Contatto fisico

754 18 2
                                    

Da quando Adele era entrata nella sala delle visite Filippo non era riuscito a toglierle gli occhi di dosso, non ascoltava i suoi familiari che parlavano, era troppo distratto dal chiedersi cosa ci facesse lì Wanda Di Salvo e temeva che Adele fosse in pericolo. "Abbiamo comprato una casa qui a Napoli, così possiamo venire a farti visita più spesso." Disse la madre di Filippo "Magari quando danno il permesso per uscire a te e ai tuoi amici possiamo organizzare una festa nella nuova casa." Disse sua sorella senza ricevere alcuna risposta da parte del fratello "Filo, tutto ok? Ci sei?" Lui tornò a guardare sua sorella come se cadesse dalle nuvole "Si, sembra grandioso. Faremo in modo di farci mettere la giornata di permesso nello stesso giorno." Rispose e subito tornò a vedere cosa facesse Dedè. Vide Wanda mettere una mano sul tavolo e intravide una lama, immediatamente si allarmò. Non poteva far vedere a tutti che se ne era accorto, anche se avrebbe tanto voluto alzarsi in piedi, prendere per mano Adele e allontanarla dalle grinfie di quella vecchia megera. Si era fatto un'idea sbagliata di lei la prima volta che l'aveva vista, pensava che fosse una piccola mafiosa come il resto dei suoi parenti e invece lei era come Carmine, non era come loro, era buona ed era sempre triste, avrebbe fatto di tutto per vedere un suo sorriso, da quando era arrivata all'IPM non aveva mai osato ridere. Il pensiero costante di accudirla e renderla felice lo allontanava un po' dal ricordo di Naditza che, però, continuava ancora a perseguitarlo, continuava a chiedersi se sarebbe tornata. Filippo si accorse che Adele aveva preso quella lametta, aveva detto qualcosa e aveva annuito e il suo sguardo sembrava convinto e determinato come non lo era mai stato, capì immediatamente che Adele aveva intenzione di fare un errore irrimediabile e si sentì in colpa per questo. Aveva lasciato che venisse manipolata da quella strega di Viola, che Rosa la picchiasse e la aveva pure respinta e insultata tante volte. Doveva impedire che quella brutta gente cambiasse per sempre la sua Dedè, anche lui, come lei, la trovava inestimabile e non doveva essere rovinata da nessuno. Tutto ciò che più temeva, però, stava accadendo sotto i suoi stessi occhi. Doveva parlarle il prima possibile, cercare di convincerla.

Adele stava già escogitando un piano per uccidere Rosa, la settimana successiva sarebbe stato il suo turno di pulire il retro del cortile, doveva semplicemente sgattaiolare via senza che nessuno ci facesse caso, una volta nel retro sarebbero rimaste sole e lì l'avrebbe colpita, un colpo secco in un punto letale, lo stesso punto dove era stato colpito Ciro Ricci dal Chiattillo. Quando Wanda andò via non osò dare un abbraccio o un bacio alla figlia, si limitò a dileguarsi con il suono dei cancelli che sbattevano, eppure Adele quell'abbraccio lo avrebbe voluto tanto. Aveva avuto solamente due momenti di contatto fisico in quel lungo periodo, un abbraccio con Filippo che era stato bruscamente respinto dopo poco tempo e quello del giorno precedente, quando Filippo l'aveva trovata accasciata a terra, le aveva toccato le spalle, voleva abbracciarla, erano vicinissimi e in mezzo a tutto il caos che Adele aveva nella testa provò un piccolo brivido, pensò a quanto sarebbe stato bello se non fosse scappata via, magari sarebbero rimasti tanto vicini per un po' e lei si sarebbe sentita ancora una volta a casa. Pensando al Chiattillo le venne in mente che anche lui era nella sala delle visite e che probabilmente aveva visto lei che prendeva la lama, decise di fare finta di niente, di negare tutto se le avesse detto qualcosa, di essere disinvolta, come se non fosse mai successo nulla. In cortile si mise a sedere nella solita panchina, come sempre, ma con una luce diversa negli occhi e questo Filippo lo aveva notato da un po'. Si avvicinò a lei, proprio come temeva. Nei dintorni c'erano altri ragazzi e ragazze e avrebbero sentito qualsiasi cosa della loro conversazione "Dedè, devo parlarti." "Che c'è, Chiattì? Parla." "Non qui." "Perché no? Dai avanti parla." Era molto serio, senza darle retta le afferrò delicatamente il polso e la fece alzare "Stai scherzando?" La tirò tenendola per mano fino ad un angolo distaccato del cortile, Adele sapeva cosa volesse dirle il Chiattillo e non era contenta della cosa ma il fatto che la stesse tenendo per mano la faceva impazzire, voleva che non finisse mai e sentiva il suo cuore accelerare sempre di più. "Che ci faceva tua madre qui?" "È venuta a dirmi che Ezio sta bene. Tutto qui." "Tutto qui? Guarda che ho visto tutto, Dedè. Tua madre non è venuta qui per niente, non ti ha nemmeno dato un abbraccio." "Questi non sono affari tuoi." Filippo abbassò la voce "Ti ho vista prendere la lama." Adele a quel punto non sapeva più come difendersi, che scusa inventare, rimase in silenzio, apriva la bocca cercando di dire qualcosa ma le parole svanivano poco prima di uscire "Dammi la lama, Dedè. Dai, avanti." "Non posso dartela." "A che ti serve?" "A niente." "Ti sembro stupido? A che ti serve?" "Devo uccidere Rosa." "Dedè...Non lo farai, vero?" "Lo farò eccome." "Perché? Tu non sei così. So che non sei così." Con una mano le accarezzò una guancia, Adele per un attimo si sentì scoppiare il cuore, venne travolta da improvvise vampate di calore e non si era accorta di essere diventata paonazza. Anche Filippo sentiva il suo viso bollente sotto i polpastrelli "Tutto bene? Sei tutta rossa." Il Chiattillo sapeva che forse in quel modo sarebbe riuscito a convincerla, ci stava riuscendo. Adele per un secondo non pensò a niente che non fosse la tranquillità che quel tocco gentile le aveva dato, nessuno le aveva mai fatto una carezza da quando ne aveva memoria. Subito, però, tornò in se e allontanò la mano di Filippo dalla sua faccia a malincuore "Dammi la lama, mi prenderò io la responsabilità." "No, Chiattì. Io sono convinta. Ucciderò Rosa Ricci. Mi sono stancata di essere maltrattata da tutti, di non ricevere un minimo di amore da nessuno. Almeno così sarò apprezzata dalla mia famiglia ed Ezio non mi ucciderà. E poi la gente mi detesta solo per il nome, senza motivo, tanto vale dare loro retta." "Sai che non te lo lascerò fare, vero?" "Non metterti in mezzo, Chiattì. Non cercare di fermarmi perché non lo farò davanti a niente." Filippo prese il viso di lei fra le mani "Ti prego...non farlo. Dammi quella lama, fallo per me." Filippo si avvicinava sempre di più al viso di Adele, lei era sempre più rossa e accaldata, riusciva a sentire il suo fiato e il suo profumo, non aveva mai visto i suoi occhi da così vicino e sembravano ancora più grandi, talmente grandi da perdersi dentro. Adele parlò con un filo di voce "Fino ad ora ti sono sempre venuta dietro nonostante tutto, Filippo. Anche se tu mi respingevi, ho incassato tutti i colpi e non mi sono allontanata, solo perché sei l'unico che nel bene o nel male mi rivolge la parola. Te l'ho detto, non mi fermerò davanti a niente." Erano ancora estremamente vicini, era come se non ci fosse nessuno nelle vicinanze "Neanche davanti a me?" Sussurrò Filippo avvicinandosi ancora un po', Adele si sentiva attratta come una calamita, quella domanda le risultava difficile perché in quel preciso istante aveva capito che avrebbe fatto qualunque cosa per lui, rimase in silenzio mentre lui si avvicinava molto lentamente e lo guardava negli occhi, poi rispose "No." E si allontanò di scatto, rimase a guardarlo deluso per qualche istante e poi andò via. Non poteva cadere ancora una volta, non poteva lasciarsi prendere in giro, incassare l'ennesimo colpo, pensò che Filippo si stesse comportando improvvisamente in quel modo soltanto per convincerla a dargli l'arma, voleva convincersi che fosse così. Era un po' scombussolata da quello che era successo, erano così vicini, così intimi e non aveva capito assolutamente nulla, era confusa, non sapeva se stessero per baciarsi o se stessero semplicemente facendo una conversazione importante. Sapeva solo che se non avesse preso una decisione infrangibile sarebbe rimasta con lui, non avrebbe saputo resistere. Per lei era tutta una grande novità, non era mai stata così attaccata a una persona, Filippo era più grande e aveva già fatto le sue esperienze ma Adele era completamente inesperta in materia, più del dovuto, e quei sentimenti la terrorizzavano perché la facevano sentire impotente, erano le sue sensazioni a fare le cose al posto suo e per questo motivo Filippo aveva un grande potere su di lei, lo avrebbe seguito anche se fosse stata la cosa più sbagliata del mondo, ma quella volta si trattava di salvarsi la pelle.

Filippo non poteva starsene con le mani in mano, sapeva che Adele provava qualcosa per lui, ne era certo ed era anche sicuro che fosse scappata solo perché aveva paura di Wanda. Si sentiva in dovere di salvarla da quella situazione anche se non era convinto di amarla, sapeva di provare dei sentimenti per lei, ma l'amore, quello era un'altra cosa, il suo cuore era ancora appesantito dal pensiero di Naditza. Questa cosa però non lo avrebbe fermato, voleva stare vicino ad Adele più che mai, voleva farle sentire l'amore e l'affetto che le erano sempre mancati, voleva vederla felice tra le sue braccia e non voleva assolutamente che diventasse un'assassina. Decise di parlare con Carmine "Ca' oggi è venuta tua madre." "Che dici, Chiattì?" "Ha dato una lama a Dedè e le ha detto che deve uccidere Rosa Ricci per avere il perdono della famiglia, altrimenti Ezio la uccide." "Ezio sta bene?" "A quanto pare." "E mo che si fa? Chiattì io non so cosa fare, devo passare le giornate con Futura e sinceramente non so come impedirle di fare una cosa del genere." "Ci riuscirò io, non preoccuparti. Era solo necessario che lo sapessi." "Ma come pensi di fermarla? Guarda che non è facile, è una capa tosta lei." "A me non sembra che lo sia molto, se sta facendo questo è perché Viola le ha fatto il lavaggio del cervello come fa a tutte le nuove arrivate. Comunque so esattamente come fare, lei mi ascolterà, ne sono sicuro." "Chiattì ma tutto questo attaccamento con mia sorella? Me l'ha detto anche Pino, vi ha visti questa mattina, ha detto che eravate vicini." "Mi hai detto tu di starle addosso." "Vicini in un altro senso, Chiattì. Guarda che è piccola, Filì tiene quattordici anni." "E allora? Noi ne abbiamo diciassette." "Lei è una bambina, Chiattì, per favore levaci le mani. Ma poi tu non pensavi a Nad un po' di tempo fa? Così combini un macello, poi Dedè ci resta male, Chiattì." "Da quando sei geloso di tua sorella? La conosco più io che te." Filippo andò a dormire turbato, per tutti i problemi che gli ronzavano nella mente e per Carmine che lo aveva fatto un po' arrabbiare. Chiuse gli occhi col pensiero che dal giorno seguente sarebbe stato con gli occhi puntati su Adele tutto il tempo, pregava solo affinchè non decidesse di agire quella stessa notte.

Ddoje maneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora