CAPITOLO 9

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Eugeo è una persona fantastica, è passata un ora da quando sto con lui ma già lo adoro, lungo la strada abbiamo trovato un chiosco di granite e ci siamo fermati per comprarle, il biondino ha scelto il gusto al limone mentre io alla fragola, è così educato e dolce che mi viene voglia di saltargli addosso.

Mi sventola la mano davanti alla faccia «Ti stai annoiando?» si gratta dietro la nuca assumendo un aria triste «Come ti viene in mente un assurdità simile, se fosse come dici non avrei mai accettato il tuo invito» gli passo un braccio dietro le spalle lasciandogli un bacio sulla testa «Questo per che cos'era?» si allontana diventando rosso.
Riprendiamo a camminare «A dimostrarti che insieme a te sto bene» fa un sospiro di sollievo «Guarda come piccolo il mondo!» mi giro riconoscendo quella voce da so tutto io «Ciao Jean» fa un mezzo sorriso, dopodiché si avvicina al ragazzo sussurandogli qualcosa all'orecchio spegnendo il suo buon umore «Che gli hai detto?» si scosta un po' battendo più volte le mani sulle mie spalle «Chiedilo a lui» prendo per mano Eugeo e ci allontaniamo da quel presuntuoso.

Quando siamo abbastanza distanti mi giro per poterlo guardare «Mi dici in breve che ti ha detto?» risponde senza lasciarmi la mano «Sei gentile con me solo perché vuoi portarmi a letto» a questo punto mi conviene essere sincero «All'inizio era così ma oggi mi sono divertito in tua compagnia, ho capito di non volerti ferire quel tipo non sa accettare il rifiuto, ha voluto vendicarsi prendendo di mira te per farmela pagare» annuisce tornando a sorridere.

Lo porto a casa mia per offrirgli un thè freddo, si alza dalla sedia per afferrare il bicchiere però inciampa stampandomi un bacio sulla bocca, metto le mani sui suoi fianchi posando il bicchiere sul ripiano della cucina, quando se ne accorge fa un passo indietro super imbarazzato «Sono un disastro» nego con la testa per fargli capire che non è così «Tutti possono perdere l'equilibrio, fidati conosco gente a cui è successa la stessa cosa» rispondo pensando a quella volta in cui Kiba è caduto dalle scale perché non si era reso conto che dietro di lui c'era Akamaru.

Parliamo del più e del meno finché il giorno non lascia spazio alla sera, poi chiedo al ragazzo se vuole farmi compagnia per cena «Anch'io come te vivo da solo quindi accetto volentieri» tra una risata e l'altra il tempo vola, si prepara per tornare a casa sua ma non sembra contento di andare via perciò lo invito a rimanere qui «Sicuro che non è un problema?»
«Te l'ho proposto io, questo significa che mi sta bene» si toglie la giacca sistemandola su una sedia, ci spostiamo nella mia stanza dove gli presto uno dei miei pigiami, aspetto che si metta a letto per poi fare la stessa cosa, appoggio il gomito sul materasso sostenendo la testa con la mano per osservarlo «Buonanotte Eugeo» dico mettendo la testa sul cuscino.

Mi accarezza la guancia «Notte Sasuke» alzo un sopracciglio posando la mano su quella con cui mi sta toccando «Tirchio, il bacio della buonanotte potevi anche darmelo» ed ecco che diventa di nuovo il parente di un peperone «Non sono pratico con queste cose, hai visto con i tuoi occhi che sono timido figurati se posso...» lo zittisco con un bacio sulle labbra che dura un istante «Ora sai come si fa» mi guarda storto «Io me lo ricordavo diverso» «Ognuno ha il proprio metodo» replico mentre lui chiude gli occhi.

Il ragazzo senza volto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora