La battaglia finale

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Dopo qualche ora, riuscimmo a trovare il luogo dove si nascondeva la causa dei miei incubi Maximin: si trovava in un vecchio bar abbandonato con a guardia due uomini ai quali brillavano gli occhi. Questo ci fece capire che eravamo nel posto giusto e, dopo aver riconosciuto demoni ravener e shax, decidemmo di avvicinarci, uccidemmo i due demoni di guardia ed entrammo.

Appena varcammo la soglia del bar vi erano solo una decina di demoni ad aspettarci tra i quali 2 superiori ma che riuscimmo a combattere facilmente vista la superiorità numerica ( in questo caso saremmo stati 10000 vs 10). Dopo qualche piccola battaglia ci imbattemmo in una ventina di demoni, quasi tutti superiori, così decidemmo di dividerci. Io andai, come mio solito, con Alec, Izzy e Jace accompagnati da qualche shadowhunters.

Appena ci dividemmo sentii un rumore alle nostre spalle

" amore, ho sentito un rumore, potrebbe essere lui? Che facciamo?"

A" Amore stai tranquilla, ci siamo noi. Andiamo a vedere io e Jace" detto ciò chiamò all'attenti il suo parabatai e se ne andarono verso il rumore con un paio di shadowhunter che non si fidavano a lasciarli andare da soli.

I" stai tranquilla T/N, sono parabatai, si proteggeranno a vicenda e vinceranno. Noi rimaniamo con te." mi disse Izzy con il suo solito fantastico sorriso che mi contagia sempre.

" grazie Izzy" dissi io ricambiando il sorriso.

C" ragazze dovremmo andare, continuiamo a cercare." Clary ci richiamò all'ordine e io e la corvina la ascoltammo immediatamente.

Passò un'ora e i ragazzi non erano ancora tornati, mi preoccupai molto e ne parlai con le altre che effettivamente mi diedero ragione così decidemmo di andare a cercarli.

ALEC'S POVS

Io, Jace e qualche shadowhunters stiamo camminando da circa mezz'ora quando qualcuno mi prese alla sprovvista e cercò di attaccarmi ma Jace, con il suo istinto da parabatai si accorse di tutto e mi venne a salvare.

" grazie Jace" gli dissi io

J" di nulla, cerca di non farti ucci " non fece in tempo a finire la frase che un demone lo prese, cercai di salvarlo ma non feci in tempo e, il demone, più veloce di me, mi prese il braccio e me lo ruppe. Gridai dal dolore e cercai lo stilo: rotto. Ma questa giornata può andare peggio?!

T/N'S POVS
Ad un certo punto sentimmo urlare nella direzione in cui stavamo andando, riconobbi la voce di Alec. Attivai la runa della velocità che mi aveva fatto Jace una delle prime volte e corsi dal mio amore.

Appena arrivai alla fonte dell'urlo trovai Alec con un braccio quasi viola con un mega taglio sulla testa dovuto alla caduta.

" AMORE! Stai bene? MA il tuo stilo???" lo riempii di domande alle quali lui non rispose, si appoggiò a me e io presi il mio stilo per curargli le ferite che non tutte si rimarginarono a causa degli artigli di quel demone che avevano rilasciato veleno. Dev'essere stato Maximin, il veleno che mi ha detto Maryse magari lo trasmette anche graffiando. Non feci in tempo a parlare o fare qualcosa che Alec mi svenne in braccio. Urlai aiuto con tutte le mie forze fino a quando non arrivò Isabelle o meglio, quella che speravo fosse Izzy. Si comportava in modo strano, non sembrava preoccupata per suo fratello e ebbi la conferma dei miei sospetti quando le si illuminarono gli occhi marroni di azzurro. Questo mi attaccò ma io riuscì a difendermi e lo uccisi. Ne arrivarono altri due che mi graffiarono profondamente una gamba facendomi cadere all'indietro. Riuscì a sconfiggerli comunque ma, quando pensai di aver finito la mia battaglia, mi ricredetti quando vidi il demone dei miei incubi con in braccio un Jace pieno di ferite sanguinanti. Cercai di correre da lui ma il demone mi respinse facendo poi forza sulla gamba ferita, urlai da dolore tanto da far riprendere Jace dal suo stato di semi incoscienza.
Jace si rialzò e combatté per qualche minuto procurando a Maximin qualche ferita, non seria rispetto alle nostre ferite, prima di risvenire per terra. Con le poche forze che mi rimanevano, mi rialzai e combattei ignorando il dolore alla gamba che sgorgava sangue senza indugiare a fermarsi e combattei contro il demone: io attaccavo e lui pure, quando la gamba mi faceva troppo male rallentavo un poco ma senza accennare ad arrendermi.

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