Terzo Capitolo

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Inutile dire che, piuttosto che dormire, quella notte Louis ebbe la mente occupata da una massa di capelli ricci e da degli stivaletti dello scorso secolo.

La mattina seguente aveva una pausa dal turno, così si prese un po' di tempo da dedicare a sé stesso e ne approfittò per andare in cerca di uno smoking da mettere alla conferenza. Trascorse intere ore girando per i negozi di tutta Londra!
Sua madre diceva sempre che avrebbe preferito andare a fare shopping con le sue sorelle, piuttosto che con lui..
La cosa lo faceva riflettere abbastanza, dato che le sue sorelle avevano quattordici anni ed erano delle ragazze..

Ma Louis era sempre stato così: gli ci voleva tempo per decidere e scegliere la cosa che preferiva. A volte persino ore!

Alla fine scelse uno smoking Armani di seta blu davvero stupendo. Adorava il modo in cui gli fasciava le gambe.
Se ne innamorò dal primo momento in cui lo vide: l'aveva provato e senza troppe cerimonie l'aveva preso. Non che non fosse costato abbastanza, ma poteva permetterselo tranquillamente.

Dopo aver comprato il vestito, andò a pranzo al ristorante cinese. Amava il cibo cinese: avrebbe potuto vivere per il resto della sua vita mangiando solo cibo cinese.

Finito di pranzare, andò a casa a fare una doccia e dopo si precipitò in ospedale per l'inizio del turno.

Quel giorno gli avevano assegnato i nuovi pazienti, il che voleva dire più interventi, il che voleva dire più divertimento e più vite da salvare.

Scorse tra la lista con i nomi dei nuovi pazienti e si fermò al primo nome:

Styles, stanza 102.

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Arrivato davanti alla porta della stanza, si arrestò poco prima per bussare e, dopo essersi assicurato di poter entrare, aprì la porta.
La cartella gli cadde dalle mani con un tonfo che fece voltare l'unica persona presente nella stanza.

Louis non poteva credere ai suoi occhi.. era impossibile.
Lo aveva visto in mensa solo il giorno prima ed era la persona più sana e tranquilla del mondo.. mentre adesso era steso sul lettino di quella stanza con un sorriso a trentadue denti e i lunghi ricci sparsi per il cuscino...

Dopo essere riuscito a ricomporsi e dopo aver raccolto la cartella da terra, Louis cominciò con le presentazioni.

"Buona Giornata! Io sono il dottor Louis Tomlinson, il tuo cardiochirurgo. e tu devi essere Har..."
"Harry e basta!" Lo interruppe con un sorriso.
"D'accordo Harry e basta, sei qui perché hai bisogno di un trapianto di cuore, giusto?" Disse Louis ancora incredulo, perché non poteva proprio credere che una persona giovane e bella come lui potesse aver bisogno di un cuore nuovo.
"Giustissimo Dottore!" Squittì il ragazzo, e lui prontamente rispose "chiamami Louis" e non sapeva neanche perché l'avesse fatto, ma quando con quella voce rauca, profonda e allo stesso tempo così fottutamente da bambino indifeso il riccio disse "Okay Loueh" Non gli  importò neanche più, quindi che si fottesse il suo cognome o il titolo di dottore.

"Allora, posso dare un'occhiata al tuo cuore?" Chiese con un sorriso.
Lui spalancò quei bellissimi occhi lasciando ad un magnifico verde smeraldo di illuminare l'intera stanza e con voce squillante fece "fai pure, è tutto tuo!" E senza un apparente motivo, a Louis venne la pelle d'oca.

Dopo aver visitato Harry e aver scambiato un paio di battute scherzose con lui, Louis fece per andarsene, ma quello gli afferrò la mano e, con gli occhi di un cucciolo che pregava il padrone per un secondo biscotto, gli disse: "Promettimi che tornerai Lou, ti prego". Glielo chiese quasi pregandolo, e sarebbe stato pronto a giurare che fosse la visione più dolce e commovente del mondo, così senza pensarci due volte rispose: "Tornerò Harry, te lo prometto" e lo abbracciò.

Cosa ci fosse in quel ragazzo di così straordinario, Louis non lo sapeva. L'unica cosa sapeva era che nessuno prima era riuscito a farlo sentire nel modo in cui lo stava facendo sentire lui nel giro di qualche minuto.

Dopo essersi sciolto dall'abbraccio, uscì dalla stanza salutando Harry con la mano e si diresse verso l'atrio del reparto...

Il resto del pomeriggio andò abbastanza bene: soliti interventi, solito giro di visite e si era già fatto tardi.

Louis era appena uscito dalla sala operatoria: quello era l'ultimo intervento della giornata e si direbbe che avevano chiuso in bellezza, dato che andò benissimo. Louis penso di andare a fare il giro prima di andare a casa. Doveva proprio sbrigarsi però: Harry lo aspettava, e una promessa è una promessa!

// NOTE //

Sono tornato!
Okay, okay... so che è corto come capitolo, ma non avrei dovuto neanche pubblicarlo! Davvero non ho avuto il tempo di scrivere qualcosa di più decente o più lungo, perché sarò a Roma da mia zia fino alla fine della settimana e non ho voluto lasciare la ff in sospeso per tutti questi giorni! Ora mi dileguo perché mi sono dilungato troppo.. spero di poter aggiornare in questi giorni, ma non vi prometto niente. In tal caso, ci vediamo la prossima settimana e giuro che troverò il modo di farmi perdonare! Come al solito votate e commentate che la stellina non morde, giuro!

Hopeless [LARRY STYLINSON]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora