Quackity
Sono passati solamente quattro giorni e già mi manca stare al casinò, ormai era abitudine: stare al casinò fino a mattina ubriacandosi e divertendosi, tornare a casa e soddisfare Schaltt, alzarsi tardi e passare la giornata a prepararsi per la sera.
Qui è tutto troppo organizzato e schematico.
Sveglia, lavori, mangiare, dormire.
Niente svaghi o momenti interessanti.
Per giunta tutti mi fissano in modo molto strano.L'unica cosa interessante qui dentro probabilmente è Wilbur. Lui sa tenermi testa, e a parole per giunta. Io riesco sempre a trovare qualcosa per cui far ammattire una persona ma con lui sembra impossibile. È come se avesse passato qualsiasi cosa e ormai più niente lo toccasse.
Solitamente tutti sono più forti di me fisicamente, non che ne sia sorpreso, ma Wilbur è quasi snervante. Avrei preferito mi picchiasse o facesse altro, piuttosto che sentire le sue risposte acide."Sbrigati, è il tuo turno di lavare"
"Si arrivo"Una guardia mi porta in lavanderia e io inizio il mio lavoro.
Questo posto mi sta riportando un po' ai vecchi tempi. Prima di incontrare Schlatt io in casa facevo tutto ed ora mi sembra di essere tornato piccolo."Hey, sei tu il sottoposto di Schlatt?"
"Si"
Rispondo sbuffando. Non lo guardo neppure, sinceramente non mi interessa minimamente.
"E dimmi, dov'è quel bastardo?"
"Probabilmente a casa o a divertirsi nei suoi vari locali"
"E perché invece tu sei qui?"Mi stavo veramente irritando, così alzai il capo ritrovandomi davanti un uomo molto robusto e probabilmente molto più vecchio di me.
Pelato e ricoperto da testa a piedi di tatuaggi."Non sono cose che ti riguardano e non aspettarti che vado a dire in giro gli affari di Schlatt. Quindi per favore levati che dovrei finire di sistemare i vestiti"
Raccolsi il cesto e gli passai di fianco, ma non appena lo superai mi ritrovai una mano al collo.
Quell'uomo mi prese di peso sollevandomi, ponendomi faccia a faccia.
"Ascoltami bene, io so che rapporto c'è tra voi due e sarà meglio che inizia a parlare se non vuoi fare una brutta fine"
"Ma se morissi non sapresti comunque niente"
Dissi tutto ciò bofonchiando e facendo comparire un sorrisetto di sfida sulle mie labbra."E chi ti ha detto che morirai. Io sono famoso per torture fisiche e psicologiche, non pensare di fare lo spocchioso con me, mi bastano pochi trucchetti per farti uscire di testa"
"Siamo in prigione, pensi che le guardie non si accorgeranno di niente?"
"Beh sai le guardie odiano tanto quando noi Schaltt. Qui dentro tutti hanno subito a causa sua, ed ora noi distruggeremo pian piano l'oggetto più prezioso per lui"
Disse tutto ciò avvicinandosi sempre di più a me.Prima di lasciarmi andare mi strinse con forza un gluteo facendomi male. Poi mi lasciò cadere sul pavimento. Il collo mi faceva alquanto male ma cercai di riprendere più fiato possibile.
"Io ti ho avvertito, sta a te scegliere"Rimasi un attimo a terra per riprendere fiato e aspettare che il dolore passasse ma, dopo non molto, arrivò una guardia che subito iniziò a sbraitarmi contro.
"Che pensi di fare, qua non siamo a divertirci, fa il tuo lavoro"
Stavo provando al alzarmi quando mi arriva un calcio dritto allo stomaco."Ma che cazzo ti prende!"
Urlo molto forte e l'unica cosa che ricevo è un altro calcio molto più forte del primo, ma questa volta dritto in faccia
"Non voglio neanche sentirti parlare. Sbrigati ad alzarti e fai il tuo lavoro, feccia che non sei altro"
Un altro calcio, questa volta però riuscì a fermarlo, ma forse sarebbe stato meglio riceverlo.La guardia subito si liberò dalla mia presa e, tirandomi in piedi, mi bloccò al muro e cominciò a tartassarmi di pugni. Mi lasciò e io ritornai per terra e la guardia continuò insistentemente col suo lavoro.
Quando fu soddisfatto si avviò verso la porta
"Ti conviene fare quello che ti viene detto qui dentro o ti succederà di peggio. Ora alzati e finisci il tuo lavoro"Non appena lo vidi uscire e sentii i suoi passi allontanarsi, mi misi a sedere massaggiandomi la guancia e lo stomaco, i punti più colpiti, e non appena mi tirai in piedi la lavatrice suonò.
Io mi affrettai a metterli in asciugatrice e presi quelli che si erano appena asciugati. Oggi tocca a me portarli ai vari detenuti e l'idea, dopo questi due incontri, non mi alletta particolarmente.In fretta prendo i vari indumenti, li piego, li ripongo in una specie di carrello e mi avvio verso le celle.
Pian piano restituisco i vestiti ai vari detenuti ed ora tocca all'ultimo piano.
Vado verso l'ascensore e premo l'ultimo tasto in alto, ma quando le porte si stanno per chiudere una mano blocca il loro processo meccanico e queste subito si riaprono.Più le porte si aprivano più sentivo dentro un'ansia pervadermi, detenuto o guardia, la sorte era la stessa.
Ma al posto di trovarmi davanti un uomo minaccioso o peggio, in divisa, mi ritrovai davanti la persona che meno avrei voluto vedere.Wilbur vestivo con uno stupido camice, degli occhiali e i capelli davanti gli occhi.
"Giorno"
Schietto salutai con la mano.
"A che piano devi andare"
"Se hai su gli occhiali dovresti accorgertene"
"Sesto piano eh... non te lo consiglio"
"E perché?"
"Ci sono persone che urterebbero la tua persona"
"Senti, sto nel mondo della mafia da abbastanza tempo da aver visto ogni tipo di persona, non credo mi stupirei più di tanto"Non era affatto vero, io non sono mai uscito dal casinò. Le uniche tipologie di persone che avevo visto erano ricconi perennemente arrapati, pronti a sborsare tutti i soldi che avevano in tasca solo per far colpo alle troie che giravano in quel posto.
Non era per niente pronto. Anzi aveva una paura fottuta."Bene allora, sarò felice di farti da guida. Devi consegnare i vestiti vero?"
Annui debolmente, preparandomi già al peggio.
"E tu perché vai lì?"
"Oggi il mio collega si è assentato per malattia e sembra che ci sia una situazione alquanto problematica, spero niente di che perché non credo di saper gestire cose fuori dalla mia portata."Mi venne quasi voglia di dirgli che andrà tutto bene, ma cacciai subito quel pensiero dalla mente. Dovevo ammetterlo, Wilbur è attraente, ma il carattere era veramente dei peggiori, lunatico come lo schifo, non era arrogante ma riuscivo a percepire che era meglio di tutti qui dentro, ma ugualmente non ne dava tanta importanza, stava sulle sue. È diverso da tutti gli uomini che ho incontrato prima di finire qui dentro e soprattutto è completamente l'opposto di Schlatt.
E questa cosa mi fa davvero incazzare.
Riesce a provocarmi solo con uno sguardo ed è veramente una cosa odiosa, perché nessuno c'è mai riuscito.
Lo odio.

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~Prison~
Fiksi PenggemarAlex e Jschlatt sono fidanzati. La loro storia d'amore è intrecciata tra gioco d'azzardo, droga, alcool, sesso e... una rapina a mano armata. Alex viene catturato mentre Jschlatt riesce a scappare. Entrato in prigione, Alex conoscerà una guardia m...