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𝐔𝐍𝐀 𝐏𝐀𝐒𝐒𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐏𝐄𝐑𝐈𝐂𝐎𝐋𝐎𝐒𝐀


Tutti davano voce al proprio sbalordimento quando, qualche minuto più tardi, Jylin e il Generale fecero insieme il loro ingresso nella sala. Persino il solenne Cirdan si scosse dalla sua compostezza, ergendosi con un impeto sonoro che richiamò su di sé gli sguardi pungenti dei presenti.

Jylin incanalò una furtiva energia, regalando a Cirdan un sorriso sfuggente che si dileguò nell'istante stesso in cui si manifestò.

Il Galdoriano si mosse agilmente, danzando lungo la tavolata come un'ombra fluida, finché non si collocò a pochi passi da lei. I suoi occhi esplorarono ogni centimetro del suo abito, un caleidoscopio di colori che lo lasciava senza parole.

Anche Cirdan era indiscutibilmente un uomo di straordinaria bellezza agli occhi di Jylin, ma il suo magnetismo non riusciva a catturarla completamente. In lui si celava un'aura di enigmaticità, una profondità oscura che sfuggiva ai suoi occhi.

Lo sguardo penetrante di Falkor scivolò su di lui come una spada affilata, e quella visione fu sufficiente per far trasalire Cirdan, il quale, con un colpo di tosse forzato, cercò di catturare l'attenzione.

«Buonasera, Jylin Greendragon» disse, piegandosi in un inchino. «È un onore incontrarvi, la vostra presenza è un raggio di luce in questa giornata.»

Le sue dita si attorcigliarono intorno alla mano del Generale, sapendo quanto quel gesto fosse inopportuno. «Buonasera, mio signore», un sussurro sottile si dischiuse dalle profondità della sua gola, soffocato da un improvviso fruscio di ansia. Cirdan evocava un senso di stranezza, un equilibrio tra la differenza e la somiglianza, che la colpiva in modo inspiegabile.

Un rugoso cenno d'approvazione solcò la fronte del Galdoriano mentre lo sguardo si piegava su Falkor. «Vi sono debitore per averla accompagnata fin qua» profuse con tono cortese, distendendo le labbra in un sorriso che sfiorò appena l'arioso.

Falkor cedette a malincuore la presa su Jylin e si spostò con fluidità per accomodarsi a fianco dei Greendragon.

«Cirdan» l'invocazione di Darion risuonò come un incantesimo. L'elfo si girò con clemenza, gli occhi balenando con una finta soddisfazione mentre posavano sul padre. «Accompagna questa splendida creatura in un ballo» le parole si schiusero dalle sue labbra mente inghiottiva l'ultimo sorso di vino con un sorriso rapido.

Cirdan annuì, e la melodia dei musicisti scivolò nell'aria come un riverbero malinconico. Afferrò con garbo la mano della principessa, posandole l'altra all'altezza della vita.

Un brivido leggero che si sciolse dalla schiena di Jylin come fosse un'effimera brezza estiva. Le si seccò la gola mentre sporse il mento per fissare il Generale con un'espressione afflitta, e lui, senza indugi, la colse, perché la ricambiò nel medesimo istante.

I balli, rari attimi di eleganza durante i modesti banchetti, nascevano come fiori rari e preziosi. Solo in quei momenti di incontri mondani, la danza diventava un varco permesso, l'unico in cui un uomo e una donna potevano sfiorarsi, lasciandosi avvolgere dalla dolce sinfonia del corteggiamento senza dover spezzare le rigide imposizioni reali. Poiché osare un contatto, anche il più innocente, al di fuori dei confini del vincolo matrimoniale avrebbe scatenato le furie delle regole della corona, dipingendo l'azione come un peccato grave e irrimediabile.

Cirdan si ergeva solo di poco oltre la sua statura, un dettaglio che non riusciva a sollecitare in lei alcuna provocazione. Possedeva un corpo maschile, ma il suo aspetto era ben distante dall'atletico vigore di un cavaliere del regno. All'improvviso, un ciuffo bruno pendette davanti al suo viso e l'elfo, con un gesto lieve, cercò di soffiarlo via, inutilmente, mentre ribelle continuava a sfuggirgli.

FIGLIA DEL FUOCODove le storie prendono vita. Scoprilo ora