Quackity
Per molte notti non riuscì a dormire a causa di quegli orrori che mi si presentarono in sogno.
Dannato Wilbur
Avevo continui incubi e molte volte non riuscivo nemmeno a prendere sonno, così la mia giornata era molto meno produttiva e di questo, purtroppo, le guardie se ne accorsero.
La prima settimana finì, ma finì nel peggiore dei modi. Negli ultimi tre giorni avevo fatto poco niente e ne risentì.
Oggi, domenica, il giorno delle visite, non avendo nessun visitatore, fui convocato nell'ufficio del direttore.Tutto sta procedendo bene, il direttore è un uomo abbastanza giovane, ma sembra sapere il fatto suo. È abbastanza strano, ha i capelli rosa è alto e magro e il suo volto è quasi privo di emozioni, ma allo stesso tempo sembra guardarmi con un alone di rabbia e disgusto. Si chiama Techno. È da poco direttore e l'istinto mi dice che anche lui c'entra qualcosa con Schlatt, potrei scommetterci.
Alla fine non è andato male, mi sono beccato solo un'avvertimento ma niente di che. Dovrò trovare un metodo per riuscire a dormire la notte, o sono fregato.
Mentre penso ad un modo per dormire tranquillamente, vengo riportato in cella da due guardie.Non faccio nemmeno in tempo a sorpassare le sbarre che ricevo una gomitata sulla nuca che mi fa cadere per terra.
Non parlo, rimango a terra e aspetto che uno dei due faccia qualcosa. Come immaginavo quasi subito una guardia si abbassa e mi alza per i capelli.
"Vedi di fare bene il tuo lavoro, già ci tocca trattenerci dall'ammazzarti ma se non porterai di nuovo il tuo lavoro a termine, considerati morto"Tirandomi ancora più forte la guardia mi spinge all'interno della cella così che la possa chiudere.
"Vaffanculo" inizio a urlare dirigendomi verso il mio letto.
"Qualcuno è di pessimo umore?"
"Che cazzo vuoi?"
"Si da il caso che oggi ti tocca una visitina dallo psicologo"
"Scordatelo"
"Beh... o vieni o finisco ciò che quei due stavano iniziando. Ed io non mi faccio scrupoli."Mi alzo e svogliatamente seguo Wilbur fino al suo ufficio. Entro e mi vado a sedere su una poltrona davanti la scrivania. Wilbur mi raggiunge e si siede.
"Allora, come ti trovi?" Prende un voglio e una penna e inizia a scrivere.
"Uno schifo, non capisco perché a tutti sto così sui coglioni"
"Beh è molto semplice. Schlatt"
"Si da il caso che io sia Quackity non Schlatt"
"Beh, possiamo dire che tu sei la persona più vicina a lui... sentimentalmente"
"Seriamente ha fatto qualcosa a tutti quelli che stanno qui dentro?"
"Si"
"Bel casino"
"Beh sai - si alza e mi raggiunge - se vuoi puoi accettare la mia proposta"
"Neanche dopo morto""Schlatt ha avuto a che fare con quasi tutti qui dentro, sia guardie che detenuti si trovano qui a causa sua. Non sei al sicuro, prima che tu riesca ad uscire qualcuno ti ammazza."
"Me la so cavare"Mi alzo e lo sorpasso, dandogli una spallata, dirigendomi verso la porta.
"Allora, che ne dici di parlarmi di te?"
"Neanche dopo morto"
"Andiamo, non fare il timido... Alex. Perché è quello il tuo nome giusto? Tu non te la sai cavare, tu lavoravi al casinò e quella era la tua prima missione. Qui dentro ti fanno nero"Mi paralizzo istintivamente.
"Cosa cazzo hai detto, e come cazzo mi hai chiamato?"
"Alex. Ti crea qualche disturbo essere chiamato per nome, d'altronde, l'ha scelto tuo padre, giusto?""Cos'hai appena detto?"
Lentamente mi giro incrociando lo sguardo di Wilbur. È impassibile come sempre, anzi, sembra quasi divertito. Ha le braccia incrociate ed è appoggiato alla scrivania."COSA CAZZO HAI DETTO"
Corro verso di lui cercando di afferrarlo ma lui riesce subito a fermarmi. Mi preparo già a ricevere un qualsiasi colpo ma, anche dopo molti secondi, non sento niente.
"Ecco perché ti farebbe bene parlare"
Una mano tiene le miei, alzandomele sopra la testa, l'altra si posiziona sul mio fianco, tenendomi saldamente con il braccio la schiena portando il mio petto a contatto con il suo.
"Perché non mi hai colpito?"
"Cosa avrei risolto colpendoti."
"E allora perché hai tirato fuori quell'argomento?"
"Perché credo tu sia una persona che a bisogno di sfogarsi, e che ha bisogno di essere protetta"Le braccia che prima teneva sopra la mia testa le va a posizionare intorno al suo collo. Sposta le mani e le posiziona entrambe sui miei fianchi. Il suo sguardo si intenerisce e i suoi occhi quasi si illuminano posandosi sui miei.
"So che sono stato scortese, ma voglio farti capire che di me ti puoi fidare. Pensaci ok?"
Non riesco a distogliere lo sguardo. I suoi occhi sono così belli e rilassanti. Non riesco nemmeno ad essere arrabbiato con lui. Il suo profumo e il suo tocco mi rilassano.
Così annuisco flebilmente.
Le sue mani abbandonano i miei fianchi ed io velocemente ritraggo le braccia. Wilbur si dirige verso la porta, la apre e poi mi riconduce in cella.
"Ci vediamo"
"Ciao"E quel contatto, non avrei voluto scioglierlo. Sia i nostri occhi che i nostri corpi erano così perfetti insieme. Sono completamente andato. Nessuno e mai stato gentile con me, ed è strano.
Ora che faccio...
Wilbur
"Allora come procede?"
"Tutto bene, si sta cominciando a fidare"
"Ottimo. Comunque, ho parlato un detenuto che ha fatto la rapina insieme a Quackity, abbastanza vicino a Schlatt. Ci aiuterà a farvi avvicinare"
"Ok. Io ora andrei, ho ancora delle faccende da risolvere"
Schlatt
"Come procede?"
"Tutto bene Schlatt, Wilbur non sospetta niente e Quackity ancora meno. Presto i vecchi colleghi si ritroveranno"
"Non vedo l'ora"
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~Prison~
FanfictionAlex e Jschlatt sono fidanzati. La loro storia d'amore è intrecciata tra gioco d'azzardo, droga, alcool, sesso e... una rapina a mano armata. Alex viene catturato mentre Jschlatt riesce a scappare. Entrato in prigione, Alex conoscerà una guardia m...