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Conteggio parole: 2223
Canzone per il capitolo: What a wonderful word- Joseph William Morgan ft Shadow Royale

La stanza che aveva fatto costruire Nikolai era silenziosa, quasi insonorizzata perché quando ci entrai, ebbi la sensazione di aver trovato la porta per un altro mondo. Passando tra i vari Monet, mi ritrovai finalmente, dopo settimane, desiderosa di rilassare le spalle e tirare un sospiro di sollievo. Vivienne era dall'altra parte della stanza e, anche se avevo gli occhi chiusi, sapevo che mi stava guardando.

<<Questo è il momento che aspetto ogni volta. Proprio questo>>, sussurrò. 

<<Come vuoi festeggiare?>>, chiesi, allungando la mano perché sapevo che mi avrebbe raggiunta. Infatti, le sua dita si intrecciarono con le mie.

<<Ho implorato Zoe di preparare una crostata, ma non ha voluto sentire ragioni>>, mormorò, mettendo il broncio. 

<<Aw, ed io che credevo di essere l'unica che sapeva come farti implorare>>, la stuzzicai, alzando un sopracciglio. La mano libera di Vivienne si posò sulla parte bassa della mia schiena, lasciandomi un pizzicotto che mi fece ridacchiare. 

<<Sei diventata molto insolente in questo periodo. Cosa deve fare una dominatrice per farsi rispettare, qui?>>, domandò. Mi voltai, portando le braccia intorno alle sue spalle per poterla baciare.

<<Ti rispetto>>, sussurrai. Mi baciò di nuovo, e di nuovo, e di nuovo, poi scese lungo il mio collo, facendomi sentire improvvisamente confusa.

<<Vivienne, Vivienne, aspetta. Il rossetto>>, l'avvertii. Si fece indietro, permettendomi di vedere le sue labbra gonfie e il cosmetico sbavato. Mi portò verso la panchina presente nella stanza, facendomi sedere con attenzione.

<<Pensavo di essere immune, ormai. Facciamo pratica tutti i giorni>>, mi lamentai.

<<"Fare pratica"? E' così che vuoi chiamarlo?>>, disse. Scoppiai a ridere, portando la fronte contro la sua spalla mentre mi accarezzava la schiena.

<<Mi dispiace per come mi sono comportata in questo periodo, Natalie. Ho provato ad essere calma e forte, perché credevo che fosse quello di cui avevi bisogno...ma invece, sono risultata fredda e distaccata e ti ho ferita. Di nuovo>>, sussurrò, portando gli occhi sul quadro alle mie spalle. Ebbi un flash, un ricordo del nostro primo bacio a Parigi. In particolare, le parole che aveva pronunciato: "temo che sarò io a fare del male a te".

<<Era quello che temevi>>, affermai.

<<Esatto e adesso mi sento alla deriva>>, ammise. Guardai il pavimento, rendendomi conto che da alcuni minuti la stanza aveva smesso di girare. 

<<Possiamo dirci la verità, ora che possiamo respirare un po'? Cosa ti succede, Vivienne? Non so più dove sei e non voglio perderti>>, dissi, stringendo il suo avambraccio. Si morse il labbro inferiore, portandosi la mano contro il petto come se volesse controllare le proprie emozioni. 

<<Il mio compito è capire cosa vogliono le persone, ma da un po', non sono più in grado di leggerti>>, disse. Non sapevo cosa mi aspettavo dicesse, ma sicuramente non era quello.

<<Che vuol dire?>>. Piegò il volto di lato, come se si vergognasse.

<<Anche quando credo di aver capito cosa vuoi, mi rendo conto di aver sbagliato...sto sbagliando tutto! Per mesi, riuscivo a sentire il tuo desiderio e invece, una mattina mi sono svegliata e tu...eri lì...e mi guardavi>>, mormorò.

<<In maniera negativa?>>, chiesi. 

<<No. Forse? Onestamente, non era né positiva né negativa. Era...non sentivo niente da parte tua e cosa potevo mai fare con quello?>>, disse. Afferrai le sue guance, obbligandola a guardarmi.

Queen of thieves (libro 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora