CAPITOLO 13

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Circa un'ora dopo Mattia si era svegliato tra le braccia più belle del mondo, le stesse braccia che avrebbe voluto lo stringessero per tutta la vita e che non aveva permesso che lo lasciassero per il resto della notte, come un bimbo che ha bisogno di essere cullato dopo un brutto sogno.
E chi era Christian per negare a quell'angioletto con i riccioli sudati e le guance rosse e paffute le carezze di cui aveva bisogno?
Pertanto il moro era rimasto sveglio tutta la notte ad osservare il piccolo sospirare sul suo petto, finché l'altro non si era svegliato, stropicciandosi gli occhi e sorridendo nel vedere come prima cosa quegli occhi verdi che lo fissavano.

Avevano fatto colazione, tentando entrambi di non ricordare i sogni di quella notte. Ma poi arrivò il momento in cui Christian dovette chiedergli spiegazioni, fu più forte di lui, non tanto per curiosità, quanto più per preoccupazione per lo stato in cui aveva visto l'amico.
E Mattia dovette dirglielo, non poteva mentire e non voleva neanche farlo.

Glielo disse. Gli raccontò che era stato vittima di prese in giro per i tre mesi peggiori della sua vita e gli disse anche che il motivo era la sua sessualità.

Christian lo osservò raccontarsi incredulo, massaggiandogli la schiena per calmare i suoi singhiozzi. E più della compassione, più della rabbia per quegli stupidi che avevano deriso il suo amico, crebbe in lui una grossa vergogna per non esserci stato.
Aveva fallito nel suo dovere di migliore amico, aveva fallito nel suo ruolo di fratello maggiore, aveva fallito nella sua promessa di proteggere la cosa più preziosa della sua vita ad ogni costo. Aveva fallito.
E si sentì anche incredibilmente stupido, per non essersi mai accorto di niente, per aver permesso al biondo di allontanarsi da lui proprio quando invece gli sarebbe dovuto stare vicino.

<<Accidenti Matti io sono scioccato... Ma perché non me l'hai detto? Ti avrei potuto proteggere, come ho sempre fatto fin da quando eravamo piccolini e al parco i bambini più grandi ti rubavano l'altalena e io ho rischiato più volte di fare a botte per te.>>

Mattia emise un risolino, mantenendo però la sua aria abbattuta.
Non poteva confessargli tutto. Non poteva dirgli che il bullismo era stato solo la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Non poteva dirgli che non era tornato da lui a farsi difendere perché non avrebbe fatto altro che alimentare quelle voci e soprattutto perché avrebbe messo in pericolo anche lui. E non poteva dirgli che, per quanto lui avesse sempre amato la protezione del più grande, non erano più quei bambini al parco e non avrebbe mai permesso che Christian soffrisse in alcun modo. Non dopo aver scoperto che lo amava.

<<Aspetta...>> Poi però, di fronte al silenzio totale del biondo, il più grande parve avere un'illuminazione, facendo d'un tratto crollare tutte le intenzioni di Mattia di non dire la verità. <<Non è che magari c'entravo anche io in qualche modo? Ed è stato per questo... il motivo per cui ti sei allontanato da me.>>

<<Chri, io...>>

Ma Christian stava iniziando a collegare i vari pezzi del puzzle, scoprendo quanto tutto combaciava perfettamente secondo quella prospettiva che gli si era palesata in testa e di cui stava trovando conferma nello sguardo con cui il biondo lo guardava anche ora, quasi implorante. 
<<Prima ancora di quegli episodi, era già da mesi che mi evitavi... Non è che magari c'erano voci anche riguardo il nostro rapporto?... Magari... Beh in ogni caso erano solo delle stupide voci giusto? Tu non ti sei davvero...>> 

E a quel punto Mattia dovette sputare il rospo, non aveva più senso mentire di fronte a quel ragazzo che amava da sempre senza che lui sospettasse di nulla, ma che adesso sembrava aver capito tutto ciò che gli aveva sempre tenuto nascosto. <<Chri, non avercela con me... Ero solo un ragazzino alle prese con sentimenti che ancora non sapevo gestire... ho avuto paura, paura di ciò che provavo, paura di rovinare tutto e... e poi ho finito per rovinare tutto lo stesso.>>

<<Quindi è vero? Te ne sei andato perché ti sei accorto che non ti bastava più essere solo amici?.... Accidenti adesso non so neanche come dovrei reagire. Mi sento solo ancora più stupido per non essermene mai accorto.>>

<<Te l'ho già detto che tu non hai colpe... sono io che mi sono innamorato della persona sbagliata, tutto qua... capita a quell'età, sono cose che possono succedere, credo...>>

Christian sbarrò gli occhi di fronte alla parola "innamorato", che sulla bocca del biondo avrebbe avuto un sapore così dolce, se solo non fosse stata riferita a lui.

L'altro dovette notare il suo smarrimento di fronte a quel termine e gli prese la mano, mentre le lacrime scendevano libere dagli occhi di entrambi: <<Sì Christian, io ti amo. Ormai non ha più senso usare mezzi termini anche perché ho finto già per troppo tempo, non credi?>>

Il moro si limitò ad annuire, sempre più colpito dalle sue parole.

<<Però accetto questa situazione, davvero. Ormai so come conviverci.>>

A quel punto Christian, prendendo atto che non esistessero cose appropriate da dire in quella situazione, si limitò a seguire l'istinto e ad abbracciare il biondo, che si lasciò immediatamente stringere.
E forse per la prima volta si permise di ascoltare tutto ciò che quell'abbraccio conteneva, tutto l'amore e il dolore che il cuore del piccolo urlava direttamente sul suo petto, allo stesso modo in cui lacrime e sospiri si infrangevano sul suo collo.
E allora si chiese ancora una volta come avesse fatto a non accorgersi prima di tutto ciò che adesso gli sembrava fin troppo lampante, a quanto potesse essere stato cieco di fronte a qualcosa di così potente.

<<Non ti dà fastidio se ti abbraccio vero? Adesso devo stare attento a non ferirti ulteriormente...>>

Mattia si limitò a sorridere affettuosamente tra le sue braccia, pensando a quanto fosse assurdo che il moro fosse il più teso tra i due considerando che era lui quello che gli aveva appena aperto il suo cuore. <<No Chri, non mi potrebbe mai dare fastidio.>>

Poi, staccandosi dall'abbraccio, Mattia si concesse un altro piccolo grande gesto: avvicinò deciso il suo viso a quello dell'altro, fermandosi mezzo secondo a contemplare il suo sguardo umido, palesemente irrigidito da quella vicinanza. E poi lo fece, appoggiò castamente la bocca sull'angolo di quelle labbra screpolate che più volte aveva visto baciare labbra altrui e chiuse gli occhi, sospirando profondamente, mentre per quei pochi ma intensi secondi Christian rimase congelato senza sapere come reagire, senza riuscire più a distinguere le sensazioni che scaturivano dal proprio corpo e da quello dell'altro.

E continuò a restare pietrificato anche mentre il piccolo si svincolava dalle sue braccia sorridendo in modo spento, senza però guardarlo negli occhi.
Che significato aveva quel bacio così trattenuto ma intenso? Forse il biondo aveva semplicemente colto l'occasione per dare sfogo ad un suo ultimo desiderio? O magari era un modo per convincerlo in qualche modo a ricambiare i suoi sentimenti? Probabilmente niente di tutto ciò. Probabilmente era stato un gesto fine a sé stesso, egoista, con cui Mattia aveva detto addio alla speranza che si era riaccesa in lui nelle ultime settimane, rinunciando definitivamente a quel qualcosa che in fondo sapeva non avrebbe mai avuto.

E in quel momento, mentre osservava il biondo raccogliere le sue cose e rivolgergli un ultimo sorriso spento uscendo rapidamente dalla porta, Christian seppe cosa stava facendo Mattia. Gliel'aveva già visto fare e sapeva che l'avrebbe fatto ancora. Gli stava chiedendo di lasciarlo andare un'altra volta. 

Love me or Let me go💜 [_Zenzonelli_]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora