Sequel- Parte 25.

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Lo spettacolo era finito da poco, ero tornata nel mio camerino da sola, ancora sconvolta per quello che era successo su quel palco.
Avrei dovuto abituarmi, avrei dovuto aspettarmelo, ma in realtà è che il dolore ci si abitua; lo si incamera ogni volta in maniera diversa, ed io dovevo ancora capire quale fosse la maniera giusta che non mi facesse soffrire ogni volta che Vinnie mi trafiggeva con i suoi comportamenti.

Non avevo assistito alla sua reazione al bacio tra me e Alan, il mio petto era premuto su quello di Alan e le mie spalle erano rivolte a Vinnie, eppure quando la danza delle bocche finì mi voltai immediatamente verso la sua poltrona. Era vuota, ma accanto la presenza di Peach c'era, ed era sconvolta.

Mi tolsi immediatamente quell'intimo sudicio che non faceva parte di me, afferrai una vecchia felpa larga e la indossai insieme ad un paio di morbidi pantaloni di una tuta del medesimo colore; staccai i capelli da quella coda scura e tirata, mentre mi liberai di ogni tratto di make-up sul mio volto.
La porta bussò e io non persi tempo a far entrare la persona al di dietro.
Speravo con tutto il cuore che fosse Vinnie, ma dentro di me sapevo che Vinnie non avrebbe mai bussato, ma si sarebbe imposto con la sua arroganza che da tempo lo contraddistingueva.

-Senti Alan, mi dispiace non volevo baciarti, non volevo nemmeno usarti, non ti bacerei mai, voglio dire non perché tu non sia...- iniziai a parlare senza fermarmi mentre chiudeva la porta alle sue spalle.

-Dayane, va tutto bene.- sorrise con la sua dentatura perfetta si mosse lento verso di me cercando di calmarmi. -So perché l'hai fatto.-

Mi vergognai più che mai e abbassai lo sguardo a terra.
Alan era già vicino a me e si poggiò di schiena alla postazione dove mi preparavo.
Non sapevo cosa dire, eppure, in quel momento non c'era bisogno di parole perché Alan le pronunciò per me.

-Devi essere proprio innamorata.- mormorò carico di compassione.

-Così dicono.- alzai le spalle e mi affossai in un suo abbraccio, era caldo per lo sforzo dell'esibizione di poco fa, ma quello che più alimentava il suo corpo era senza dubbio la sua bontà d'animo.

***

Era passata un'ora dalla compagnia di Alan, avevo finito di svestirmi di quella sporcizia del locale e il mio umore era a picco per quanto successo con Vinnie e in più ancora non avevo scoperto nulla sulla correlazione che ha con l'Apollo Club.

Alan mi aveva nuovamente congedata dicendo che si sarebbe fermato di più nel locale e appena io ho provato a chiedere il perché lui era già sparito dalla mia vista lanciandomi le chiavi della sua auto in mano.
Questo voleva dire che non sarebbe tornato con me o forse che non sarebbe più tornato per quella notte, e in più, avrei dovuto guidare la sua auto senza avere la minima idea di come si faccia in una città così caotica?

Uscii dal retro dell'Apollo avvolta nel mio cappotto XL e nella felpa di altrettanta misura; il freddo di Febbraio si faceva sentire come una lama che lacera la pelle.
Non era tardi, ma il buio era già calato, e le persone di quel quartiere erano sparite lasciando spazio a ciottoli di vie vuoti, gli uomini che alimentavano l'Apollo ancora erano all'interno, la vera serata doveva ancora cominciare e questo mi permise di essere più tranquilla mentre uscivo da sola per dirigermi all'auto di Alan.
Poi mi ricordai del mio appuntamento con Colin e gli inviai un messaggio istantaneo in cui gli chiedevo di trovarci al collage tra mezz'ora.

-Mi piace quando balli su quel palco, un po' meno quando cadi nelle labbra di qualcun altro.-

Sussultai e mi voltai di scatto spaventata.
I suoi lunghi capelli arancio venivano illuminati dalla luce artificiale del palo, il suo viso era calato in basso coperto dalla scura penombra, ad illuminare i tratti delicati e definiti era la combustione della sua sigaretta, mentre le spalle larghe erano poggiate sul freddo muro di pietra.
La sua voce mi tranquillizzò, ma il mio cuore non smise di accelerare i battiti, anzi aumentarono a quella vista di lui che accrebbe la mia libidine.
Era un dannato, era Lucifero, e si sa Lucifero era la perfezione, e lui ne incarnava ogni tratto.

La mia metà oscuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora