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Conteggio parole: 2287
Canzone per il capitolo: She loves control-Camila Cabello

Ancora una volta, Vivienne mi mostrò che ci voleva molto di più di una sorpresa del genere per sconvolgerla. Nel frattempo, Nadia sembrò aspettare una reazione che non sarebbe arrivata, mentre sistemava meglio le gambe sulla scrivania.

<<Oh, sei tu>>, disse la mora, spostandosi i capelli dalla spalla e, con quel semplice gesto, riuscì ad attivare i nostri auricolari.

<<Davvero, Nadia, ho un appuntamento tra quindici minuti. Non è il momento>>, aggiunse.

<<Sto arrivando>>, disse Nikolai al mio orecchio. Mi tranquillizzai subito quando sentii che presto sarebbero giunti i rinforzi, perciò feci un paio di passi indietro e lasciai che Vivienne gestisse Nadia. 

<<Non ruberò il tuo tempo, promesso. E qualsiasi cosa tu voglia rubare,  non mi intrometterò né tanto meno proverò a fermarti>>, disse la bionda con un piccolo sorrisetto.

<<E dovrei crederti perché...?>>.

<<Voglio vederti da vicino, dunque perché dovrei salire sul palcoscenico ed interromperti?>>, le fece notare l'altra.

<<Eppure sei qui>>, mormorai prima di potermi fermare. Le attenzioni di Nadia erano posate solo ed esclusivamente su Vivienne, proprio per questo motivo si voltò di scatto verso di me, come se mi avesse vista solo in quel momento. I suoi occhi si indurirono come erano soliti farlo quelli di Nikolai quando Elizabeth si comportava male. 

<<La bambina deve seguirti ovunque tu vada?>>, borbottò la bionda. Con una serie di passi eleganti, Vivienne andò a sedersi sulla scrivania, posizionandosi così proprio di fronte a Nadia. In quel modo, il suo corpo si intromise completamente tra di noi, come a voler impedire all'altra di vedermi.

<<Non pensare a lei. Io e te dobbiamo parlare ormai da un po'>>, disse la mora. Avevo dimenticato quanto potesse essere affascinante Vivienne quando posava gli occhi su qualcuno; quando iniziava a giocare. Come se fosse una casa degli specchi, era in grado di far vedere tutto e niente concretamente, guidando l'attenzione ovunque desiderava. 

<<Non sei l'unica persona che vuole lavorare con me, Nadia. Ma al momento tra di noi non c'è fiducia, perché quella va guadagnata>>, disse Vivienne, portando l'indice contro il mento dell'altra per far incontrare i loro sguardi. 

<<Che noia! Tuttavia, devo ammettere di aver iniziato col piede sbagliato>>.

<<Forse>>, mormorò Vivienne.

<<In mia difesa, però, non sapevo di potermi fidare di te>>, disse Nadia, sporgendosi in avanti per toccare il papavero sul petto della mia ragazza. <<So che sei entrata a far parte dei Poppy quando eri molto giovane, ma non diventa stancante frequentare sempre gli amici del liceo?>>.

<<Eppure continuano ad essere più interessanti di te>>, ribatté Vivienne senza un minimo di esitazione. Nadia emise un verso con la bocca, stringendo le sopracciglia. Subito dopo, si mise in piedi, sistemandosi la giacca che indossava. 

<<Se ti accontenti di quello che hai, forse ti ho giudicata male. Ero sicura che tu preferissi una terribile verità piuttosto che una bella bugia>>, mormorò la bionda, facendo scontrare la sua spalla contro quella di Vivienne quasi in maniera soddisfatta. Camminò con convinzione, ignorando me e tutto il resto. Afferrai la manica della sua giacca, obbligandola a rimettermi nel suo campo di visione. Mi guardò infastidita.

<<Natalie>>, mi richiamò Vivienne, tuttavia se avesse voluto ottenere qualcosa, avrebbe dovuto soltanto trascinarmi via da quella stanza.

<<No, non può comportarsi come una ragazzina viziata e poi andare via con l'ultima parola. Ho delle domande da farti>>, dissi, stringendo le sopracciglia. I suoi occhi si posarono dritti nei miei, mentre una chiara dimostrazione di chi avesse il controllo su chi prendeva vita tra di noi. 

Queen of thieves (libro 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora