CAPITOLO 7

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Dal dire al fare, si sa, c'è di mezzo il mare. O in questo caso il coraggio di superare certe barriere costruite negli anni.
Ma se c'era una cosa che Christian aveva imparato in quei due anni bui della sua adolescenza era che quel coraggio era fondamentale e che se voleva qualcosa doveva lottare per averla piuttosto che aspettare che magicamente tutto tornasse a posto.
E ciò che voleva era molto semplice: rivoleva indietro il suo migliore amico e il suo bellissimo legame con lui, il più bello che avesse mai avuto.

Ecco perché, dopo 3 giorni di titubanza in cui non riusciva neppure a stare attento alle lezioni, si decise ad agire per tenere fede alla parola data e quel giovedì si posizionò davanti al liceo frequentato da Mattia, con lo sguardo attento alla ricerca in mezzo alla folla di liceali del suo unico obiettivo.

<<Chri! Cosa ci fai qui?>> fu la prima cosa che Mattia disse con aria sorpresa appena lo vide, distanziandosi di qualche metro da Francesco e gli altri amici per avvicinarsi a lui.

<<Ehi... per oggi ho già finito le lezioni quindi ho pensato che poteva essere un buon giorno per uscire come avevamo detto, se puoi insomma... Subito volevo scriverti ma poi ho pensato che era più carino se ti aspettavo fuori da scuola, tipo come fanno i fratelli maggiori...>> sorrise nel pronunciare quella frase che gli era uscita spontanea e vide l'altro sorridere a sua volta, leggermente imbarazzato per la situazione.

<<Sì beh sei stato molto carino a venire infatti... io uscirei volentieri con te, davvero... ma oggi avevamo già programmato di andare a pranzo con i miei amici e non so se sia il caso che tu veng->>

Furono interrotti da Francesco, che a quanto pare aveva ascoltato tutta la conversazione. <<Perché no? Unisciti pure a noi!... Matti, non avevi detto che avevi tanta voglia di rivederlo?>> A quelle parole, il biondo fulminò il suo amico con lo sguardo, senza avere il coraggio di guardare la reazione di Christian, che invece stava sorridendo compiaciuto. 

<<Beh per me va bene venire con voi allora, sempre se non è un problema... a te fa piacere vero Matti?>>

<<Sì sì certo.>> rispose Mattia, mentre si incamminavano, lanciando poi un'ultima occhiataccia a Francesco come avvertimento di non metterli in imbarazzo con le sue domande.

Ovviamente, quell'avvertimento non servì a molto, dato che dopo soli 5 minuti che erano seduti a tavola Christian aveva già dovuto raccontare metà della sua vita a degli sconosciuti. E l'unico che non era sconosciuto se ne stava invece zitto, stizzito dal fatto che stessero sottoponendo il SUO amico a quelle domande che lui stesso avrebbe voluto porgli direttamente. Oltre tutto, a differenza dei suoi amici, lui conosceva bene la poca propensione del moro al dialogo e poteva captare tutto il disagio che cresceva nella sedia accanto alla sua, facendo angosciare anche lui sempre di più.

Per fortuna le domande di Francesco e degli altri due ragazzi che erano con loro, che sembravano in quel momento più amici di Christian che suoi, furono interrotte dall'arrivo dei panini da loro ordinati.
Solo allora Mattia ebbe l'occasione per guardare il moro negli occhi per chiedergli se fosse tutto ok, ricevendo un segno di assenso poco convinto.

<<Beh ma tu e mia sorella quindi?>> Dopo soli 2 minuti le domande avevano ripreso ad investire Christian, facendo crollare di nuovo la tensione sul loro tavolo, insieme al nervosismo di Mattia.

<<Cosa vuoi dire? Non stiamo insieme e non credo neanche di piacerle.>>

<<Sul serio? Ma se Alice non fa altro che parlare di te quando torna da lezione... le opzioni sono due, o mia sorella è improvvisamente diventata brava a fingere oppure tu sei proprio cieco. E io dubito che sia la prima.>>

A questo punto fu Mattia ad intervenire, forse per la prima volta da quando erano seduti a quel maledetto tavolo: <<Basta Fra, non è detto che sia così... Non hai pensato che magari a Christian non piace lei? Anche questa è una possibilità.>> aveva tentato di non far trasparire la sua rabbia del momento, ma capì di aver fallito nell'intento quando i suoi amici lo guardarono confusi.

Christian invece si lasciò sfuggire un sorriso, sollevato dall'intervento del biondo a suo favore, anche se poteva percepire una certa angoscia nella sua voce, segno del fatto che neanche lui stesse apprezzando quella conversazione.
<<Oh sì beh, non è che Alice non mi piaccia, però voglio fare le cose con calma... non sono sicuro che tra di noi possa funzionare. Matti sa quanto io possa essere insicuro in certe situazioni.>> Tentò di sviare il discorso, sperando in un intervento di Mattia. Intervento che sarebbe anche arrivato se solo non l'avesse preceduto l'ennesima domanda scomoda proveniente dall'altra parte del tavolo.
<<Ah sì, è vero che voi due siete praticamente amici per la pelle, Matti ci ha detto che vivevate praticamente insieme e che avete sempre condiviso tutto...è un peccato che poi non vi siate più visti...però é comprensibile...>>

Finché Francesco si dava botta e risposta da solo, gli unici feedback che riceveva erano quelli dell'altro amico seduto di fianco a lui, che emetteva versi di assenso mentre si ingozzava col panino.
I due diretti interessati stavano invece muti, non sapendo cosa dire.
Questa volta neppure Christian rispose, non trovando opportuno parlare di quell'argomento ancora delicato in quel momento, specialmente davanti a degli estranei che non conoscevano nulla del loro rapporto, se non ciò che poteva aver raccontato loro Mattia.

Inizialmente non gli era dispiaciuta l'idea di aggregarsi a quell'uscita improvvisata, pensando che la presenza di altre persone avrebbe attenuato l'imbarazzo tra loro due, ma in quel momento l'unica cosa che avrebbe voluto era poter restare da solo con il biondo, anche perché in quell'ora in cui erano stati seduti vicini non si erano praticamente rivolti la parola.
 La conferma che non fosse l'unico ad avere quei pensieri arrivò quando Mattia si alzò scocciato da tavola, precipitandosi verso il bagno senza dire nulla.
A quel punto, per Christian fu facile acchiappare quell'occasione per liberarsi dall'interrogatorio a cui era stato sottoposto e soprattutto per poter rimanere da solo con il piccolo. Perciò in un attimo fu dietro di lui e quando arrivò al bagno lo trovò lì, come se lo stesse aspettando a braccia aperte, scalpitante quanto lui di poter avere anche solo un secondo in quella dimensione silenziosa ma piacevole in cui c'erano solo loro e che nessun altro avrebbe mai potuto capire.



-Writer's space-

Ciao ragazz*, il capitolo non mi piace molto però tenterò di recuperare pubblicandovi il continuo al più presto. 

Byee😘

Love me or Let me go💜 [_Zenzonelli_]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora