Quarto Capitolo

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    Canzone consigliata per il capitolo:
                         FOOL'S GOLD

Giunti al termine anche di quella giornata.
La sera prima alla fine Louis perse mezz'ora buona su un foglio di carta, cercando di scrivere un discorso per la conferenza, non per forza carino ma almeno... decente?

Comunque alla fine si arrese... non riusciva a mettere insieme una frase di senso compiuto che non riguardasse quel pomeriggio, quindi andò a farsi una tazza di The per poi mettersi a letto e addormentarsi, non senza una certa difficoltà.

Decise che avrebbe improvvisato, pensando che fosse, in fondo, la scelta migliore.
Avrebbe detto solo ciò che in quel momento gli sarebbe passato per la mente, naturalmente escludendo la parte delle imprecazioni per via dello stupore.

Il giorno prima, alla fine del turno, passò da Harry, che era solo.
Lo trovò a leggere riviste mediche fornitegli dall'ospedale.
"Ciao Harry" Disse entrando, mentre un sorriso si faceva spazio sulla sua faccia.

"Hey Loueh" esclamò Harry, che non si era accorto del suo ingresso.
Posò le riviste sul comodino e si mise a sedere, poi spostò lo sguardo su quello quello di Louis e, con un sorriso che faceva intravedere due magnifiche e profonde fossette, disse: "Sei tornato alla fine! Sapevo che non mi avresti deluso, grazie Lou".
Quelle parole toccarono Louis davvero nel profondo. Harry si fidava di lui.. e non sapeva quale strano effetto riusciusse a fargli quel ragazzo conosciuto solo ieri, ma si fidava di lui, che non l'aveva deluso e adesso era pieno di gioia.

"Non faccio una promessa se poi non ho intenzione di mantenerla, Harry! Ah e, toglimi una curiosità: perché pronunci il mio nome in quel modo?" Disse ridacchiando.
"Come? È sbagliato, Loueh? Pronuncia Francesina!" disse il riccio, cercando di imitare la cadenza francese, al che entrambi scoppiarono a ridere.
"No, non è sbagliato" Aggiunse subito Louis, ancora ridendo. "È solo che non lo avevo mai sentito pronunciare in questo modo e... non lo so, mi piace!" Concluse poi, e si chiese se in realtà non gli piacesse solo perché usciva dalle labbra di Harry.

"Okay Loueh, che facciamo?" Chiese entusiasta quello.
"Veramente io ho finito il turno e sono solo passato a salutarti.. stavo per andare a casa" Disse Louis mortificato e vide l'espressione di Harry mutare, gli angoli del suo sorriso si piegarono verso il basso nascondendo quelle meravigliose fossette.
"Oh" è tutto ciò che uscì dalla sua bocca.

'Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo' Pensò Louis.
"O - okay stavo.. stavo per andare ma.. ehy, l'orario di visite finisce tra un'ora, quindi posso restare!" Disse tutto d'un fiato, soffiando di sollievo quando vide riapparire le fossette. Harry batté le mani come un bambino di sei anni al circo.

"Dunque, cosa ti va di fare, Harreh?" Chiese Louis, mentre si sistemava nella poltroncina di fianco al suo letto.
"Uhm... dunque vediamo" sussurrò Harry portando il pollice e l'indice al mento, come per concentrarsi. "Raccontami di te!" esclamò poi vittorioso.
"Non c'è molto da raccontare" Disse quello sorridendo.
"Tu prova!"
"Okay, okay. Ho ventisette Anni, vengo da un paese del South Yorkshire chiamato Doncaster, ho quattro sorelle.
Mia madre vive con loro, mio padre non si fa vivo da quando avevo 2 anni, quindi mamma si è risposata. Il mio patrigno è un grande uomo, da lui ho preso anche il cognome.  Mark Tomlinson" Disse pensieroso, per poi andare avanti:
"Sogno di fare il chirurgo da quando avevo nove anni. Al liceo ero il primo della classe, all'università pure. Mi sono laureato con il massimo dei voti per venire a lavorare in questo ospedale, che è il migliore del paese."
Concluse, sperando che potesse bastare.

"Interessante, Dottor Tomlinson" ammiccò Harry con tono divertito.
"Ti propongo un gioco, al quale non potrai dir di no" aggiunse poi.
Louis non aveva idea di come fosse possibile, ma sembrava che si conoscessero da mesi, non da qualche ora soltanto.
"Spara!" Disse senza pensarci, al che Harry Sorrise e cominciò:
"Non è un gioco che durerà solo per quest'ora, ma si protrarrà per giorni. Ogni giorno, a turni, uno di noi potrà fare domande all'altro. Oggi è il mio turno, io posso chiederti quello che voglio e tu dovrai rispondere con assoluta sincerità, e se ti chiedo di fare qualcosa, qualunque cosa, dovrai farla. Naturalmente lo stesso vale per me nei giorni in cui sarà il tuo turno." Prese una pausa e "Allora, ci stai?" Chiese. "Ci sto!" Disse Louis deciso.
Harry Sorrise e, guardando l'orologio, aggiunse "dai, restano quarantacinque minuti, posso sbizzarrirmi" e "sono tutto tuo" Disse Louis.
"Interessante".

Hopeless [LARRY STYLINSON]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora