Capitolo 1 - Parte seconda

176 7 0
                                    

Violet

Il nostro viaggio si conclude al porto. Vago con la mente, per ingannare la paura. Domani io e la mia famiglia dovremmo partire per la nostra crociera di Natale. Spero che il viaggio non salti per via delle indagini sulla rapina, anche se una parte di me non ha più voglia di partire. Sarebbe stata l'occasione per presentare Frank ai miei, ora invece dovrò raccontare quello che è successo, dire che il matrimonio è annullato e rispondere alle loro mille domande. Sarà una vacanza orribile! Il Natale peggiore della mia vita.

I rapinatori abbandonano il furgone e si allontanano su delle motociclette con la targa coperta.

<<Occupati di lei>> dice il tipo alto e massiccio, che a quanto pare è il capo, al mio aguzzino, poi va via portando con sé la borsa con la refurtiva. Siamo soli, in una zona del porto che è deserta, nonostante sia pieno giorno.

Non posso fare a meno di cercare di nuovo i suoi occhi incantevoli, che alla luce del sole scintillano di pagliuzze dorate. Lui mi squadra dalla testa ai piedi, indugiando con sguardo concentrato sui miei seni e sulla curva dei miei fianchi e poi giù lungo le mie gambe fino alle scarpe con il tacco alto. Per reazione a quello che è successo con Frank, oggi ho indossato una camicetta scollata e una gonna molto corta e ora mi sento nuda davanti a lui. Sento le mie guance avvampare.

<<Vieni>> mi dice, e la sua voce bassa e calda scatena in me pensieri peccaminosi. Mi riscuoto, cercando di reagire.

<<Spero che vi prendano e vi sbattano in galera!>> sbraito <<E spero che buttino via la chiave!>>

Cerco di divincolarmi, ma lui mi afferra con forza.

<<Non ci provare, Violet, non farmi pentire di essere stato gentile con te!>> mi ammonisce, la voce improvvisamente fredda <<Potrei arrabbiarmi, e quando mi arrabbio divento pericoloso...>> sento un brivido freddo corrermi dietro la schiena. In qualche modo si è creata una sorta di confidenza tra noi, che mi ha fatto dimenticare quello che lui è. Un criminale, un ladro, forse un assassino.

Mi trascina verso un container e, tenendomi sotto tiro, mi fa entrare dallo sportello di carico. Dentro è buio pesto, solo una lama di luce proveniente dall'ingresso mi permette di scorgere il contenuto del container. Pesanti macchinari, di cui non conosco la funzione. Mi lega per un polso ad uno di essi con una fascetta di plastica.

<<Non azzardarti a lasciarmi qui!>> grido, improvvisamente terrorizzata. Immagino già il mio cadavere, quando mi troveranno morta di fame e sete in questo container.

<<Non preoccuparti, ci resterai solo per qualche ora>> mi risponde, in tono insolitamente dolce <<Oggi pomeriggio scaricheranno questi macchinari e ti troveranno. Nel frattempo io sarò già lontano.>>

<<Hai previsto proprio tutto...>> mormoro, sentendomi tremendamente stupida per avergli rivelato la mia paura.

Lui resta in silenzio per un attimo, posso sentire il battito del mio cuore rimbombarmi nelle orecchie.

<<No, non proprio tutto...>> sussurra poi, colgo una nota di rammarico nella sua voce.

Si avvicina a me, sento il calore del suo corpo vicino al mio, il suo profumo inebriante mi avvolge. Con la sinistra mi afferra il viso, il pollice sfiora le mie labbra in una carezza che mi sconvolge per la sua dolcezza; schiudo le labbra in un chiaro invito. Solleva la parte inferiore del passamontagna, nella penombra ho la visione fugace di una bocca piena e tremendamente sensuale. Deglutisco, il cuore mi batte forte, respiro a fatica. Il suo braccio scende ad afferrarmi in vita, sento la pressione della pistola dietro la schiena. Si china su di me, i nostri visi sono vicinissimi, mi tremano le gambe.

<<C'è un'altra cosa che vorrei rubare oggi, il più bel bottino su cui abbia mai posato gli occhi>> mormora sulle mie labbra. Poggio la mano libera sul suo petto, sento il suo cuore battere all'impazzata e per un attimo mi sento al settimo cielo, anche se sono rinchiusa in un container e legata, insieme ad un criminale sconosciuto e con una pistola che mi preme tra le costole.

<<Fallo allora, che cosa aspetti...>> gli sussurro con voce roca. Il mio tono voleva essere di sfida, ma ciò che è venuto fuori è più che altro una preghiera. Voglio che mi baci con ogni fibra del mio essere, non ho mai avvertito un bisogno così urgente di essere baciata in tutta la mia vita. Quando la sua bocca finalmente sfiora la mia è come un'esplosione. Mille brividi mi scorrono sotto la pelle, il mio cuore sembra voler balzare fuori dal petto. Le sue labbra sono morbide, dolci e dannatamente provocanti. Mi sfiora appena con la lingua, ritraendosi con un sorriso quando mi sollevo sulle punte protendendomi verso di lui; una dolce tortura, tremendamente erotica. Posa piccoli baci sulle mie labbra, che non fanno che acuire il mio desiderio. Gli afferro la nuca con la mano libera e gli mordo le labbra per trasmettergli la voglia dirompente che mi assale.

<<Oh, Violet... >> geme, per poi affondare la lingua nella mia bocca dischiusa. "Sono in Paradiso" è tutto quello che riesco a pensare. La sua lingua esperta accarezza la mia con movimenti voluttuosi, incendiando i miei sensi. La sua mano scende sulle mie natiche, con un gesto possessivo avvicina il mio bacino al suo. Il suo desiderio per me è evidente, il mio seno preme sul suo petto marmoreo, mentre la mia lingua continua ad assaporare la sua. La voglia di lui è violenta e accecante, non ho mai provato niente di simile.

In lontananza si sentono le sirene della polizia. "Maledizione!" Lui si irrigidisce di colpo e si stacca da me. Restiamo in silenzio per un attimo, ansimanti, cercando di recuperare la lucidità.

<<Devo andare...>> mormora.

Improvvisamente mi passa per la mente l'idea che potrei usare il potere che ho su di lui per prendere tempo fino all'arrivo della polizia. Farlo catturare, aiutare mio padre con le indagini. "Sei sicura di non volerlo semplicemente baciare ancora?" mi dice una vocina dentro di me, che scaccio come una mosca fastidiosa.

<<Resta>> gli dico <<Qui non ci troveranno>> lo accarezzo con un dito, partendo dal collo e scendendo giù a sfiorare il suo torace e il suo ventre. Quando il mio dito arriva alla sua cintura, mi afferra la mano con un gesto repentino e la serra con forza. Si china su di me, mi scocca un altro rapido bacio, poi abbassa il passamontagna e va via, lasciandomi sola al buio nel container. 

Solo dopo che se ne è andato realizzo che non conosco nemmeno il suo nome.

Mi hai rubato il cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora