Parte 58

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<<Vinnie sono stanca, sono due ore che camminiamo.>> dico strisciando le mie gambe sul tappeto di foglie.
Vinnie sta provando in tutti i modi di far funzionare il Woki-Toki, ma nessuna risposta, siamo così lontani che i dispositivi non funzionano. Le parole che ci siamo scambiati sono poche, ho parlato solo io e più che altro per lamentarmi di quanto fossi esausta, e a lui non sembra importare.
Voglio sapere che gli prende.

<<Tra poco calerà la sera Dayane.>>

<<Maddai? Mi consoli dicendomi questo.>>

<<Oh scusami. Tranquilla Dayane, ci stiamo facendo una romantica passeggiata nel bosco con dei teneri uccellini, senza pensare a quanto la tua idea di fare un'escursione da sola ci abbia messo in questa situazione.>>

Oh, ora ho capito il suo problema. Mi sta accusando di essermi persa, ma nessuno gli ha chiesto di venirmi a cercare per poi rinfacciarmelo.

<<Mi stai incolpando di qualcosa?!>> incalzo pesantemente contro di lui.

<<Sì, di essere una testa di cazzo.>>

Vado avanti superando la sua posizione, lasciandolo indietro. Non posso nuovamente andarmene e proseguire da sola, ma questo non include che non possa evitarlo per tutto il tempo. Lo odio, del tutto, nonostante i miei occhi posati su di lui dicano il contrario. E' stanco e sudato e i suoi lunghi capelli umidi sono appicciati sulla sua fronte. Ha abbandonato la sua felpa nera legandosela in vita lasciando intravedere delle perfette braccia definite cariche di vene che si dimenano ad aggiustare il Woki-Toki.

<<Nessuno ti ha detto di venirmi a cercare.>> urlo a due metri avanti a lui.

Non mi risponde. Si limita a guardarmi torva per poi continuare a camminare distratto dal paesaggio, e ormai arreso dall'uso dell'aggeggio elettronico.

E' passata mezz'ora e il sole è del tutto tramontato lasciando spazio al crepuscolo con un mix di colori da mozzafiato. Cerco di accelerare il passo per affrontare l'ultimo pezzo di salita ed ammirare il panorama, l'unica cosa positiva rimasta prima di farmi prendere dal panico e capire che trascorreremo tutta la notte qui, senza cibo e senza coperte.
Con gli ultimi sforzi arrivo sulla vetta di quella che è una piccola collina all'interno del bosco e finalmente mi fermo e mi godo il panorama privo di alberi, Vinnie è ancora alle mie spalle.  Mi siedo abbandonando lo zaino per riposare sull'altezza  della collina, e i miei occhi si soffermano su delle luci artificiali sottostanti al dirupo della collina.

<<Vinnie!>> inizio ad urlare. <<C'è un paese!>>

Lui mi raggiunge in fretta e inizia a studiare tutto il paesaggio per trovare un via d'uscita dalla collina e raggiungere la cittadina.

<<Seguimi.>> mormora e inizia a procedere in direzione del paese.

Nemmeno il tempo di sedermi che già devo alzarmi e camminare, quando finirà quest'inferno? Lo sapevo che non dovevo venire, dannata Lily.

Dopo venti minuti siamo arrivati in quello che è un classico piccolo paese di montagna, attraversato solo da una lunga strada asfaltata, ai lati una serie di antichi edifici illuminati da lanterne con luci gialle e adibiti in pub, hotel e bistrot turistici.

<<I cellulari prendono qui Vinnie, chiama qualcuno.>> dico affiancandomi al suo passo.

<<Che fantastica idea Dayane, se non fosse che anche il mio si è scaricato per cercarti.>>

Ancora rinfacci, non ne posso più.

<<Vaffanculo Vinnie.>> e lo abbandono sul posto entrando al primo ristorante che trovo sotto i miei occhi.

Sembra una vecchia taverna, la moquette rosso scuro circonda pavimento e pareti e un forte odore di birra misto a fritto penetra nelle mie narici. L'ambiente è piacevolmente caldo e anche piacevolmente vuoto. Mi avvicino nella hall dove un uomo sulla sessantina, con degli occhiali poggiati sulla punta del suo naso si destreggia tra vecchie scartoffie, chiavi di camere, e conti alla cassa.

<<Salve, un tavolo per due.>>

Guarda stranito alle mie spalle, senza vedere la persona numero due per la quale ho prenotato.

<<Certo, mi segua pure.>>

Vinnie mi raggiunge pochi minuti dopo accomodandosi al tavolo prenotato da me, e senza guardarmi in faccia inizia ad ispezionare il menù. Poco dopo l'ordinazione i piatti sono già sul nostro tavolo.

<<Desiderate qualcosa da bere?>> chiede l'anziano signore.

<<Del vino rosso.>> aggiunge Vinnie.

<<No, bianco.>> rispondo congedando quello che sembra il proprietario del posto.

<<Vinnie, non dovremmo chiedere come uscirne da qui a qualcuno?>> mormoro imboccando il primo boccone di pasta dopo ore di digiuno.

<<Non abbiamo molta scelta Dayane. Questo posto sembra ambientato nel medioevo, non credo avranno mezzi di trasporto.>> risponde fisso sul piatto evitando del tutto il contatto visivo.

<<Beh chiediamo, no?>>

<<Appena avrò finito andrò a chiedere.>> e ritorna sul suo piatto.

Vinnie è l'ultima persona al mondo con la quale avrei voluto passare questa spiacevole avventura. Dovrei essere io quella a non parlare e non lui, eppure si prende il diritto di freddarmi con le sue parole.

<<Chissà cosa direbbe Sarah se sapesse tutto ciò...>> provoco versandomi da bere.

Irrigidisce le sue pronunciate mascelle e torna ad ignorarmi.
Beh, non è questo quello che volevo ottenere da lui.

<<Sarà questa la volta giusta del suo suicidio? Chissà.>> continuo a provocarlo sorseggiando del vino.

<<Di sicuro Sarah non si suiciderebbe persa dentro ad una montagna.>> risponde posando il bicchiere di cristallo con lo sguardo fisso nel mio.

Che stronzo, meglio non rispondere, non ne vale la pena, anche volendo non potrei, lui è già di fronte al bancone del signore a chiedere informazioni per il ritorno.

<<Sapete dirmi da dove provenite? Magari potrei aiutarvi.>> chiede l'anziano signore.

<<No, non lo sappiamo. Eravamo a casa di un amico in vacanza e ci siamo persi durante questa escursione.>>

<<Ah! Non vi preoccupate, non siete i soli a perdervi in quell'escursione. Ma ahimè, potete passare la notte qui, al piano di sopra vi è il nostro hotel, è dei migliori nella zona sa?>> sento dire.

Oh no, non metterti anche tu vecchio, non una madre di Vinnie 2.0. Per fortuna pongo le speranze nel nostro odio reciproco e so che Vinnie troverà un'altra soluzione.

<<Va bene allora. Mi dia una camera.>>

Cosa?! Una camera? Una?

<<Due!>> rispondo alzandomi immediatamente per raggiungerli.

<<No, me ne dia solo una.>> ribatte stizzito Vinnie.

<<Ah, le donne.>> mormora il vecchio sorridendo e porgendogli le chiavi in mano.

<<Bene, sarà Vinnie a pagare, buonaserata.>>  afferro le chiavi e prendo il mio zaino, abbandonando Vinnie lì, e mi incammino per raggiungere il piano superiore.

Sarebbe potuto esserci Dylan, Lily, andava bene anche Samantha e invece mi ritrovo sempre in queste fottute situazioni con lui, la persona con il quale in questo momento avrei voluto avere meno a che fare. Sembra un déjà-vu, di nuovo, con la differenza che l'ultima volta lui non mi aveva ancora fatto del male ed io non lo odiavo, anzi, era l'inizio di quello che provavo per lui.

BUONASERA RAGAZZ*
VORREI RINGRAZIARVI CHE IN TANT* STATE LEGGENDO LA MIA NUOVA STORIA MUSTANGLOVE E LA STIATE APPREZZANDO.
PER CHI NON LO SAPESSE PUÒ TROVARLA SUL MIO PROFILO WATTPAD.

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