11 Non si scherza con il fuoco

332 29 12
                                    

11

Gisella si muoveva come una pantera: accorta, cauta, silenziosa.
Una diabolica e abile stratega.

Il suo pallino fisso era l'avvocato, il suo unico pensiero al mattino appena alzata, e l'ultimo prima di andare a dormire.

Essere sposata con lui avrebbe risolto tutti i suoi problemi e si sarebbe sistemata a vita, niente più creditori, minacce o debiti. Bocca cucita e tutto sarebbe filato liscio. Il Caimano era abilissimo nelle aule di giustizia, ma sotto le coperte avrebbe vinto lei.

- Buongiorno signora Gloria - Gisella telefonava spesso alla madre di Leonardo, era la sua più fedele alleata - io sto bene, grazie, il problema è sempre suo figlio che non mi amerà mai e non accetterà mai questo bambino - sospirò da vera attrice, quasi piangendo sulle ultime parole.

- Non ti preoccupare cara, ci parlo io con mio figlio. Vi sposerete prima che nasca il bambino, questo è sicuro. Un De Vittis non lascia mai le cose a metà.

**

La suite del lussuoso Hotel aveva accolto e coccolato i due ritrovati spasimanti antagonisti.
L'ampia vetrata che dava sul bellissimo landscape londinese, lasciava filtrare i primi chiarori del mattino, rivelando poco a poco l'intera stanza con i due corpi nudi avvolti per metà dalle delicate lenzuola di raso color caffèlatte.

L'intera notte tra confessioni, spiegazioni, informazioni, effusioni, passioni, non era bastata.
Si erano addormentati verso mattina, dopo che Leonardo aveva aspettato, invano, un'importante telefonata dal suo amico poliziotto e si erano promessi, con gli occhi e il corpo, di continuare al più presto ciò che avevano iniziato appena entrati nella suite.

Il contatto fisico e la grande intesa fra i due erano palesi nei gesti, negli sguardi, nelle carezze, nella lussuria, nell'attesa, nel ricevere di più ad ogni sussulto, e ad ogni spasmo era un bearsi l'un l'altro con trasporto, amore, affetto, protezione.

- Buongiorno meraviglia, mia adorabile palombara - Leonardo si stiracchiò sorridendo con gli occhi socchiusi ancora assonnati.

Avvicinò la fronte alla morbida guancia di Elena, attorcigliò con le dita un ciuffetto dei suoi lunghi capelli chiari, mentre con i polpacci allenati le accarezzava dolcemente le gambe vellutate.

- Mm...buongiorno mio affascinante troglodita - gli toccò i bicipiti sfiorandoli con i polpastrelli in superficie come fosse roba fragile, e intanto vezzeggiava i sodi pettorali con piccoli baci a ventosa - stanotte ci siamo addormentati e non hai finito di spiegarmi...

- Quello che ti dovevo dire può aspettare - non le lasciò terminare la frase - ora abbiamo altro da fare.

E tirò il lenzuolo con un veloce strattone, posizionandosi di colpo sopra il corpo della ragazza, contemplando in su e in giù, da cima a fondo, la meravigliosa opera d'arte che aveva sotto di lui.
Non poteva resistere con lei, emanava una forza attrattiva che annientava ogni sua volontà e non aveva mai sperimentato niente di simile nei suoi movimentati approcci amorosi.

- Ti voglio piccola, ho sempre fame di te. Dimmi che lo vuoi anche tu, dimmelo - e cominciò a torturare con la bocca le sue labbra morbide, dolci, voluttuose, con piccoli tocchi, ora tirando, ora succhiando - dimmi che sono in Paradiso - e cominciò a strusciare il bacino sopra il suo ventre con piccoli movimenti lenti che non riusciva più a controllare.

Nella stanza silenziosa ci fu un frinire di suoni attutiti, intensi bocca a bocca mugugnosi, intrecci e sfregamenti confusi di braccia e gambe, pelle contro pelle con ancora addosso l'odore della notte passata.

Nessuno dei due sentiva il cellulare che continuava a vibrare sul comodino, finché il rumore della sua caduta sul pavimento fece stoppare la lingua di Leonardo, strusciata fra i seni arrossati di Elena. La ragazza si coprì con il lenzuolo con un senso di pudore, come se al cellulare ci fosse qualcuno che potesse vederla.

Un amore a Tramonte   (Amore Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora