Perdonami

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<Tu cosa?> disse Jason esterrefatto. Grigio gli lanciò un'occhiata piena d'imbarazzo misto a dolore. Era corsa da lui in preda al panico, dopo che Jade se n'era andata lasciandola nello sconforto più totale. Bob era a due isolati con Paul, e lei aveva bisogno di qualcuno a cui appoggiarsi.


<Cioè le hai dato uno schiaffo? Seriamente Grigio?>


<Sì, non volevo...io mi sento così male...> mormorò piano rigirando il cellulare tra le dita.


<È stata una reazione istintiva quando mi ha detto che tornava per un po' a casa sua. Non potevo credere che stesse per mollarmi lì di nuovo...Cazzo!> proseguì lasciando scappare un singhiozzo.


<E ora lei dov'è?> chiese lui. Immaginava come si stesse sentendo Jade in quel momento. E un po' gli faceva pena.


<Non lo so. Credo nel suo vecchio appartamento.> Lui indicò il telefono che Grigio ancora stringeva.


<Hai provato a chiamarla?>


<No, non risponderebbe. È furiosa lo so. Stavolta ho davvero fatto un macello e merito che mi odi. >


<Posso sapere cos'è che l'ha fatta infuriare in questo modo?>


Grigio sospirò.


<Per il fatto di Brittany.Non è d'accordo che ci aiuti. O meglio, è terrorizzata dalla prospettiva che la nostra relazione venga alla luce. E non vuole capire che io sono sfinita.>


Jason le porse un bicchiere d'acqua. Lei lo accettò con un piccolo sorriso tirato.


<Si lo vedo. È già dai Grammys che ho notato che non sei serena Grey. >


La guardò bere sollevando il mento. Notò i movimenti della sua gola mentre deglutiva. Desiderò appoggiarci le labbra. Abbassò lo sguardo.


<E poi dice che dovrei riflettere su cosa davvero è importante per la mia vita. Come se non lo sapessi. >


<Davvero lo sai? Forse ha ragione. Stare lontane vi aiuterà a focalizzare meglio le priorità. Non dico che tu non sia follemente innamorata di lei, ma lo sei anche del tuo lavoro,della tua musica. E scegliere una o l'altra credo sia un dilemma tremendo.>


Grigio appoggiò il bicchiere.


<Non ho bisogno di riflettere su questo! E sono stufa marcia di sentirmelo ripetere.> sibilò Grigio con foga.


<E allora prendi una dannata decisione. Per Jade, per te e anche per me. >disse lui con un tono di voce duro che con lei non aveva mai usato.
<Dillo che Jade ha capito che nemmeno tu reciti del tutto quando sei con me. Ed è questo che vi ha fatto litigare, non è così Grey?> aggiunse poi, addolcendosi. Le afferrò le spalle fissandola negli occhi lucidi. Poi si avvicinò e poggiò le labbra sulla sua bocca. Grigio lo spinse via. Confusa e imbarazzata che lui lo avesse intuito.


<Io amo Jade. E starò con lei. Per sempre. Non ho bisogno di nient'altro e di nessun'altro.>


<Quindi il mio ruolo è finito? > disse Jason avvinghiandosi di nuovo ai suoi fianchi. Le parlava a pochi centimetri dal viso, e Grigio percepiva il calore del suo respiro.


<Cristo Joanne, mi stai facendo diventare matto. Anche io sono sfinito, non riesco più a ragionare quando si tratta di te.> le diede dei piccoli baci sul collo, accarezzandole la schiena.


<Per favore Jas...no.> lo implorò Grigio. Ma senza convinzione. Si sentiva vulnerabile in quel momento.

Lui le infilò le mani sotto la felpa, armeggiando con la chiusura del reggiseno. Grigio era caduta in una sorta di apatia, di bisogno di conforto, e lo lasciò fare. In realtà non sentiva nulla. E non le importava. Era stanca mentalmente. Pensava solo che Chef l'aveva lasciata ancora, e Jason invece era lì e le stava sfilando la maglia e la desiderava follemente. Percepì la sua lingua sui capezzoli e l'indurimento in mezzo alle sue gambe contro il suo inguine. Aveva bisogno di lui. La testa le girava dal desiderio. Gli sbottonò i pantaloni e Jason le infilò una mano negli slip. Grigio emise un gemito roco.

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