CHAPTER 19

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La vita di Sidney Jenkins era stata difficile dall'inizio, da quando aveva aperto per la prima volta gli occhietti scuri tra le braccia della madre. Da quando aveva iniziato a piangere di notte per la fame e il padre aveva capito subito che odiasse ogni cosa di quel neonato. Aveva fatto diventare sua moglie sformata, le aveva rovinato il fisico sinuoso, il viso sereno e i capelli sempre in ordine. Da quando Sid era nato, Natalie aveva occhi solo per lui, a pranzo non era quasi mai pronto quando ce n'era bisogno perchè lei doveva far mangiare il figlio, il pomeriggio non riusciva a riposare e la sera non facevano l'amore. Il risentimento che covava nello stomaco crebbe sempre di più, quella creatura strillante gli aveva rubato la vita e la felicità. Non provava gioia quando la vedeva dormire sereno, quando sorrideva e allungava verso l'alto le manine paffute, ignaro del mostro a cui stesse chiedendo attenzioni.

Fred Jenkins era un uomo che non avrebbe mai dovuto avere figli, Sidney era stato cosí sfortunato da averlo come padre.
Aveva subito in silenzio per tutta la vita le botte, non aveva mai osato sperare in un briciolo d'amore da parte sua. Non sapeva cosa significasse avere un genitore diverso fin quando, a scuola, non vide quelli degli altri: allora realizzó che la sua vita non fosse giusta, che non tutti conoscevano la sua normalità.
Non disse mai niente, per paura di essere considerato diverso, perchè non avrebbe saputo che spiegazione dare. E se fosse colpa mia?

Reagí la prima volta a dodici anni, il padre aveva deciso di usare la pagella insoddisfacente per prendersela con lui ma sua madre s'era mezza in mezzo. Non farlo, cosí lo fai arrabbiare di più. Avrebbe voluto urlarlo, ma dalle labbra non gli usciva fuori niente: rimase immobile con le braccia magroline stese lungo i fianchi esili e lo sguardo impaurito. Ebbe perfino paura di essersela fatta sotto, non riuscí comunque a muoversi per abbassare il capo e controllare.

Stava per sferrargli un ceffone sul viso, il primo di una lunga serie ma non lo toccò mai quel giorno. Natalie si mise in mezzo e i pugni se li prese lei, Sid avrebbe voluto dirle di togliersi dai piedi, perchè l'unica cosa che il padre odiava di più del piccolo Jenkins era quando sua madre lo difendeva, l'istinto materno che lo trafiggeva ogni volta che lo guardava negli occhi.

La fece cadere a terra con un colpo secco sul viso, lei non riuscí neppure ad alzarsi subito ma quella scena tremenda non fece pietà al mostro. Si avventò con un grugnito su di lei. « Guarda cosa mi fai fare! » Era incazzato con il figlio, era incazzato con lei perchè lo difendeva e con se stesso perchè faceva schifo ma non riusciva ad essere diverso. Si chinò e la prese per i capelli, la trascinò qualche metro sulla moquette polverosa e poi la lasciò nel modo più violento che potesse. Battè la testa contro lo spigolo del tavolino in salotto, Sid ebbe paura che l'avrebbe ammazzata se avesse continuato in quel modo.
Si asciugò le lacrime e decise di sotterrare la paura, trovò un coraggio che non era giusto dovesse avere un bambino della sua età e corse in cucina per cercare qualcosa con cui colpire il padre. Non voglio ucciderlo. In realtà non lo sapeva neppure lui cosa volesse, recuperò un coltello e iniziò ad urlare.
« Lasciala! » La signora Jenkins non ebbe più paura di morire, non temeva più la sua fine, ma quella di Sid. « Sid vai in camera tua! »
Lo ammoní come se avesse fatto qualcosa di realmente sbagliato, quello rimase talmente impaurito che lasciò cadere il coltello a terra e scappò via, fuori.

Quella notte si era sentito esattamente come lo stesso ragazzino di dodici anni che non era riuscito a difendere sua madre. Solo che adesso di anni ne aveva diciassette e gli veniva più facile non ascoltare Natalie mentre gli urlava di andarsene, di scappare. L'ombra del padre avanzava sul muro sovrastandolo e annunciando paurosamente l'arrivo del mostro, mentre Sidney cercava di trattenere il coltello stretto tra le dita deboli e tremanti. Sapeva di essere ormai abbastanza grande da poterlo ammazzare, se avesse voluto avrebbe potuto togliergli la vita mentre era ubriaco e incapace di difendersi ma non lo faceva mai. Il piccolo Jenkins viveva schiacciato da quell'uomo orrido e prepotente, era il male personificato e lui ci viveva insieme.

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