse essere sfiorata.

No BusesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora