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Conteggio parole: 2547
Avvertenze: smut
Canzone per il capitolo: Heaven- Julia Michaels

Le luci erano spente. Nella sala non c'era nemmeno un minimo rumore, finché io non persi la presa contro la corda e poggiai i piedi a terra con più forza del previsto. Sopra di me, Vivienne scese con più eleganza, tenendosi saldamente. 

<<Sai, il museo Picasso è proprio dietro l'angolo. Potremmo entrare ed uscire in un batter d'occhio>>, sussurrò, fermandosi a mezz'aria. Con un movimento deciso, intrecciò una parte della corda intorno alla propria caviglia, dondolandosi avanti e indietro.

<<Vuoi rubare un Picasso? Ho la sensazione che sia una frecciatina>>, chiesi con curiosità.

<<Non importa cosa voglio io>>, rispose, terminando finalmente la propria discesa con la stessa eleganza e precisione di un gatto.

<<Be', io voglio un Miró>>, esclamai.

<<Miró sia, allora>>, disse. Il colpo che precedeva il colpo era iniziato da poco, ma io già non stavo più nella pelle. Era quasi folle pensare che quella fosse la mia vita; che per mestiere rubavo i quadri e gli artefatti e ingannavo le persone per sottrargli il letto. 
Seguii Vivienne in un'ala del museo, dove alzò dei cordoni rossi che, tenuti dritti da alcune transenne, indicavano il divieto di passaggio da quella parte. Mi piegai per poterci passare sotto.

<<Questa è la mia vita adesso>>, ripetei a voce alta.

<<Immagina cosa farai con noi tra sei, sette, anni>>, disse.

<<Credi che rimarrò con voi per così tanto tempo?>>, domandai. Una sala piena di raggi laser mi fermò, portando lei a fare lo stesso. Posò le mani sulle mie spalle.

<<E' il numero di anni che io ho passato con loro. Hai degli impegni importanti ed urgenti da compiere nel prossimo....decennio?>>, chiese.

<<Sembra un impegno a lungo termine, non trovi?>>, domandai a mia volta. Come il matrimonio, Vivienne! Se era quello che intendeva, ovviamente, perché solo con lei poteva sembrare poco chiaro qualcosa di così ovvio.

<<Piccioncine, sicure di volerlo fare? Posso sempre disattivare i laser da remoto>>, ci avvisò Zoe.

<<Natalie ha bisogno di fare pratica. Questa è una parte importante del suo allenamento>>, commentò Vivienne.

<<Be', sappiate che le telecamere saranno fuori uso per quindici minuti. Nessuno riuscirà a vedervi, nemmeno io. Perciò, buona fortuna>>, ci avvisò l'hacker. Attendemmo per alcuni minuti, poi la telecamera smise di muoversi ed entrammo nella stanza.

<<Non toccare nemmeno i sensori del calore>>, si raccomandò Vivienne.

<<Lo so, lo so. Tu, più che altro, fai attenzione con quel mantello>>, dissi. Come a prendersi gioco di me, intraprese una serie di piroette, con il mantello che sembrava seguirla come un fedele alleato. Sembrava quasi che avesse vita propria e sapesse come muoversi per evitare di attivare i sensori. Giunta dall'altra parte della sala, mi guardò con un sopracciglio inarcato.

<<Dicevi?>>.

<<Niente, niente. Ti prego, continua>>, mormorai.

<<Renderò di nuovo di moda i mantelli, questo è sicuro come il mio amore per te>>, affermò. Mi morsi il labbro inferiore, perché ormai l'aveva detto così tante volte che non potevo nemmeno più ignorarlo.

<<Inoltre, così non devo portare le borse>>, aggiunse, aprendolo verso sinistra per prendere uno di quei dispositivi che servivano a tagliare il vetro da una delle tasche. In quel modo, ci impiegammo tre minuti per prendere quello che volevamo, dandoci di più della metà del tempo per uscire ancor prima che le telecamere prendessero a funzionare. Proprio mentre stavo per andarmene, Vivienne mi prese per il polso, fermandomi.

Queen of thieves (libro 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora