Capitolo 1 - Parte prima

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***Caro lettore/cara lettrice, grazie per il tempo che dedicherai alla mia storia, spero ti piaccia! Mi farebbe piacere ricevere un tuo feedback nei commenti!***

Violet

Il senso di colpa non mi sfiora nemmeno per un attimo. Prendere i soldi dal conto di Frank non è rubare. È un risarcimento. Un indennizzo per questi quattro anni in cui ho vissuto con lui credendo che fosse l'uomo della mia vita. Per tutti i progetti fatti insieme, per tutti i segreti e i sogni che gli ho confidato. Per tutti i pomeriggi passati con la wedding planner per decidere i dettagli dell'allestimento floreale per il nostro matrimonio, per la sala banchetti del Fairmont in cui avevo pianificato il nostro ingresso trionfale come marito e moglie, tra soli sei mesi... "Quante bugie! Mi sono fatta ingannare come una stupida!"

Entro con rapidi passi nel grande atrio della banca e mi metto in coda allo sportello, cercando di convincermi che quello che è successo ieri sera sia stata una fortuna. Se non fossi rientrata in anticipo dal mio viaggio, se non avessi voluto fargli una sorpresa, ora vivrei ancora nella mia beata ignoranza. Un fremito di rabbia mi assale, mentre ripenso alla scena che mi è capitata davanti agli occhi ieri sera. Lui, completamente nudo, nel nostro letto, con due delle sue studentesse. Delle matricole, certamente, che si stavano dando un gran daffare per compiacere il loro professore. "Quel verme schifoso! Se penso che stavo per diventare sua moglie!"

Alzo il volume dell'I-Pod, nella speranza che la musica possa rintronarmi abbastanza da cancellare dai miei occhi quella scena. Continuo a riviverla, ancora e ancora, nei minimi dettagli. Quello che è successo dopo, invece, è un ricordo confuso. Ho preparato una borsa, buttandoci dentro il minimo indispensabile, e sono andata via, senza ascoltare le sue patetiche scuse e le sue suppliche. "Gliela farò pagare cara, o non mi chiamo più Violet Young!" Le lacrime che mi costringo a non versare mi pungono gli occhi, ma non cederò. L'odio e lo schifo che provo per lui in questo momento sono più forti del dolore per la fine della nostra storia e per tutti i miei sogni infranti.

Questa mattina ho venduto tutte le sue azioni. Operazione piuttosto facile, visto che sono la sua agente di borsa e che mi sono sempre occupata io delle operazioni finanziarie che gli hanno permesso di moltiplicare il suo patrimonio. Ora, con la mia delega, preleverò fino all'ultimo centesimo dal suo conto. Non ho bisogno dei suoi soldi, li devolverò a qualche istituto di beneficienza. Natale è vicino, tante associazioni caritatevoli stanno raccogliendo fondi per dar da mangiare ai senzatetto. Vediamo come se la cava il professor Miller con il suo misero stipendio da insegnante! Si è abituato ad una vita lussuosa in questi quattro anni, ma ha fatto male i suoi conti. "Mai far incazzare chi si occupa delle tue finanze!"

Chiudo gli occhi e muovo la testa a tempo di musica, mentre i Pink Floyd sparano nelle mie orecchie Money, canzone quanto mai appropriata. Mi lascio trasportare dalla musica, cercando di dimenticare tutto.

Delle urla si fanno strada tra le note della canzone, seguite dal rumore assordante di uno sparo e subito dopo da altri due colpi. Riapro gli occhi e mi strappo gli auricolari, in tempo per vedere 5 uomini con il passamontagna che ci gridano di stenderci a terra. Obbedisco, sentendo la morsa della paura torcermi le viscere.

<<Buongiorno signore e signori, siamo venuti a fare un prelievo. Non fate stronzate e tornerete tutti a casa sani e salvi>> a parlare è un tipo alto e massiccio, con mani grosse come pale e braccia poderose, dall'aspetto letale. Tra le sue mani, il fucile con cui ha appena sparato per aria, a mo' di avvertimento, sembra un giocattolo. Il suo tono è basso e minaccioso, un rivolo di sudore freddo mi cola giù per la schiena.

I rapinatori si assicurano che siamo tutti stesi bocconi per terra, con le mani sopra la testa, ci tolgono i cellulari, poi si dividono. Tre di loro puntano le armi su due degli impiegati e li costringono ad accompagnarli al caveau, mentre altri due continuano a tenerci sotto tiro. La paura mi paralizza, fisso il pavimento di marmo, pregando che se ne vadano via presto e che non mi facciano del male. Non riesco a fare a meno di pensare che se non fossi venuta in banca per prendere i soldi di Frank non mi sarei trovata in questa situazione. "Dovevo fare un bonifico online, accidenti!"

Mi hai rubato il cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora