"Sei felice? Domani si esce." Disse Filippo mentre se ne stavano abbracciati nel loro angolo del cortile "Certo che sono felice. Però non so cosa fare, io vorrei passare tutta la giornata con te, ma Carmine vorrebbe che stessi con lui e Futura e un po' mi dispiace dirgli di no." "Ma alla festa ci sei, no?" "Ovvio. Carmine ha detto che non può venire perché è meglio evitare una festa per Futura, poi deve anche andare a dormire presto essendo una bambina." "Capisco." "Credo che domani mattina uscirò con te, poi il pomeriggio andrò da Carmine e la sera vengo alla festa." "È perfetto. Vestiti bene per la festa, chiaro?" "Ehm...Non ho molti vestiti, mia madre non me ne porta, sai com'è, la storia di Ezio." "Allora la mattina quando usciamo ne andiamo a comprare alcuni adatti a una festa, ok? Te li regalo io." "No, Filippo dai, non è necessario davvero." "Ma io voglio farti un regalo." La abbracciava forte come se non volesse più lasciarla andare, lei era euforica per la festa del giorno successivo, non era mai stata a una festa, non era mai stata a una festa con quello che probabilmente stava diventando il suo ragazzo. La giornata passò, uguale a tutte le altre, era incredibile pensare che il giorno successivo avrebbe passato una giornata diversa dal solito. Non dormì neanche quella notte, non perché era preoccupata, ma perché non vedeva l'ora che fosse giorno e non faceva altro che fantasticare, riuscì a vedere l'alba fuori dalla finestra, provò l'aria fresca del mattino. Appena le guardie aprirono le celle lei fu la prima a catapultarsi fuori, senza neanche fare la colazione. "Ci rivediamo domani sera." Disse Gennaro accompagnando lei, Filippo e gli altri ragazzi al cancello "Allora Dedè, vogliamo andare dalla nonna di Futura?" "Ehm...Credo che vi raggiungerò pomeriggio. Mi ero organizzata già con Filippo." "Ah." Carmine lanciò un occhiataccia al suo amico "Io e Futura ti aspettiamo." Disse prima di andarsene. Tutti i ragazzi si sparpagliarono per le strade "Prima dovremmo passare da casa a prendere i soldi." Disse Filippo e Adele lo seguì. Casa di Filippo da fuori era già stupenda, una villetta non troppo grande ma molto graziosa, lei lo aspettò fuori dal cancello perché si vergognava dei suoi genitori e poi finalmente furono liberi di andare dove volevano. Adele, anche se non ci aveva passato molto tempo, amava Napoli, amava vedere il mare ovunque si voltasse. Quella giornata era una giornata di sole, anche se era autunno e sembrava tutto perfetto affinchè trascorresse del tempo di qualità con la persona che amava. Camminavano abbracciati per la strada osservando il mare e mangiando il gelato. "Tra un po' dovremmo arrivare nella stradina dove ci sono tutti i negozi." Disse Filippo "Guarda che non è necessario che tu mi prenda dei vestiti, dico davvero." "Lo è invece. E poi non mi interessa, è una cosa che voglio fare con tutto il cuore. Però non voglio vederli, ti scegli quello che vuoi e io lo vedrò stasera. Mi piacciono le sorprese." "Sei sicuro di volerlo fare, Filì. Guarda che se ti dispiace io non ho bisogno di comprare vestiti." "Ho detto che voglio farlo. Dai! Entra in quel negozio e non fare storie." Le diede una leggera spinta e la fece entrare. Insieme passarono una mattinata stupenda, anche il pomeriggio insieme alla nipotina non fu male. Appena fu sera , Sara, la nonna di Futura accompagnò Adele alla festa di Filippo. Lei esitò un attimo prima di suonare il campanello, aveva paura di incontrare i genitori di Filippo e non si sentiva all'altezza, suonò e qualcuno rispose "Chi è?" Era la voce di Filippo e questo la rassicurò. Lui aprì immediatamente il portone, piazzandosi all'uscio "Sei la prima. Gli altri non sono ancora arrivati." "Ma chi è che deve venire?" "Vengono Cardio, Pino, Silvia, Kubra e Gemma." "Ah quindi ci sono anche le ragazze...Ho paura di quello che possano dire vedendoci insieme." "Non diranno nulla, siamo a casa mia e facciamo quello che ci pare. Stai tranquilla." Filippo la guardò bene "Hai messo i vestiti nuovi, vedo. Ti sei anche messa il trucco." "Sono ridicola, vero?" "Ma no! Fammi finire di parlare. Sei bellissima." Dopo pochi minuti suonarono al campanello e la casa fu invasa da ragazzi, misero la musica e iniziarono a ballare. C'erano canzoni molto belle, le luci spente e Filippo non era un ottimo ballerino ma Adele adorava vederlo ballare "C'è un po' troppo casino qui. Ti va se andiamo di là?" "Ma i tuoi non ci sono?" "No. Sono usciti apposta per farci festeggiare in pace. Vieni." La prese per mano e la portò nel corridoio, poi entrarono in una stanza, c'erano foto del ragazzo ovunque, lui da bambino, lui che suonava il pianoforte, lui con la sorella, con il cane, era così bello. Filippo non rispose, la avvicinò al muro e iniziò a baciarla e a stringerla "Non ce la facevo più a starti staccato là dentro." Si mise a sedere sul suo letto e Adele lo seguì e continuarono a baciarsi. La musica che si sentiva in maniera ovattata, le luci soffuse e calde, i loro corpi così caldi e stretti, Adele sentiva lo stomaco invaso da uno sciame di farfalle, capì che era pronta a fare tutto ciò che lui avrebbe voluto, a concedersi. Filippo si staccò per un attimo dalle sue labbra, guardò le loro mani intrecciate, poi guardò la ragazza negli occhi "Lo vuoi, amore?" Adele aveva capito benissimo a cosa si riferisse, annuì e ripresero a baciarsi, sta volta più stretti. Filippo aveva entrambe le braccia sulle spalle di lei, fece scivolare una mano toccando il suo seno, poi la sua pancia e la sua coscia. Delicatamente infilò la mano dentro i pantaloni di Adele, e con le dita entrò nella sua intimità abbassando gli slip. Adele ebbe un sussulto, aveva un po' paura perché per lei era tutto completamente nuovo "Tutto ok?" Disse Filippo "Va benissimo." Disse lei "Se non vuoi mi fermo." "No, continua." Entrò con le dita dentro di lei in maniera più decisa e si misero distesi su quel letto. Filippo le aveva sempre fatto del bene, le aveva sempre fatto provare emozioni meravigliose ma non aveva mai provato niente di più bello, Filippo muoveva le dita in maniera armoniosa proprio come faceva sul pianoforte e la rendeva felice. Il ragazzo abbassò la zip dei suoi jeans e poi i pantaloni di lei "Ti va bene?" Le sussurrò "Certo." Disse, anche se aveva un po' paura. Mentre entrava dentro di lei le tolse la maglietta e ricominciò a baciarla. Adele sentiva le mani di lui ovunque e il suo tocco era come una medicina che curava ogni sua ferita, la sua voce candida che gemeva e il piacere che stava provando, i suoi baci sulla bocca, sul suo petto, la rendevano la persona più felice del pianeta "Ti piace?" Le sussurrò il ragazzo con il fiato caldo sul collo "Moltissimo." Adele decise di girarsi a pancia in giù e farlo entrare ancora una volta fino a quando entrambi non rimasero senza fiato. Il Chiattillo si sdraiò accanto a lei, non sentivano più la musica, probabilmente erano andati tutti via per lasciarli da soli, erano stanchi ma mai sazi l'uno dell'altra. Filippo coprì entrambi con le coperte del letto e i loro corpi nudi si abbracciarono, chiusero gli occhi e si addormentarono. Adele si svegliò appoggiata sul suo petto, lui stava ancora dormendo, sembrava un angelo, le tornarono in mente i momenti magici della sera precedente e sorrise. Lui aprì gli occhi, aveva lo sguardo assonnato e gli occhi un po' gonfi "Buongiorno." Disse con la voce profonda da appena sveglio "Ti amo." Disse Adele, tutto ad un fiato, come se le fosse scappato di bocca "Ti amo, Chiattì." lo ripetè ancora, lui sorrise ma non rispose, le spostò i capelli dalla faccia "Come sei dolce." Disse, non disse che la amava, non lo fece perché nella sua testa c'era ancora lei, la zingara. Se mentre stava con lei, era tormentato dal ricordo di un'altra non poteva amarla , anche se impazziva per lei. "Tutto qui?" Disse Adele allontanandosi un po' da lui che non rispose "Dici solo questo? Tu non mi ami?" "Posso spiegare..." "Non c'è niente da spiegare, Chiattì. Non mi hai detto niente perché non mi ami...È per Naditza, non è vero? Tu la pensi ancora." Lui abbassò lo sguardo "Guardami, Chiattì! È così?" "Posso spiegarti tutto lasciami parlare..." "È così, si o no?" "Si..." Adele fece un respiro profondo, le bruciavano gli occhi "Ho capito. Va bene." Si alzò dal letto e iniziò a rivestirsi "Aspetta!" Disse lui "No, Chiattì. Va bene così, lo capisco. Tu la pensi ancora e quindi non puoi dire che mi ami, non puoi amarmi. Va bene." "Sul serio ti va bene?" "È comprensibile. Io sono io e lei a quanto pare era una ragazza meravigliosa, va bene. Solo mi ero convinta che anche tu mi amassi, sai? Ma non importa, eh. Doveva andare così." Disse con la voce tremante e gli occhi pieni di lacrime, sforzandosi con tutta se stessa di fingere di sorridere "Ti chiedo solo di...di lasciarmi stare, ok?" Disse prima di scappare via "Aspetta!" Lei era ormai alla porta e scoppiò in un pianto pieno di dolore. Si sentì immensamente stupida, per aver creduto di contare qualcosa per qualcuno, per aver pensato di poter essere all'altezza di lui e all'altezza di Naditza, per essersi fidata è concessa. Avrebbe dovuto ascoltare Viola fin dall'inizio e non lasciarsi abbindolare da lui, pensò che la speranza di essere amata da qualcuno l'aveva accecata.
Nel frattempo in carcere in sala ricreativa c'era un gran silenzio senza il suono del pianoforte, i ragazzi erano più annoiati del solito. Viola era furiosa per essersi fatta sfuggire una preda facile come Adele e le aveva detto che per le sue azioni ci sarebbero delle conseguenze. Andò da Rosa, le si avvicinò alle orecchie come una zanzara fastidiosa "So della promessa che ti ha fatto la Di Salvo." Le disse "Tu stai temporeggiando, stai perdendo tempo a ucciderla perché pensi che lei ucciderà il Chiattillo, ma ti sbagli. La Di Salvo e il milanese stanno insieme e, fidati, non è un piano per far sì che lui si fidi di lei. Lei lo ama, ti sta prendendo in giro. Sua madre, Wanda Di Salvo, qualche tempo fa era venuta a darle una lama, lei e suo fratello l'avrebbero perdonata se avesse ucciso te e lei c'era quasi, ho fatto di tutto per convincerla a farlo. Ma proprio quando stava venendo da te, il Chiattillo l'ha fermata e c'è riuscito perché lei è cotta persa di lui, non lo ucciderebbe mai. Sei stata stupida, Rosa Ricci." Come al solito, dopo aver piantato la zizzania si allontanò, consapevole di aver appena scatenato una furia impazzita contro Adele.

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Ddoje mane
FanfictionLa sorella minore di Carmine finisce in carcere a soli 14 anni a causa di un terribile incidente e finisce per imbattersi nei problemi causati dal fratello e dalla sua famiglia. È una storia ambientata nel carcere della serie mare fuori ma con alcun...