Filippo rimase solo nella sua stanza, in quel letto che senza di lei sembrava più stretto, aveva provato a spiegarsi ma lei non aveva voluto sentire scusa, era fuggita, probabilmente per non piangere davanti a lui, anche se aveva notato subito i suoi occhi intrisi di lacrime, il suo fiato corto e la sua voce rotta. Che lei se ne andasse era l'ultima cosa che voleva ma non aveva avuto il coraggio di dirle "ti amo" perché non gli sembrava corretto, non se provava ancora qualcosa per Nad. Avrebbe voluto dirle, però, che tutto quello che le aveva detto, che le cose che provava erano autentiche e che voleva stare con lei, che prima o poi avrebbe trovato la forza e il coraggio per ricambiare il suo amore. Voleva dirle che non aveva giocato con lei, che era serio quando la coccolava, quando le diceva certe cose e anche la sera prima quando avevano fatto l'amore, la prima volta in cui lei lo aveva fatto ed era stato davvero speciale. Non capiva cosa stesse succedendo nella sua testa, era sicuro di voler stare con Adele, era sicuro del fatto che lei gli piacesse molto ma voleva che Adele gli dicesse la fantomatica frase il più tardi possibile, perché per lui quella era una cosa che aveva detto solo una volta, a Naditza, la ragazza con cui voleva passare il resto della sua vita, rimanere in quella casa abbandonata ed avere dei bambini, per lui era assurdo dire quella cosa ad un'altra, non riusciva a lasciarsi alle spalle quella storia perché non era finita a causa dell'amore spento ma per l'impossibilità causata dal destino. Il suo amore per Naditza era una fiamma difficile da spegnere, che non aveva ancora smesso di ardere. Dopo che Naditza lo aveva lasciato era diventato apatico, era sempre triste e non provava più nulla, era sempre scontroso ma Adele lo aveva fatto tornare a sentirsi vivo, aveva fatto battere il suo cuore. L'amore, però, non si può dare a due persone contemporaneamente, e se era quella la situazione momentanea allora forse Dedè aveva fatto bene ad andare via.
Adele doveva andare da Carmine e non poteva farsi vedere assolutamente in quelle condizioni, provò in tutti i modi a imporsi di smettere di piangere ma era un fiume in piena. Carmine aprì la porta e trovò la sorella in un pozzo di lacrime e capì immediatamente che la cosa aveva a che fare con Filippo "È per il Chiattillo, non è vero?" "Sto bene, Ca'. Non è successo niente." "È successo che ieri hai dormito con lui..." "Che c'è? Vuoi farmi la ramanzina adesso?" "Dovevi venire qui dopo la festa, hai dormito con lui e adesso guarda come sei ridotta." "Cazzo! Non ti ci mettere anche tu!" Adele uscì di casa sbattendo la porta, si odiò con tutta se stessa, per aver permesso ancora una volta di farsi calpestare il cuore, si sentì persa, non aveva un posto dove andare, decise di andare in spiaggia. Nessuno andava al mare d'inverno, era sola a sentire il rumore delle onde, se ne stava a fissare quell'immensa distesa di blu e non aveva più neanche le lacrime per piangere. Si alzò e iniziò a lanciare i sassolini, con tutta la rabbia che aveva in corpo, uno per suo padre che era in galera da quando ne aveva memoria e aveva scelto di esiliarla, uno per Wanda ed Ezio che le avevano rovinato la vita, uno per Carmine che non riusciva a capirla, uno per Rosa che non faceva altro che terrorizzarla anche se lei non aveva colpa, uno per le sue 'amiche' che la facevano sentire inutile, uno per Naditza che era così perfetta e aveva scaricato il Chiattillo. Prese l'ultimo sassolino, aveva una forma insolita, era rettangolare e sulla superficie aveva delle lineette verticali, come una tastiera, quel sassolino doveva lanciarlo per Filippo ma capì che nonostante tutto il male non riusciva ad odiarlo, lo amava troppo, conservò quel sasso nella sua tasca e rimase un po' sulla sabbia a guardare il tramonto e poi tornò in carcere. "Ti sei divertita là fuori con il tuo Chiattillo?" Chiese Viola "Meglio non parlare del Chiattillo, guarda." "Te lo avevo detto, che ti avrebbe spezzato il cuore." "Avevi ragione, Viola." "È proprio bello sentirselo dire."
Mentre Adele e Filippo erano stati via, Viola e Rosa avevano parlato e avevano architettato un piano per punire entrambi. Questo piano comprendeva un amico di Rosa, Edoardo Conte. Quel giorno Edoardo aveva il turno insieme a Pino di pulire il retro del cortile, il suo compito era quello di colpire Pino alla nuca e tramortirlo per un po' in modo da attirare Filippo nella loro trappola.
Le giornate in cortile erano tornate ad essere quelle di sempre, niente più sorrisi, niente più baci e abbracci, niente più Chiattillo. Vedeva solo lui in lontananza, che ogni tanto si girava a guardarla con uno sguardo triste ma non aveva neanche il coraggio di andarle a parlare. Se ne stava seduta a guardare le vite degli altri, che erano rovinate come la sua ma di sicuro erano meglio, perché loro avevano degli amici accanto, lei no. Le ragazze non le rivolgevano più la parola, perché alla festa avevano capito cosa c'era tra lei e Filippo ed erano furiose, era un'emarginata, esattamente come Viola e almeno lei era l'unica a parlarle, anche se probabilmente aveva idee losche nel cervello. "Ehi.." Disse Filippo sedendosi accanto a lei "Ciao." "Stai bene?" "Si, sto bene." "No perché non mi sembra. Ascoltami...Mi dispiace per come sono andate le cose ieri...non mi hai lasciato spiegare. Dedè io voglio stare con te, tutto quello che ho detto di provare per te è reale." Disse mettendo la sua mano sopra quella della ragazza, lei però si spostò "Non può essere reale se pensi ancora a Naditza. Ti prego...lasciami in pace." Mentre parlavano si avvicinò a loro Edoardo in panico "Chiattì, là dietro Pino è svenuto, si è sentito male, mi devi aiutare!" Subito Filippo andò verso il retro del cortile, Edoardo rimase di fronte ad Adele per un attimo, ignorandola. Adele notò che Edoardo aveva uno strano ghigno in volto e si stava scambiando degli sguardi con Rosa che appena lo vide andò anche lei verso il retro. Adele capì subito che qualcosa non andava e decise di raggiungere il Chiattillo là dietro. Svoltato l'angolo vide Filippo intento a cercare di svegliare Pino e dalla parte opposta alla sua c'era Rosa con una lama in mano. Le due ragazze si guardarono, Rosa iniziò a correre in direzione di Filippo dicendo "Se non lo fai tu, lo faccio io!" Anche Adele schizzò verso il ragazzo "Fermati!" Urlò. In una frazione di secondo si era trovata tra Filippo, che era girato di spalle, e Rosa che le aveva appena conficcato un coltello dritto in pancia. Era riuscita a fare da scudo al ragazzo che si era appena accorto di ciò che era successo e si girò per prendere Adele che stramazzò per terra.
Rosa non aveva mai ucciso nessuno prima di allora, aveva sempre avuto un grande odio dentro di lei, ma nel momento in cui pugnalò Adele e aveva visto i suoi occhi si rese conto di ciò che aveva appena fatto e desiderò con tutto il cuore di tornare indietro nel tempo e impedire che ciò accadesse. Perché pensare e dire di voler uccidere una persona è ben diverso dal farlo veramente, specialmente se si hanno quindici anni. Rimase ferma, impalata a vedere il Chiattillo, il suo bersaglio mancato, che teneva Adele tra le braccia.
Filippo sentì Adele urlare e prima che potesse essere cosciente di ciò che stava succedendo se la ritrovò davanti, insanguinata e ferita. Lo aveva appena salvato, si era messa tra lui e l'arma e aveva preso la pugnalata al posto suo. "No. No. No. No." Continuava a ripetere mentre le spostava i capelli dalla faccia, lei tremava e per poco non piangeva "Va tutto bene, Dedè. Non è successo niente, andrà tutto bene." Lei si lamentò, mentre una goccia di sangue uscì dalla sua bocca "Non fa niente, Chiattì. Va bene così. L'importante è che tu stai bene. Se me ne vado io, finisce una vita inutile. Ma tu non te ne potevi andare." "Non dire così. Tu non te ne vai, capito? Andrà tutto bene." Sentiva il cuore scoppiargli dentro al petto, piangeva, voleva fermare il tempo ma non poteva, si sentiva impotente mentre vedeva che piano piano il respiro di Adele si faceva più debole e i suoi occhi si chiudevano sempre di più. Aveva paura di perderla per sempre, di non poter più sentire la sua voce, di non poterla più toccare e fu in quell'istante che capì che non poteva più stare senza di lei, che la amava veramente, che in realtà le sue erano solo paranoie, perché dal primo momento in cui l'aveva vista lei aveva cambiato le cose, era entrata nel suo cuore spazzando via il dolore che Naditza gli aveva causato "Va bene così, Chiattì. Sono felice così." Disse con la voce rotta "No, ti prego. Non mi lasciare...Io ti amo, Dedè." Disse stringendola ancora più forte "Non lo dire solo perché sto morendo." Adele cercò di sforzare un sorriso "Non lo dico per questo! Lo dico perché ti amo veramente. Scusami se non ho trovato il coraggio di dirtelo prima...ero confuso." "Ti amo anche io, Filì, lo sai." La ragazza alzò a stento il braccio, poggiando la mano sul viso di lui e asciugandogli una lacrima con la forza rimanente. Filippo alzò lo sguardo e vide la faccia di Rosa, era come pietrificata, era sconvolta, capì subito che se ne era pentita amaramente "Non startene lì impalata! Vai a chiamare aiuto!" "Mi dispiace." Disse lei con un filo di voce prima di correre a chiamare i soccorsi.
Adele non riusciva più a tenere il braccio alzato per accarezzare Filippo, lo lasciò cadere priva di forze e poi tutto si fece sfocato fino a che non ci fu solo buio. "Ti prego, no." Disse Filippo piangendo mentre vedeva gli occhi della sua ragazza spegnersi e chiudersi.
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Ddoje mane
FanfictionLa sorella minore di Carmine finisce in carcere a soli 14 anni a causa di un terribile incidente e finisce per imbattersi nei problemi causati dal fratello e dalla sua famiglia. È una storia ambientata nel carcere della serie mare fuori ma con alcun...