Secondo Capitolo

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Quella notte, Louis non riuscì a dormire molto. Continuava a pensare ad un'importante conferenza che avrebbe avuto a breve: Qualche mese prima aveva inventato un piano terapeutico per curare l'insufficienza mitralica. Ci aveva lavorato su per mesi in reparto, e adesso il progetto era ancora in fase di sperimentazione nei laboratori dell'ospedale. Il primario doveva presentare ad un'importante associazione un bando con tutti i progetti in fase di sperimentazione finanziati dall'ospedale, e quello di Louis era al primo posto.

Era stato candidato ad un prestigioso premio medico che richiedeva però la partecipazione ad una conferenza. Questo lo rendeva molto fiero e orgoglioso di sé stesso, però, a dir la verità, era anche un po' spaventato... Insomma, Louis non era mai stato quel tipo di persona che teneva discorsi in pubblico... uno di quegli oratori nati.. non faceva assolutamente per lui.

Se lo si metteva in una sala operatoria era una persona super competente: preparato, pronto, abile nel lavoro manuale e aveva tutti i requisiti che un chirurgo avrebbe dovuto avere... ma lui, appunto, era un chirurgo, non un avvocato.. e questo gli causava non poca ansia... e se non fosse riuscito ad esporre bene il suo progetto? E se non fosse riuscito a convincere i medici veterani che avrebbero assistito alla conferenza? Sapeva  di preoccuparsi troppo, ma proprio non riusciva a farne a meno.

Un giorno espose le sue paure a Liam, il primario. Dopo sette anni ormai non erano più legati da un semplice rapporto "capo - dipendente". Louis credeva di poterlo considerare ormai una specie di migliore amico... questo gli disse di pregare dio, in vista di pasqua, dicendo che lo avrebbe aiutato sicuramente.. ma Louis non aveva mai creduto in dio, quindi Liam non era stato poi molto d'aiuto.

Come al solito, dopo essersi alzato si trascinò in bagno, fece la doccia, si vestì e andò in ospedale un po' prima..
Fece il giro di visite e si portò avanti un po' di lavoro, compilando le scartoffie in sospeso.
Un suo superiore di cui non ricordava il nome gli aveva affidato degli specializzandi per l'intera mattinata.. quindi non c'era da immaginarsi quanto fosse a terra il suo umore...

Louis odiava portarsi dietro le matricole o anche solo lavorarci assieme...
Insomma, d'accordo, anche lui era stato uno specializzando ecc., però non gli piaceva lavorare con loro perché lo rallentano e doveva cercare di insegnare, quando invece avrebbe potuto concentrarsi molto di più sul suo lavoro in loro assenza. A questa cosa si aggiungeva l'ansia per la conferenza, che aveva scoperto essere tra venti giorni, e lui non aveva ancora neanche preparato un discorso... E sinceramente non avrebbe neanche saputo da dove iniziare.

Alla fine dovette fare tre interventi, portandosi in sala anche quelle stupide matricole per farle assistere... che poi gli specializzandi di questo corso erano troppo stupidi. Insomma, pensò Louis, nel suo corso di specializzazione erano tutti molto più preparati di quei pivellini usciti dall'università statale che si divertivano giocando a fare dio.

Fu quel giorno, durante la pausa pranzo , che accadde s Louis una cosa davvero strana.
Arrivato in mensa, si sedette al suo solito tavolo, con solo un sandwich e una bottiglietta d'acqua in mano. Mentre addentava il suo sandwich diede un'occhiata alla gente intorno a lui.. soliti volti stanchi e depressi di gente che lavorava solo per arrivare a fine giornata..
Tra tutti quei volti, però, lo colpì uno in particolare.. non l'aveva mai visto prima di quel momento: era un ragazzino.. Louis pensava che avesse intorno ai diciannove o vent'anni, capelli ricci raccolti da un elastico, e a giudicare dall'apparenza avrebbe detto che da sciolti gli arrivavano alle spalle.
'Insolito', Pensò Louis, 'data la moda dei ragazzi di oggi.. di solito tutti hanno delle creste tirate su con chili di Gel o delle rasature che lasciano scoperta mezza testa o più'.
Forse fu proprio quello che lo colpì di lui.. Aveva una camicia bianca a righe sbottonata fino allo stomaco, e Louis avrebbe potuto giurare di esser riuscito a vedere una grande macchia nera... un tatuaggio, forse?

Dei Jeans strettissimi a fasciargli le gambe perfette e, per finire il tutto in bellezza, un paio di stivali di camoscio Beige come quelli che andavano di moda qualche decennio prima... Ma al di là del suo modo di vestire che lo faceva sembrare uscito da un libro del secolo scorso, ma che allo stesso tempo lo rendeva un figo da paura, la cosa che più colpì Louis, in quel ragazzo, fu il suo viso: era bellissimo. Uno di quei volti che ti saresti aspettato di trovare tra le prime pagine patinate di un'importantissima rivista di moda nelle piazze delle città più importanti del mondo.. uno di quei modelli di punta a cui vengono riservati i capi migliori della nuova collezione.. Aveva le labbra leggermente schiuse, piegate in un sorriso che dava spazio sulle guance rosee a due fossette da bambino che ti facevano venir voglia di infilarci gli indici dentro per scoprire quanto profonde potessero essere.. pelle chiarissima, il tutto decorato da un bellissimo paio di occhi profondi.. di cui però Louis, lontano com'era, non riusciva a distinguere il colore..

Eppure non riusciva a capire cosa ci facesse un ragazzo così bello, giovane e spensierato nella mensa di un ospedale...

Perso nei suoi pensieri, non si accorse che la pausa pranzo era finita da ormai dieci minuti, e che aveva passato mezz'ora buona a fissare quel bellissimo ragazzo sconosciuto finché quello non si alzò avviandosi verso l'uscita della mensa, così fece lo stesso e, prima di uscire, gettò l'ultima occhiata al riccio, che alzò lo sguardo e, avrebbe potuto giurarci, lasciò che un sorriso si facesse spazio tra le sue labbra..

Dopo la pausa pranzo, Louis andò come di routine a controllare il tabellone preoperatorio per vedere quali interventi gli avessero assegnato per il pomeriggio: un trapianto e tre sostituzioni di valvola.
Non credeva di avere un pomeriggio così impegnativo, se lo avesse saputo prima avrebbe preparato qualche paziente per l'intervento che avrebbe subito nel pomeriggio, invece di restare a fissare un ragazzo sconosciuto per l'intera pausa.
Se c'era una cosa che Louis odiava, infatti, era oziare.
Non aveva mai sopportato la perdita di tempo, né la gente che dormiva fino a tardi o che passava pomeriggi interi sdraiata sul divano a fare zapping...
Magari sarebbe potuto sembrare un pensiero stupido, ma lui stesso aveva constatato molte volte con i suoi occhi quanto breve potesse essere la vita umana, e sprecare quel poco di tempo che aveva a disposizione non rientrava assolutamente tra le sue attività preferite.

Pensò che avrebbe potuto chiedere a Liam se gli avesse lasciato utilizzare il suo metodo sperimentale per operare le sostituzioni del pomeriggio, e questo gli consigliò di vedere quale metodo sarebbe stato preferibile usare una volta che si fosse trovato con il cuore del paziente aperto in sala operatoria, ed effettivamente così fu.
L'intervento andò benissimo: da manuale, come avrebbe detto qualunque medico.
Ci fu solo un piccolo intoppo, anche quello perfettamente superato. Louis aveva infatti dovuto fare una trasfusione perché il paziente aveva perso parecchio sangue.
Rimase un tantino deluso dopo aver scoperto che non avrebbe potuto usare la sua tecnica sperimentale.. quindi usò la tipica tecnica dell'innesto con nodo a croce e l'intervento non durò più del dovuto. Una volta finito, i soliti complimenti non tardarono ad arrivare.. non che non gli facesse piacere eh, anzi!
Louis era consapevole di essere piuttosto bravo, e lo ammetteva senza problemi, ma davvero non capiva perché la gente dovesse fare di tutto per entrare nelle grazie di qualcuno solo per doppi fini, una cosa che lo innervosiva da morire.

Il resto del pomeriggio andò benissimo, così come gli altri tre interventi.
Alla sera, Louis finì il giro di visite e un suo collega gli chiese se avesse potuto sostituirlo e scambiare il suo turno dell'indomani mattina con il suo di stanotte.. Louis acettò e quindi quella notte rimase in ospedale.
Cenò alla mensa dell'ospedale: Il riccio non c'era, per sfortuna.
Dentro di lui aveva cominciato a farsi spazio l'idea che, probabilmente, non l'avrebbe rivisto mai più.. più che cenato, Louis continuò a fissare il piatto cercando di mettere insieme nella sua mente qualche parola per il discorso che avrebbe dovuto tenere alla conferenza.. ma naturalmente non riuscì a mettere insieme neanche una frase di senso compiuto, impegnato com'ero a pensare a... niente.

Finita la cena fece il giro di visite per l'ennesima volta e si ritirò in una delle stanze del medico di guardia, dove si addormento dopo qualche minuto

Hopeless [LARRY STYLINSON]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora