Le giornate passavano tutte uguali all'IPM, ogni giorno stessa routine tra quelle mura, senza mai vedere il mondo esterno. Adele trascorreva il tempo tra il corridoio dell'ala femminile, il cortile e la sala ricreativa comune e per la maggior parte del tempo aveva il Chiattillo vicino "Carmine mi ha chiesto di stare attento a te. Non credere che io sia molto felice della cosa ma non potevo dire di no a un amico quindi adesso hai un baby sitter." "Non ho bisogno di te, puoi anche andartene Chiattì." Adele mentiva, anche se quel figlio di papà la faceva arrabbiare, con lui si sentiva finalmente al sicuro e nonostante tutto continuava a infonderle quella sensazione di serenità inspiegabile di cui non riusciva a fare a meno, anche se lui la snobbava, la offendeva, lei sentiva il bisogno di seguirlo, di pendere dalle sue labbra e per qualche motivo le piaceva il fatto che le desse attenzioni, che si prendesse in qualche modo cura di lei. Aveva notato che, effettivamente, Filippo in quei giorni era più che turbato, quel volto che lei trovava bellissimo era sempre scuro e imbronciato, anche quando c'erano Carmine e Pino nei dintorni, mancava la scintilla nei suoi occhi "Carmine ha detto che sei fastidioso come una spina nel fianco perché stai attraversando un brutto periodo." "Carmine ha detto che sono una spina nel fianco?" "No, questo l'ho aggiunto io." Disse lei sorridendo in maniera sarcastica "Dai, seriamente. Cosa ti è successo?" "Non credo che dovrei parlarne con te." "Carmine dice che sei una persona fantastica, che ti comporti così per ora solo perché sei molto triste." "Sei l'ultima persona a cui dovrei dirlo." "Perché?" "Beh per prima cosa perché ti detesto. Secondo motivo perché sono fortemente convinto che tu abbia una cotta per me e non credo che ti farebbe piacere quello che potrei dire." "Non ho una cotta per te! Anche io ti detesto..." Adele non era seria ma Filippo lo sembrava davvero, quella piccola frase l'aveva colpita dritta al cuore, perché non ricambiava affatto l'astio che lui provava nei suoi confronti, le dispiaceva che lui fosse tanto giù di morale e dentro di sè avrebbe voluto abbracciarlo sperando di tirarlo un po' su come lui faceva con lei senza un apparente motivo. "Due mesi prima che tu arrivassi io sono evaso da qui insieme a tuo fratello. L'ho fatto per salvare la mia ragazza da un matrimonio in cui lei non voleva stare, un matrimonio tra cugini come fanno gli zingari come lei. Siamo riusciti a salvarla ed era tutto perfetto, eravamo liberi e insieme. Sapevo che prima o poi sarei dovuto tornare qui in carcere ma non mi importava, Naditza mi amava e sarebbe rimasta con me in ogni caso. Quando sono stato circondato dalle auto della polizia e dalla sua famiglia di zingari lei mi disse che non voleva più vivere scappando, che ognuno di noi doveva affrontare il proprio destino. Adesso è sposata con non so quale cugino ricco, non la vedo da allora e non riesco a spiegarmi il perché di questa sua azione se poco prima voleva stare con me." Filippo parlava con la voce di uno che era ancora innamorato, con la voce di una persona che aveva dato il cuore a qualcuno che non sarebbe tornato e Adele riuscì a capire il suo tormento. Il fatto che lui fosse tanto preso da quella Naditza, che stesse male da mesi per lei e che fosse solo ed esclusivamente suo le dava un certo fastidio, non se lo spiegava ma in un certo senso riusciva a sentirsi esattamente come lui, ferita, abbandonata e delusa, eppure aveva giurato di non avere una cotta per lui. "È palese che lo ha fatto per proteggerti, Chiattì. Eri nei guai fino al collo." "Allora perché non torna da me?" "Perché ha preso la sua decisione, era sincera quando ti ha detto quelle cose. Credo che tu debba andare avanti, da qualche parte ci sarà un'altra che ti amerà anche di più, qualcun'altra che si sentirà al sicuro al tuo fianco, che scapperebbe anche tutta la vita per stare con te, una persona che anche se la allontani ritorna." Mentre parlava si sentiva un po' presa in causa dalle sue stesse parole, nonostante il Chiattillo la respingesse di continuo lei non si staccava mai da lui per un motivo o per un altro, costantemente attratta dalle sensazioni che le faceva provare, dai suoi lineamenti delicati, eppure non faceva riferimento a se stessa, non consapevolmente almeno. Avrebbe voluto fare qualcosa per farlo stare meglio, qualsiasi cosa per ricambiare alla tranquillità che le dava, per fargli sapere che gli stava vicino, che lei in realtà non lo odiava, che voleva dare una tregua a questa loro continua guerra, a questo litigare costantemente, a questo punzecchiarsi. Le loro conversazioni si alternavano tra frasi sarcastiche e pungenti a vere e proprie liti feroci dove lui la rimproverava di continuo per motivi in cui Adele era totalmente impotente, eppure passavano le giornate insieme da giorni in assenza di Carmine. Adele pensò che era il momento opportuno per fargli sentire la sua vicinanza, si avvicinò un po' di più a lui nella panchina di legno dove erano seduti e lo abbracciò "Mi dispiace per te, Chiattì." Disse. Lo sentiva nervoso tra le sue braccia, con il respiro affannoso, era rigido e tremava, una goccia d'acqua le cadde sulla mano, alzò gli occhi e vide che stava piangendo. Erano passati pochi secondi da quando Adele lo aveva abbracciato e appena Filippo se ne rese conto la allontanò bruscamente "Scollati." Disse prima di alzarsi e andare via lasciandola sola su quella panchina scomoda. Adele non capiva il motivo di tanto odio, si era scusata con lui per quella sgradevole presentazione, avrebbe dovuto superarla. Capire che lui non provava le stesse sensazioni quando era accanto a lei la faceva soffrire, probabilmente Filippo provava tutto il contrario, la allontanava come se fosse allergico e sicuramente provava quelle sensazioni stupende per la zingara Naditza che lo aveva piantato in asso. Si chiedeva perché nessuno fosse in grado di volerle bene, per un attimo aveva pensato che il Chiattillo gliene volesse e invece stava con lei, probabilmente, solo per fare un favore a Carmine. Erano due le persone che le ronzavano attorno in quel periodo, una delle due era un po' meno gradita del Chiattillo, era Viola. Fino a quel momento non le aveva mai fatto o detto nulla di male, ma era una presenza inquietante, come un serpente che sibila alle orecchie della gente, come la zizzania che rovina le piante. Quando Filippo si allontanò Viola non perse l'occasione di andare a scaldare quel posto al posto suo "Due di picche?" "No ma che. Non siamo neanche amici, ci detestiamo." "A me non sembra proprio che tu lo detesti...anzi. Probabilmente lui ti odia e pure parecchio. Ti starai chiedendo il motivo. Provo a indovinare. Ti odia perché sei una Di Salvo, sangue cattivo e tante altre cazzate, vero?" Adele non rispose, si morse nervosamente il labbro perché Viole aveva centrato il segno, era incredibile il suo potere di capire le cose senza che nessuno gliene parlasse "Voi Di Salvo siete calamite per l'odio, è una cosa che ho notato anche in Carmine, sai? Basta un misero nome per distruggere la vita di una persona. Bella merda, vero? Tu e tuo fratello pensate di poter andare contro questa convenzione, di potervi riscattare ma vi sbagliate. È inutile che cerchi di trovare amore, amica mia, riceverai sempre e solo odio. Tu non sai nemmeno cosa siano l'amore e l'affetto, sei cresciuta sola e continuerà sempre così. Devi smetterla di cercare amore e accogliere tutto l'odio che ti buttano addosso, accettare che sei una Di Salvo e farti valere, rendere orgogliosa la tua famiglia e farti rispettare. Se non puoi ottenere il loro affetto, otterrai la loro paura e il loro rispetto e nessuno oserà più metterti i piedi in testa. Sei nata per questo, il tuo sangue è fatto per questo. Non avresti bisogno di essere al servizio di Rosa Ricci solo per posticipare la tua fine, non avresti bisogno di uccidere il ragazzo di cui, sono convinta, ti sei innamorata. Pensaci, Dedè." Andò via senza attendere una risposta, lasciando Adele spiazzata e travolta da un'ondata di pensieri, forse Viola aveva ragione, nessuno le voleva bene e nessuno gliene avrebbe mai voluto. Anche Carmine, che sembrava l'unico a capirla, l'aveva lasciata sola per motivi più importanti di lei, lasciandola nelle mani di Filippo che per come la faceva sentire sembravano buone mani, per un po' la faceva sentire a casa, in tranquillità, con le attenzioni che le dava perché doveva stare attento a lei la faceva sentire considerata una volta nella vita. Poi, però, dopo che lei assaggiava la felicità immotivata che le faceva provare, sparava colpi di cannone, frasi taglienti e atteggiamenti di distacco verso di lei che la facevano schiantare al suolo dopo aver toccato il cielo. Forse doveva smetterla di affidare il suo benessere alle altre persone, di cercare qualcuno da cui essere amata come lei era in grado di dare il suo cuore. Nella vita aveva attirato solo ed esclusivamente odio, proprio come aveva detto Viola, la gente sentendo il suo cognome si metteva sulla difensiva, aveva paura, era fatta per incutere timore e per farsi rispettare quindi perché non accogliere quell'odio? Perché non iniziare a essere degna del cognome che portava? Almeno tutti l'avrebbero odiata per un motivo e la sua famiglia l'avrebbe accettata e rispettata una volta per tutte. Le parole di Viola non l'avevano del tutto convinta, ma qualcosa in lei era scattato.
Filippo era rimasto appoggiato alla porta d'ingresso del cortile ad asciugarsi le lacrime, si sentì subito in colpa per la reazione che aveva avuto all'abbraccio, Adele non gli andava molto a genio ma sicuramente non aveva fatto nulla di male per meritarsi quel trattamento. Lanciò un'occhiata veloce alla ragazza che aveva lasciato seduta sulla panchina e si accorse che Viola le stava parlando. Quando Viola andò via notò che qualcosa nello sguardo di Adele era cambiato, sicuramente quell'arpia stava cercando di metterle strane idee in testa e per quanto Adele provasse a ignorarla le sue parole le avevano cambiato gli occhi e Filippo, capendolo, si allarmò.

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Ddoje mane
FanficLa sorella minore di Carmine finisce in carcere a soli 14 anni a causa di un terribile incidente e finisce per imbattersi nei problemi causati dal fratello e dalla sua famiglia. È una storia ambientata nel carcere della serie mare fuori ma con alcun...