𝘝𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘹 𝘔𝘢𝘭𝘦!𝘙𝘦𝘢𝘥𝘦𝘳

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Requested by: renato444555

Venti è il bardo del castello di cui il principe si innamora.

Viviamo in una monarchia, direbbero in molti.
Eppure qui dentro la vita sembra come se ci fosse una tirannia.
Nel castello in cui vivo, la vita è come un inferno: non vedo l'ora che mio padre, il re, mi faccia spazio nella gestione del regno così da portare un po' di serenità.
Sono solo un giovane principe, ma sono già esausto dello stile di vita che lui mi fa condurre.
Qui dentro è come una prova di sopravvivenza per tutti, addirittura il bardo, che era colui che portava un po' di allegria durante i banchetti, si è dato alla morte per come era trattato da mio padre. Era un ragazzo giovane, e forse, per questo, non è riuscito a sopravvivere alla pressione che faceva su di lui.

~~

Un nuovo banchetto a corte.
La solita quotidianità, la solita noia.

Stavamo mangiando tranquillamente, quando mio padre si alza in piedi e richiama l'attenzione di tutti.
«Dopo le tristi vicende riguardanti il vecchio cantastorie, e poiché penso che la musica aiuti la convivialità» dice con il suo tono possente «Ho invitato a castello un nuovo bardo, che suonerà per noi. Spero possa essere di vostro gradimento.»

Nella stanza grigia, triste, di quel noioso convivio, si fa spazio un ragazzo, giovane, con gli occhi dalle sfumature blu mare e verde smeraldo, mentre dal suo cappello uscivano le sue due trecce colorate.
Aveva un mantello verde e un fiore di cecilia tra i capelli. In mano, teneva il suo strumento: la lira.
Si posiziona al centro della stanza, pronto a prendersi la scena.
«Eheh» sorride, prima di iniziare.

Sento un tuffo al cuore, un'emozione mai provata prima.
Tutto ciò che riesco a pensare è solo una frase: "Quanto è carino"

Dopodiché, chiude gli occhi, e inizia a suonare.
Una brezza di vento leggera soffia dalle finestre, mentre le sue dita fine accarezzano lo strumento musicale.
Se tutti riprendono a mangiare e a discutere come prima, io rimango rapito da quella nuova melodia.
Fisso il bardo, che continua ad avere gli occhi chiusi, finché non finisce il primo brano.
In quel momento, i nostri occhi si incontrano.
Arrossisco leggermente, poi distolgo lentamente lo sguardo e torno a mangiare come se nulla fosse.

~~

Da quando è entrato a corte, chiedo sempre al bardo - di nome Venti - di suonare la lira per me.
I pomeriggi ci ritroviamo spesso in un angolo del grande cortile fuori il castello e, mentre mi rilasso sdraiato sull'erba, lui è lì, seduto accanto a me, che chiude gli occhi e con le sue sottili dita pizzica le corde.
Ogni tanto, accompagna il brano con la sua dolce voce.
Allora mi sdraio vicino a lui, solo per poterlo sentire meglio.

Quel giorno suonava come al solito, con gli occhi chiusi, mentre il vento soffiava leggero, facendoci compagnia.
«Venti» lo chiamo.
«Si, sua maestà?»
«Ti ho già detto che quando siamo soli puoi chiamarmi Y/n» rido io.
Venti mi guarda negli occhi e sorride anche lui.
«Va bene, Y/n, cosa c'è? Eheh»
«Smetti un attimo di suonare, e sdraiati qui vicino a me.»

Lui all'inizio mi guarda perplesso, poi fa come io gli ho chiesto. Posa la lira alla sua sinistra e si mette vicino a me, su un fianco.
Chiudo gli occhi per godermi il momento, ma sento i suoi che mi osservano.
Mi giro verso di lui, aprendo lentamente le palpebre.
Ci ritroviamo uno di fronte l'altro, intenti a fissarci, mentre la brezza primaverile soffia sempre più piacevole. Con sé, porta il profumo dei fiori, e così anche quello delle cecilie.
Penso a Venti, e al fatto che ora è qui, davanti a me, mentre il mio cuore batte forte.

Poggio una mano sul suo fianco, ma lui si ritira per il dolore.
«Ah» esclama, stringendo i denti.
Questa volta, lo guardo preoccupato.
«Venti... non mi dire...»
Lui abbassa lo sguardo.
«Non è nulla, tranquillo» sussurra impercettibilmente.
Gli occhi diventano lucidi.
«Non mi dire... che mio padre picchia anche te...»
La sua espressione si fa più triste, dopodiché annuisce leggermente.

«Fai vedere» dico con tono preoccupato.
«Non è nulla, davvero» continua a giustificarsi Venti.
Tiro su la maglietta, nella zona in cui aveva sentito dolore. Il ragazzo con le trecce arrossisce violentemente.
«E-ehi! Cosa fai!» protesta.

Fisso la sua candida pelle, interrotta da lividi violacei qua e là, di varia grandezza.
Li accarezzo, più delicatamente possibile, cercando di non fargli male.
«Mi dispiace così tanto, Venti...» è l'unica cosa che riesco a dirgli.

Metto a posto la maglietta come era prima e mi sdraio di nuovo vicino a lui, accarezzandogli con il dorso delle dita una guancia.
Passiamo qualche istante così, mentre coccolo la sua pelle liscia.
«Y/n?» mi chiama lui.
«Mh?»
«Che cosa vuol dire... "picchia anche te"...?»

A quella domanda, sorrido tristemente.
«Mio padre è sempre stato un uomo violento» confesso io.
Mi metto seduto sull'erba, rivolto verso Venti, con le gambe incrociate.
Prendo coraggio e alzo la maglietta, rivelando non solo il mio fisico allenato, ma anche una serie di segni viola e qualche taglio.

Il ragazzo porta una mano alla bocca, sorpreso, ma anche dispiaciuto.
Titubante, allunga la mano, per poter accarezzare anche lui i miei segni.
«Vai tranquillo» lo incito.
«Sicuro?»
Annuisco.
Lui accarezza uno dei miei tagli con la punta delle dita, nel modo più dolce possibile, con la paura di farmi male.

A quel punto gli prendo la mano e intreccio le sue dita con le mie, poi abbasso la maglietta e ci rimettiamo sdraiati sull'erba.
«Fanno male?» chiede Venti, guardandomi negli occhi.
«Ormai ci sono abituato» sorrido malinconicamente.

Rimaniamo così, mano nella mano, sdraiati uno di fianco all'altro, per qualche minuto buono.
Mi stringo a lui, e Venti lascia la mia mano per avvolgermi in un abbraccio.
Sento il suo profumo, quel profumo di cecilia, e mi avvicino ancora di più al ragazzo.
«Venti» lo chiamo.
«Mh?»
«Ti voglio davvero bene. Non saprei come spiegarlo, ma ci tengo tantissimo a te. Vorrei che questo momento non finisse mai»
Lo vedo arrossire leggermente, e ridere.
Il suo sorriso è una delle cose più belle al mondo, a mio parere.
Allora non resisto e avvicino il mio volto al suo, per lasciargli un bacio a stampo.
«Eheh» sorride lui, imbarazzato.

Allora Venti si fa coraggio e avvicina le sue labbra alle mie, per lasciare un bacio più profondo.
Chiede l'accesso alla lingua, ed io non aspettavo altro.
Le nostre lingue si intrecciano, si cercano, nelle nostre cavità orali.
Ci stacchiamo, e continuiamo a fissarci negli occhi.

«Anche io tengo tanto a te, Y/n» dice Venti, con il suo dolce tono di voce.
Non smetto di sorridere a quelle parole, e gli accarezzo la guancia con la mia mano.

«Venti?» lo chiamo, dopo qualche secondo.
«Cosa c'è?»
«Posso riposare per un po' di tempo su di te?»
Lui annuisce, e si mette sdraiato in posizione supina.
Io appoggio la mia testa sul suo petto, e chiudo gli occhi. Il ragazzo, intanto, cerca la mia mano, la prende e intreccia le nostre dita insieme.

E passiamo il pomeriggio così, io accoccolato a lui, mentre riposo con quel profumo di cecilia e la brezza primaverile che ci accarezza.

~~

Boh spero vi sia piaciuta :)
Già, dopo ormai più di un anno, sono tornatx... scusate per la pausa senza preavviso :/
Ricordo che le richieste sono sempre aperte ^^
Fatemi sapere che ne pensate...
Enjoy the reading~

[ITA] Genshin Impact ~ One Shot [aperte le richieste]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora