Io ti troverò

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Magoo si acciambellò vicino a Grigio, sul tappeto dove lei stava sdraiata in posizione fetale, da oltre due ore. I singhiozzi si erano lentamente placati, ma non aveva la forza, né la voglia, di alzarsi per andare a letto. Il pensiero di infilarsi tra quelle coperte senza Jade, e avvertirne il freddo della mancanza, la terrorizzava. Ogni cosa la spaventava adesso.
La vita stessa.
Era dilaniata dal dolore, e inoltre arrabbiata con Chef, tanto che se avesse potuto prenderla a schiaffi in quel momento l'avrebbe fatto. Oppure no. Era con se stessa che doveva essere in collera. Jade era stata chiara: se n'era andata per amore suo. Per renderle tutto più facile. Ma facile cosa? Sarebbe stata più dura adesso, senza il suo supporto, le sue risate, i suoi abbracci, la sua vicinanza fisica e mentale...tutto.

<Maledizione a te Chef! E alla tua testa dura.> disse accarezzando il gatto. Lui le leccò la mano. L'ultimo legame con Jade. Si tirò su e prese il telefono. Si era scheggiato lo schermo, come d'altronde la sua vita. Ma funzionava. Grigio invece non era affatto sicura di poter dire lo stesso di lei. Fece un altro tentativo di chiamare Jade.

" ho fatto in modo che tu non mi possa trovare"

Ma inutilmente.

Cercò il contatto di Bob a fatica, con gli occhi velati dalle lacrime.

<Pronto?> rispose dopo una decina di squilli, con la voce impastata dal sonno. <Babe? Sei tu? Cosa succede?> disse poi rendendosi conto che Grigio lo stava chiamando nel cuore della notte. Sentì un singhiozzo, poi due...

<Joanne?! Cristo, arrivo...>

Lei scoppiò in un pianto disperato e buttò giù il telefono. Bob si infilò i pantaloni del pigiama e corse da lei. Aveva lasciato la porta semiaperta. La trovò accucciata vicino all'ingresso, con la faccia tra le ginocchia. Piangeva scossa da tremiti violenti.

<Babe.> le si sedette accanto e la strinse. Non l'aveva mai vista così sconvolta. Bob alzò lo sguardo e notò sul tappeto di fronte a loro la lettera. Si allungò e prese il foglio di carta. Alcune parole sbiadite da gocce di lacrime. Ma lui non aveva bisogno di leggere tutto per capire. Poche frasi bastarono.

<Jo...coraggio ti porto di sopra. Devi riposare un po' adesso. Domani ne parliamo.> Le sussurrò cercando di tirarla su di peso. Lei gli allontanò bruscamente le mani.

<Non voglio dormire. Voglio trovare Jade! Ha cambiato numero di telefono, come faccio Bob?> urlò. Il viso una maschera di trucco sciolto, gli occhi esageratamente grandi e disperati.

<Adesso non ragioni, sei sconvolta. Dammi retta, domani ti aiuto, lo prometto. È notte fonda e non c'è nulla che possiamo fare.> Grigio tirò su col naso. Sembrò convincersi, e lui le porse una mano e l'aiutò a mettersi in piedi. La buttò sotto la doccia, e poi la mise a letto.

<Prendi queste...> disse porgendole un paio di pillole rosse. - ti aiuteranno a dormire.> Grigio protestò senza troppa convinzione, ma poi le inghiottì.

<Bob? Ti sdrai qui vicino a me?>

<D'accordo piccola. Sono qui, non ti lascio.> Grigio gli si accovacciò accanto, l'effetto del sonnifero che iniziava a ottenebrare la sua mente. Forse stava solo avendo un incubo. Forse, al risveglio Chef sarebbe stata lì, con la testa appoggiata alla sua, al posto di Bob. Forse... Chiuse gli occhi e sprofondò piena di gratitudine nell'oblio.

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Quando riemerse a fatica da quella palude torbida che è il sonno chimico dei sonniferi, Grigio rimase qualche attimo a cercare di fare luce nella sua testa. C'era l'ansia che le schiacciava il petto, ma era come se non volesse ricordarne il motivo. Ma durò pochi secondi. Poi si tirò su di colpo.

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