"capitolo revisionato"
Ci avviammo verso la macchina, entrammo dentro e l'autista partì
" Allora Mia.. hai mai dato il primo bacio?"
La ragazza non sapeva cosa dire, ma odiava quanto gli facevano domande così sfacciate
" Non ti importa ok"
Si girò dall'altro lato verso il finestrino e guardò fuori
" Hey, ho appena visto che nessuno ti ha mai toccato e quindi volevo sapere se sei pura in tutti i sensi. Ma visto che non me lo vuoi dire lo scoprirò io"
Lucas tirò la ragazza a sé e la baciò mentre lei cercava di liberarsi. Le sue labbra erano morbide e calde e avevano un sapore dolce, Mia cercava in tutti i modi di liberarsi, gli tirò dei pugni sul petto, ma il ragazzo essendo più forte la immobilizzò e di conseguenza gli ringhiò contro così, Mia iniziò a piangere e presa dalla paura gli morse il labbro prendendo Lucas alla sprovvista facendogli allentare la presa sulla ragazza che riuscì a liberarsi
" Stupida ragazzina"
Lucas aveva gli occhi color sangue e guardava Mia con occhi senza sentimenti sembrava un mostro, prese la ragazza per i capelli mentre lei scalciava e piangeva
"Forse non sono stato chiaro con te. Adesso mi ascolti ragazzina tu non sei più piccola sei diventata mia moglie e farai ciò che ti dico io. Se ti dico cammina a quattro zampe tu lo fai, se ti dico di non depilarti tu lo fai. La mia pazienza ha un limite e tu già il limite me lo hai fatto arrivare per terra insieme hai miei coglioni che girano. Ora mi dirai scusa per il morso e ti comporterai da adulta e da moglie intesi"
Mia lo guardava terrorizzata aveva paura di lui, ma non voleva neanche sottomettersi Lucas, gli strattonò di nuovo i capelli dove la ragazza urlò
" Mi fai male"
" Non ho sentito le tue scuse"
"Mai"
Lucas gli strattonò di più i capelli
" Va bene lasciami! Scusa!"
"Brava bambina"
Mia subito si scostò da lui, e appena la macchina si fermò scese subito e davanti a lei si trovò una villa enorme sembrava non avere fine, era sommersa dal verde e c'era una casa gigante forse a tre piani con i balconi in vetro. Mia guardava quella casa con stupore e la bocca aperta
" Wow" riuscì a dire soltanto mentre Lucas la guardava sorridente e felice
"ti piace"
Se a Mia piaceva? Certo che si, ma non era la sua vita quella annuì soltanto mentre l'amico Jackson aiutava con le valigie, quei due stanno sempre insieme, solo che lui abitava nella casa a fianco sempre in questa enorme villa
" Ehm.. Lucas"
Si girò verso la ragazza guardandola e gli fece cenno per farla continuare a parlare
"Ecco mi chiedevo se potessi sentire la mia famiglia, anche solo la nonna va bene"
Lucas sospirò
" Andiamo dentro adesso"
"Posso chiamarli?"
Mi guardò male ma non disse nulla anzi mi sollecitò di più ad entrare in casa
Sbuffando entrai e davanti a me vidi un salotto immenso era grigio perlato fantastico, con le scale in oro era davvero grande, se giravi lo sguardo si vedeva un'altra stanza ovvero la sala da pranzo con il tavolo in vetro da ospitare circa trenta persone e tante sedie intorno, la cucina era nera e moderna. La ragazza si avvicinò alla cucina amava cucinare diede un'occhiata alle pentole e sorrise
"Vieni ti faccio vedere le camere di sopra"
Lucas gli prese la mano e la portò di sopra, il corridoio era immenso e a terra c'era un tappeto rosso che si estendeva per tutto il corridoio fino all'ultima porta, era l'unica porta bianca la ragazza entrò e vide una bellissima camera da letto con un letto gigante rotondo con le coperte che profumavano di lavanda. Mia corse a buttarsi sul letto per provare la comodità e aveva ragione era abbastanza comodo, Lucas invece la guardava dallo stipide della porta con le braccia incrociate e un piccolo sorriso
" Mi sa che ti è piaciuto il letto"
" È comodo"
" Si, ma ora devi fare un'ultima cosa prima di essere mia moglie"
" Non ucciderò altri animali"
" Non ucciderai animali tranquilla.. ora scendiamo"
La ragazza scese insieme a Lucas e si diressero fuori la porta verso la villa, ad aspettare c'era già Jackson con altre persone che Mia non conosceva infatti si fermò di colpo
" Che dobbiamo fare"
" Devi solo stare tranquilla andiamo"
Tanto tranquilla la povera ragazza non era Convinta anzi aveva molta paura e infatti nella sua testa iniziarono a venire a galla molti pensieri che furono veritieri quanto vide un ragazzo legato ad una sedia che piangeva e si dimenava, era pieno di lividi e aveva il volto tumefatto. Mia trattenne il fiato non riusciva più a parlare e respirare, il suo cuore batteva forte aveva paura che gli uscisse dal petto. Mia guardò meglio il ragazzo e solo ora si accorse chi fosse il povero ragazzo. Thomas. Il ragazzo che la prendeva in giro a scuola insieme al suo gruppetto di stronzi che usava perché soltanto lui non aveva le palle di fare del male. Lui anche la riconobbe, ma non mostrava pentimento anzi sembrava che gli stesse ridendo in faccia, Mia aveva tanta rabbia dentro ma non voleva uccidere una persona solo per la rabbia che provava, calde lacrime iniziarono a scendergli dal viso si girò verso Jackson e Lucas e con gli occhi supplicò di lasciarlo stare ma, in risposta Lucas si avviò verso il ragazzo che sbiancò come un fantasma alla vista di Lucas
" Bene bene Thomas. Sai perché sei qui? No? Bene te lo spiego subito. Da molto tempo anzi direi anni hai preso in giro mia moglie. L'hai umiliata davanti a tutti, derisa con il tuo gruppo davanti a tutti senza fregartene dei suoi sentimenti e del suo stato d'animo. Ora dimmi caro e ingenuo Thomas.. cosa dovremmo fare ucciderti? Ma in modo lento e doloroso così capirai ciò che mia moglie ha provato"
Mia subito capì che a torturarlo doveva essere lei e un senso di nausea gli prese il sopravvento scappò a vomitare mentre Lucas parlava al ragazzo, Jackson invece andò dalla ragazza che stava vomitando e piangendo allo stesso tempo
" Respira stai andando in panico piccolina"
La ragazza si girò verso Jackson piangendo
" I-io non posso farlo non ne ho il coraggio"
Jackson la strinse a sé
" Pensa al male che ti ha fatto, e poi agisci"
" Perché devo farlo io?"
" Non sarai da sola ci sarò anche io ad aiutarti"
" Se non c'è la dovessi fare"
" Ci sarò io che ti aiuterò insieme a Lucas"
Andarono insieme di nuovo nel posto dove si trovava Thomas
" Eccovi finalmente, prego Mia inizia pure"
Jackson la portò vicino a degli strumenti come ad esempio coltelli, pinze.. e così via. Guardò attentamente gli strumenti e decise di prendere una forbice fece un sospiro e si girò verso Thomas
" Io non avrei mai voluto farti del male come tu hai fatto a me. Ricordi in prima elementare? Mi hai tagliato i capelli, oppure quanto mi hai chiuso nel bagno per tutto il giorno, io ricordo e ho tanta rabbia verso di te. Alle medie, hai cercato di abusare di me, mi hai fatto dei video mentre ballavo modificando il mio fisico con delle scritte brutte. Quanto mi hai buttato l'acqua addosso, quanto parlavi male di me e ridevi con i tuoi amici del cazzo, dimmi come mi sarei dovuta sentire? Te lo dico subito come mi sentivo grazie a voi. Mi sentivo uno schifo, pensavo che quella sbagliata ero io, che il mondo non era per me e che mi dovevo punire per essere nata. Io ero una bambina ancora quanto tu hai iniziato a darmi fastidio, ma nonostante tutto non ho mai detto niente sono sempre stata zitta e vuoi sapere perché? Perché avevo pietà per te anzi per voi, sapevo della tua situazione in famiglia e non ho mai detto nulla, sapevo cosa stavi passando con i tuoi genitori e del fatto che tu non vivevi più con loro. Sai cosa ho pensato? Lo fa solo perché non ha mai ricevuto l'amore che meritava da bambino.. avresti voluto un abbraccio magari, ma non lo hai mai ricevuto hai imparato da solo le difficoltà in modo sbagliato ma le hai affrontate e imparate. Io per te non provo rabbia ma compassione per te, ma voglio farti provare un po' del dolore che ho provato io in tutti questi anni"
Mia guardò Lucas e Jackson con occhi imploranti
" Mi aiutate"
Andarono vicino a Thomas che si dimenava come un forsennato lei sospirò
" Tenetelo fermo"
Lo immobilizzarono
" Dove lo posso posso infilzare"
Lucas sorrise ma rispose Jackson
" Alla gamba sopra il ginocchio, gli uscirà il sangue ma non morirà"
Con la mano tremante lo fece mentre Thomas urlò dal dolore e in quel momento la ragazza si fermò, così Jackson la spostò e gli mise le forbici di più nella gamba
" Prendi un'altro strumento"
Con le lacrime agli occhi andò a prendere qualche altro strumento di tortura Lucas la seguì con lo sguardo e quando vide che stava avendo i sensi di colpa gli si avvicinò
"Prendi questo"
Gli prese una pinza
" Io non c'è la faccio"
" Sei forte Mia ok. Ci siamo noi se non c'è la fai però devi essere tu a farlo"
" Non voglio ucciderlo però"
" Forza al dopo ci pensiamo appena finiamo"
Ritornarono con le pinze
" Cosa si fa con questa"
Lucas gliela prese di mano e si avvicinò al ragazzo che si dimenava piangendo come un bambino
" Prendi la sua mano così, e poi con un colpo gli tiri l'unghia"
Mia sentì il dolore che provava Thomas, e appena vide il sangue si mise una mano davanti la bocca
" Fallo, ti aiuto io"
" Fa schifo"
Lucas si mise a ridere
" Sei troppo pura bambina"
La tortura continuò per ore e Mia dopo tre ore scoppiò a piangere
" Finiscilo Mia"
" Non ci riesco ad ucciderlo"
Lucas prese la pistola e la diede alla ragazza si posizionò dietro di lei e poi BUM uno sparo, il rumore delle grida cessò all'istante, davanti a lei vide il ragazzo ormai morto. Si mise a piangere forte, singhiozzando
" È finita Mia ora sei mia moglie a tutti gli effetti"
Lucas l'abbraccio forte mentre lei non riusciva neanche a tenersi in piedi piangeva forte e la sua vista era offuscata dalle lacrime
" Tranquilla è tutto finito bambina"
Vomitò di nuovo, Jackson sapeva che avrebbe reagito così, infatti aveva portato con sé un calmante che gli fece quanto fu abbracciata a Lucas, urlò dalla paura ma poi si calmò
" La polizia mi arresterà, ho ucciso una persona"
" Bambina nessuno ti arresterà.. calmati adesso"
Lucas la portò in stanza e la mise sul letto mentre ancora un po' singhiozzava per la situazione.. durante la notte Mia non riusciva a stare tranquilla si girava e rigirava nel letto aveva un forte mal di testa, e le scene gli si presentavano ogni volta che chiudeva gli occhi, andò nel bagno a lavarsi e cercare di stendere i nervi ma con scarsi risultati. Pianse nella vasca mentre l'acqua gli sbatteva addosso. Era questa la vita che voleva? Uccidere? No, Mia doveva andare alla polizia, denunciare l'accaduto e tornare a casa, così iniziò a pensare ad un modo per completare il piano. Ha paura ma deve farcela per lei stessa e la sua famiglia
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Fidati di me
CasualeMia è una ragazza di 16 anni, si nasconde sotto la maschera della ribellione, perché farsi vedere debole o timida significa soltanto andare in pasto hai lupi. Mia frequenta una scuola superiore non ha amici, tutti la giudicano una poco di buono perc...