A svegliare Manuel, poche ore dopo, fu Dante, che bussò alla porta alle otto in punto.
Una, due, tre volte. Finché il ragazzo non aprì gli occhi trovandosi nella stessa identica posizione in cui si era addormentato: con le dita intrecciate a quelle di Simone, e la sua testa nascosta contro il suo addome. Si alzò di scatto, lasciando la stretta del suo amico e prestando attenzione a non svegliarlo, quindi si coprì con una mano gli occhi costretti dalla luce del sole che entrava prepotente dalle grandi finestre.
Quando aprì si trovò davanti un sorridente professor Balestra, che gli agitava davanti agli occhi due sacchetti marroni, con dei cornetti ancora caldi all'interno a giudicare dal profumo che emanavano. Si appoggiò alla porta e d'istinto si portò una mano dietro al collo. Il dolore atroce che aveva provato alzandosi non gli lasciava alcun dubbio: il suo fisico non aveva impiegato molto a presentargli il conto per la posizione scorretta in cui aveva dormito.
"Professò, che c'è?"
"Manuel, ma - ma come che c'è? Ancora così stai? Simone dov'è?" domandò Dante sporgendosi per dare un'occhiata all'interno della camera. "Ma sta ancora a letto? I vostri compagni sono già tutti giù, aspettiamo solo voi" aggiunse, con una punta di delusione.
Cazzo. La gita al Monte Tauro.
"È... è che... Simone non è stato bene stanotte" biascicò Manuel passandosi una mano sugli occhi.Fu la prima scusa che gli venne in mente. Che alla fine non era neanche una scusa.
"Che è successo, che ha avuto?" chiese il professore, più incuriosito che preoccupato, sporgendosi di nuovo a guardare dentro la stanza. E d'istinto Manuel si accostò la porta dietro le spalle.
"Ma niente, deve... deve avergli fatto male qualcosa ieri sera"
"Sicuro? Abbiamo mangiato tutti le stesse cose"
"Professò ma che ne so, lo sa che su fijo è delicato!" commentò a bassa voce per non svegliare Simone, cercando di risultare il più possibile credibile.
"Va bene e quindi? Dobbiamo rimand-""No macché rimandare, prof" si affrettò a fermarlo Manuel. "Voi andate. Ce rimango io qua con lui"
"Te?" ripeté Dante alzando un sopracciglio.
"Sì, io" confermò Manuel, serio. "Che c'è, n'se fida?""No, è che... fino a ieri non vi parlavate" biascicò il professore. "Manuel sei sicuro? Guarda che non c'è problema, rimandiamo la gita e... vorrà dire che con i ragazzi andremo in spiaggia, tanto sta qua sotto"
"Prof, non c'è problema. Resto io con Simone" tagliò corto il ragazzo, toccandogli il braccio."Va bene, allora vado"
"Sì" annuì Manuel, che non vedeva l'ora di richiudersi la porta alle spalle.
"Sicuro?"
"Aaah professò"
"Se c'è qualche problema-"
"La chiamo""Mi raccomando" e fece qualche passo indietro.
"Prof" lo richiamò Manuel con un filo di voce.
"Eh"
"Quelli me li lascia?" e indicò i cornetti che il professore teneva ancora in mano."Tieni" glieli lanciò lui, sorridendo.
STAI LEGGENDO
Ti avvicini e non so stare a te vicino senza amare || Simone + Manuel
Fiksi Penggemar-Simò -Eh -T'ho nascosto da tu padre. T'ho aiutato a vomità. Abbiamo dormito tutta la notte con le dita intrecciate e c'ho un mar de collo che m'ammazza. Per quanto tempo vuoi continuà a tenerme er muso?