Grammy e inganni

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Il mese di gennaio scivolò via in fretta, tra le prove frenetiche per la serata dei Grammys che tennero occupata Grigio giornalmente. Jade la vide pochissimo in quel periodo, e dovette farsi forza per non stare male ogni volta al pensiero che lei fosse con Jason e Linn Marshall dalla mattina alla sera. Le mancava, ma quando tornava a casa fingeva di essere serena e tranquilla e cercava di godersela il più possibile. La riempiva di attenzioni, preparandole cene ogni volta diverse e con fantasiose ambientazioni sceniche. Non potendo portarla fuori, ricreava nell’attico ristoranti cinesi, indiani, italiani e messicani, anche per tenersi occupata mentre lei non c’era. Il suo viso illuminato dallo stupore e dalla gioia appena varcava la soglia, la ricompensava di tutto. 
<Jade?> la voce di Paul la riscosse dai suoi pensieri, mentre rifletteva sul fatto che di lì a due sere tutti avrebbero visto la sua ragazza mano nella mano con un uomo, entrambi bellissimi e sorridenti, e avrebbero applaudito la loro performance sul palco, estasiati da quella coppia perfetta.
<Oh ciao.> disse voltandosi verso l’amico, che teneva tra le mani un’enorme scatolone bianco. Lui corrugò la fronte.
<Mi ha aperto Bob...ma tu stai bene?>
<Benissimo, perché?> rispose sforzandosi di risultare credibile.
<Non lo so, mi parevi preoccupata. Ho portato l’abito di Grigio per l’ultima prova.>
Jade annuì. Grigio aveva praticamente assunto Paul come suo stilista personale. Adorava le sue creazioni, e lui era esploso letteralmente dalla gioia quando gli aveva chiesto di disegnarle i costumi della performance ai Grammys, e l’abito del Red carpet.
<È ancora alle prove e non tornerà prima di un paio d’ore almeno> spiegò Jade indicando a Paul dove appoggiare la scatola.
<Uh ok. Allora tornerò più tardi.>
<Non vuoi aspettarla qui? Ci mangiamo qualcosa insieme nel frattempo.> Jade sembrava bisognosa di compagnia, notò Paul. Non doveva essere facile per lei passare tanto tempo sola.
<D’accordo tesoro. Vuoi fare quattro chiacchiere?> le chiese, e lei si strinse nelle spalle.
<Oh Paul se parlo con te prometti che rimarrà tra noi? Nemmeno Bob.>
<Ma certo. Siamo amici da tanto, e lo sai che puoi fidarti di me.> Si sedettero uno di fronte all’altra sul bancone, con due tazze di caffè forte tra loro. Jade aveva il volto tirato. Paul notò il suo torturarsi una crosticina sul braccio, e ci lesse ansia e preoccupazione.
<Jade, lo so che è una situazione difficile. Bob mi ha raccontato tutto. Di come la pensano alla Kingdom Records, di Powell che è un pezzo di merda, e di come Grigio sia vincolata e costretta a mentire sulla sua identità sessuale. E tu che pur di stare con lei ti sei reclusa in questo attico, azzerando la tua vita sociale. È comprensibile come tu possa sentirti.>
<Dimentichi Jason McCallum…>precisò Jade.
<Joanne è innamorata di te. Non può importarle meno di quello. Ma certo, immagino non sia piacevole vederli insieme anche se sai che è tutta una montatura.>
<No infatti. Odio il pensiero che lui le baci quelle labbra che sono mie, che le sfiori la pelle, che l’abbracci e il suo odore maschile le si appiccichi addosso. Lo so, sono una stupida idiota gelosa, ma cavolo Paul, vorrei che qualcuno si mettesse nei miei panni. Ma non posso permettere che Joanne scopra come mi sento. Le ho già provocato dolore quando mi sono allontanata. Devo solo resistere nei momenti come questi in cui lei è impegnata ad essere Grigio Jo.> spiegò con la voce incrinata. Paul le prese una mano.
<Non sei idiota, io al tuo posto sarei già imploso. Stai dimostrando una forza e una tenacia incredibili, e Grigio è fortunata ad aver accanto una donna come te. E credimi, lo sa.>
<Sono io che ho la fortuna di svegliarmi la mattina con lei accanto. E per questo stringo i denti e sopporto. Ogni tanto però ho delle crisi, come oggi. Ma ora va meglio. Forse avevo bisogno di sfogarmi. E comunque domani si parte per Los Angeles. Finalmente tra due giorni c’è la serata dei Grammys, e poi fino a maggio Joanne non avrà grossi impegni, e sarà solo mia.>
<Già! Quindi verrai anche tu!> Jade sospirò e guardò fuori dalla vetrata.
<Stavolta Poppy pretende che io la segua. Non si fida a lasciarmi a casa, dopo lo scorsa volta.> disse con un lieve sorriso e un tono ironico. – a parte gli scherzi, sì, verrò come membro dell’entourage di Grigio Jo. Sta seguendo una dieta e io sono responsabile dei suoi pasti.> Paul scoppiò a ridere.
<Cristo che viziate che sono le popstar.>
<Non sai quanto! Una piccola ingorda e insaziabile>
<Oh mio Dio Jade!> scoppiarono a ridere rumorosamente. Una risata liberatoria, di quelle che ti fanno piegare in due, fino al mal di pancia.
<Se proprio vuoi saperlo anche il suo manager non è da meno 
<No, grazie…non lo voglio sapere. Non mi va di guardare Bob e immaginarmelo poi in atteggiamenti amorosi. Perché poi farei fatica  a non ridergli in faccia.>

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