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Domenica e Lunedì erano stati giorni di vacanza, approfittando del ponte del 25 aprile. Decisi in quei giorni di approfittarne per dare notizie al mio professore su come stesse andando lo stage e per darmi un'occhiata intorno per cosa avrei voluto fare una volta finito il serale. L'esperienza ad Amici sicuro mi stava insegnando tanto, ma non mi trovavo benissimo con la produzione.
A parte Lisa mi sembrava che tutti fossero totalmente distaccati emotivamente dai ragazzi e che li usassero come pedine di gioco per gli ascolti.

Ovviamente era importante anche combinare gli elementi per far avere successo al programma, ma mi sarei aspettata comunque un comportamento più umano da parte del personale. Si trattava comunque di ragazzi che avevano passato mesi e mesi chiusi in quella casa e continuamente ripresi dalle telecamere. Credo davvero che se fossi stata io al loro posto sarei seriamente impazzita dopo appena un mese. Sicuramente ci voleva che qualcuno pensasse a portare a questi ragazzi un po' di leggerezza. Iniziai a pensare se ci potesse essere un modo...

Martedì.

La produzione mi aveva fatto vedere i tentativi dei ballerini della casetta di convincere Nunzio che ci sarebbe stata una gara di improvvisazione organizzata dalla Celentano in cui avrebbe dovuto ballare in Culotte. Mi aveva fatto morire innanzitutto la voce impastata di sonno e totalmente svogliata quando gli avevano comunicato questa cosa, ma anche come, testardo come un siciliano può essere, non aveva creduto neanche per un istante a quello scherzo. 

Data sin dall'inizio la poca credibilità che l'organizzazione di una gara aveva suscitato in Nunzio, andai dal direttore e da Maria per proporre un'idea. Rosy, vedendomi avvicinare a loro, si unì alla discussione per non rimanere in disparte. 

Iniziai a proporre la mia idea:

"I ragazzi mi sembra che vogliano avere tutti un po' di distrazione. Sarebbe carino organizzare seriamente una gara tra loro, ma giusto per ridere e dargli un po' di allegria e un passatempo". 

"Continua pure, Carmen", mi incoraggiò Maria. 

"Ecco... pensavo che si poteva provare a proporre a Nunzio e a Michele una gara di coordinazione scegliendo un balletto semplice ma veloce e con tanto da memorizzare in poco tempo. Volendo se a qualcun altro interessa si potrebbe estendere la gara"

"Avevi già in mente qualcosa?"

"Avevo visto da piccola in televisione le repliche del balletto "Testa Spalla" di Don Lurio", sorrisi. "Potrebbe farli uscire fuori di testa e sono sicura che sarebbe spassosissimo perchè da un lato avremmo Michele, più posato, cimentarsi in questa cosa, e dall'altro Nunzio che sono sicura ci riserverà sorprese. Poi Maria potrebbe decidere una punizione e un premio in base a come va la gara".

Rosy dopo aver ascoltato sbuffò e disse: "Carmen, siamo nelle fasi finali del programma, non mi sembra il caso di far fare queste cose ridicole ai ragazzi, che già mi sembrano stanchi".

Mi ero davvero stufata di Rosy che cercava di troncarmi tutte le idee sul programma, quindi stavolta decisi di non ignorarla e ribattei convinta: 

"Io credo invece che i ragazzi non aspettino altro di distrarsi per una mezzoretta al giorno dei ritmi del serale per fare qualcosa in gruppo che li unisca e li faccia divertire. E poi tu sei molto dedita a controllare gli ascolti e utilizzare "Nunzietto", penso che questo sia un modo efficace per alzarli".

"Ma si Rosy in fondo non è una cattiva idea", continuò il direttore.

Rosy mi guardò in cagnesco, ma decise di non insistere nella sua battaglia contro di me.

"Bene", disse Maria, "Allora direi che si potrebbe fare già domani. Se vuoi posso anche lasciar pensare a te sul premio e punizione in palio, adesso devo proprio scappare per fare la registrazione di Uomini&Donne"

"Va bene", le dissi. Anche se non avevo idea di cosa avrei proposto.

Ma mi venne subito un'idea. Andai a controllare i turni di Nunzio e vidi che in quel momento stava per finire di ballare con Umberto in sala 4. Cercando di non farmi notare e prima che qualcuno tra Rosy e Lisa mi fermasse, mi diressi dritta dove era lui. 

Lo intravidi dal vetro della porta della sala perfezionare alcuni passi del flamenco. Lo vedevo concentratissimo guardare il movimento dei piedi per correggere ogni minimo errore. Si vedeva che era stanco e che aveva lavorato molto, ma la sua determinazione era implacabile. Finito l'orario salutò Umberto e uscì dalla stanza, trovandomi sorridente. 

Non potevo dire che lui fosse allegro come al solito. Era la prima volta che ci vedevamo dalla nostra discussione. Semplicemente con indifferenza si sistemò i capelli, si sistemò meglio il borsone sulla spalla e mi disse:

"Dove mi devi accompagnare?"

"Mi sono presa la libertà di portarti in casetta oggi"

"Mmmh okay"

"Bene, andiamo!"

Uscimmo dal building. Lo guardavo, nonostante la sua indifferenza sapevo che non aveva la stessa sicurezza e spavalderia del solito. Anzi, stavolta mi sembrava proprio in difficoltà.

"Mi è dispiaciuto per il tuo amico, LDA. Mi sembra una bella persona".

"Si, Luca è straordinario"

"Mi ha raccontato del vostro rapporto e... devo dire che ci teneva a dirmi certe cose di te che mi hanno fatto pensare"

"Ma non mi dire", mi disse sbuffando. "Di che altro adesso ti devi pentire dell'avermi conosciuto?".

"Non mi pento affatto di averti conosciuto, Nunzio", gli dissi fermandomi e guardandolo negli occhi.

Lui si girò verso di me stupito. Continuai:

"Avevi ragione. Ho esagerato la situazione. Mi sono fatta dei discorsi mentali su di te senza neanche averti dato la possibilità di smentire le convinzioni che altri avevano su di te. Qualunque cosa tu decida, in qualunque modo tu ti vorrai comportare con me, ti prometto che non mi farò più influenzare dagli altri e che quando sarà il momento di conoscerci sul serio partirò senza pregiudizi". Ci tenevo a fargli questo giuramento.

Lui continuò a camminare con lo sguardo fisso davanti a sé, ma stavolta con aria soddisfatta. Mi disse comunque:

"Ci penserò", sorridendo maliziosamente

"Sei impossibile", gli dissi. "Mi devo prostrare ai tuoi piedi per scusarmi?", gli dissi accennando un inchino.

"Sono abituato a questi e ad altri trattamenti", disse ridendo.

Poi facendosi serio mi disse. "Hai ragione, sono impossibile. Proprio come te. Ed é questo che mi frega".

Dietro le telecamereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora