Capitolo 7: Una Visita Attesa

561 62 15
                                    

Armance non passava attraverso un portale da parecchio tempo, non amava utilizzarli, preferiva di gran lunga materializzarsi o utilizzare la Rete Nazionale di Camini o, ancora meglio, trasformarsi in un pipistrello e spostarsi liberamente.

Ma il professor Prospero era stato chiaro, c'erano dei rigidi protocolli da seguire e, considerata la discrezione del vice-coordinatore nel non dire nulla al Consiglio, non era il caso di infrangere le regole e mettere a rischio entrambi.

Forse prima o poi il Consiglio lo avrebbe scoperto comunque, ma non era importante per Armance, avrebbe ottenuto le sue risposte quel giorno e ciò che sarebbe accaduto dopo non contava.

Il portale indicatogli dal professor Prospero era situato poco lontano dall'ingresso ovest del Palazzo Eterno, si trovava in un vicolo stretto e lungo fra due palazzi della Roma non magica.

Ovviamente, le persone comuni vedevano solo un breve vicolo cieco ma, attraversata l'illusione magica rappresentata dal muro, i maghi e le streghe trovavano un singolare gabbiotto di ferro e vetro in cui era seduta una donna in divisa grigia e blu, un'Agente della Sorveglianza.

«Permesso?» richiese la donna quando vide Armance attraversare il muro.

Il ragazzo tirò fuori dalla tasca del cappotto il piccolo rotolino di pergamena datogli da Prospero e lo passò all'Agente attraverso un'apertura nel gabbiotto.

«Sei uno studente?»

Armance annuì, non indossava la divisa di Aeternam e sperava che nessuno gli avrebbe fatto quella domanda.

«La persona che ha firmato è un professore?»

«Il vice-coordinatore della mia classe»

La donna osservò ancora la firma di Prospero e sospirò con una punta di fastidio: «Non firmano più nemmeno i permessi le vostre Presidentesse?»

«Pensavo che bastasse la firma di un vice-coordinatore»

Quella fece spallucce: «L'importante è che ci sia la firma di un adulto e quella del Direttore, però non vorrei avere guai con il Consiglio Supremo»

«Non li avrà, credo che il mio professore e il suo Direttore abbiano già concordato tutto» rispose calmo Armance.

La donna si limitò a premere un sudicio timbro metallico su una spugnetta imbevuta di inchiostro magico e a timbrare il permesso.

Armance fece un cenno di ringraziamento con il capo, l'Agente gli riconsegnò la pergamena e indicò la fine del vicolo.

Nell'ombra si poteva notare un bagliore luminescente che fino a poco prima era del tutto assente. Armance si avvicinò mettendo in tasca il permesso e osservando incuriosito il vicolo semibuio e scalcinato.

Quando fu abbastanza vicino notò che il bagliore proveniva da una statuetta della dea Laverna posta in una nicchia nel muro, sul bordo della nicchia era incisa una frase "SI CARCEREM VIS INGREDI, DA LAEVAM DEAE LAVERNAE".

Armance allungò la mano sinistra e afferrò la statuetta luminescente, subito venne risucchiato dal portale e risputato fuori in un vicolo non molto diverso da quello da cui era arrivato.

In realtà era più un cunicolo che un vicolo, e a qualche metro dal portale era posta una scalinata di pietra sbeccata, poco prima c'era un gabbiotto identico a quello nel vicolo di accesso.

Era difficile capire quanto lontano avesse viaggiato passando attraverso il portale ed era impossibile sapere dove si trovasse, in fondo era diretto verso un luogo la cui collocazione era segreta. Armance si avvicinò al gabbiotto e porse automaticamente il permesso timbrato.

Aeternam II: Il Mistero della CongregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora