23. Capitolo XXI - The end

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Angolo autrice: Siamo arrivati alla fine, volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto, commentato e apprezzato la storia. E per la cronaca, ci sarà un sequel, e lo pubblicherò tra un pò di tempo. Grazie mille e buona lettura!

Il fatto che, appena finita la battaglia — con studio ed esami a seguito — i ragazzi non si fossero staccati gli uni dagli altri la diceva lunga di quanto poco apprezzassero la fine della scuola.

In realtà era arrivata un po' la fine di tutto.

La fine delle cazzate da adolescenti, la fine dello studiare sempre all'ultimo minuto — e poi avere un brutto voto al compito — quello del Quidditch, dello sfuggire dai fantasmi burloni della scuola.

Era arrivata la fine dei rimproveri dagli insegnanti, di dormire nella stessa camerata e stare svegli fino all'alba, magari a bere, magari solo a guardarsi negli occhi e ridere.

Insieme alla fine di Hogwarts, era arrivata anche la fine della loro adolescenza: stavano varcando la linea degli adulti, mettendo fine alle botte, gli insulti, i primi amori.

Era tutto lì, in quel sole estivo che accarezzava i volti di tutti loro.

All'entrata della scuola, proprio sotto le arcate che avevano visto la battaglia, le foto di Neville, Seamus, Goldstein, Corner, Lavanda, la Abbott, Mcmillan, Harper, Derrick, Hagrid, Terry, Asteria e Daphne erano state attaccate ai mattoni di pietra, drappeggiate da tendoni neri che non incupivano i loro volti sorridenti.

Avevano perso così tanto e avrebbero perso ancora di più se Blaise non si fosse svegliato dal suo coma; i loro volti sorridenti, la determinazione con cui avevano affrontato l'ennesima battaglia, era viva nei loro sguardi catturati dall'obbiettivo e — la Mcgranitt — si era assicurata che nessuno di loro sarebbe mai stato dimenticato.

Un encomio speciale, insieme all'Ordine di Merlino, era stato consegnato ad ogni famiglia e alla nonna di Neville, rimasta sola, ed era stato dato ogni aiuto possibile a tutti loro.

Ma non era possibile riprendersi.

Blaise zoppicava ancora e aveva lo sguardo perso nel vuoto un po' troppo spesso, proprio come Pansy e Draco. James mangiava poco e niente dalla morte di Terry e Harry cercava di prendersene cura più che poteva, mantenendo la promessa fatta all'amico prima che venisse ucciso.

« Ancora non posso crederci che è finita » mormorò Ron, appoggiando il capo contro la corteccia del salice e alzando gli occhi azzurri al cielo.

Erano seduti tutti quanti nello spiazzato principale di Hogwarts, mentre aspettavano le carrozze per ritornare a casa... per cominciare una nuova vita.

Tutti tranne Theodore, che sembrava scomparso. Nessuno più l'aveva visto, semplicemente aveva preso le sue cose e se n'era andato da Hogwarts, senza dire nulla a nessuno, nemmeno Draco e Blaise.

Nessun indirizzo, nulla di nulla; solo un biglietto con scritto "mi dispiace", macchiato di lacrime e forse qualcos'altro.

Hermione, che da quando era terminata la battaglia aveva preso il vizio di fumare, afferrò un pacchetto di sigarette dalla borsa a tracolla che indossava, accendendosene una alle rose con espressione pensosa.

« Chissà... chissà quando ci rivedremo » mormorò, prima che tutti gli occhi si posassero su di lei.

Aveva ancora il busto fasciato sotto la maglia di cotone che indossava e le occhiaie — la piccola cicatrice sul sopracciglio — quasi appesantivano il suo volto ancora provato dall'ultimo mese.

Io sono di legnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora