Domenica, 11.30 AM
Svegliarsi era stato più piacevole di quanto avesse potuto pensare, visto il mal di testa impellente appena aperti gli occhi a ricordargli la sbronza della sera precedente. S'era seduto sul bordo del letto e aveva iniziato a girarsi una sigaretta, come primo gesto del mattino, poi pochi istanti dopo aveva sentito un braccio avvolgerlo dalla vita a portarlo giù di scatto, senza avvisare, così che una bocca affamata potesse salutarlo con un bacio, lui disteso e con le gambe piegate fuori da letto, l'altro su di un fianco e con il capo piegato verso il suo per poterlo baciare con i volti al contrario. Aveva chiuso gli occhi e si era lasciato rubare il drum dalle dita, poi baciare senza vergogna alcuna, mentre placidamente si rilassava al tocco d'un palmo a fargli sollevare il mento e gli incisivi dell'altro a mordere provocatori il suo labbro inferiore – era stanco ma aveva voglia di quelle attenzioni, quindi aveva lasciato morbide le labbra e s'era abbandonato a ciò.
Edoardo era un amante più delicato di quanto non avrebbe potuto immaginare, l'aveva constatato quella notte, ed era stata una piacevole scoperta mentre si lasciava andare a lui. Come in quel momento, in cui l'unico ad avere in mano la situazione era l'altro, eppure aveva come messo da parte ogni suo più scontroso istinto per prendersi cura della sua bocca in quei baci, mentre la mano libera scivolava a carezzargli il petto nudo e tatuato.«Vuoi che vada a prendè qualcosa da mangiare a mensa, così fammo colazione qua?», gli aveva chiesto tra un bacio e l'altro, però Manuel aveva mugolato in risposta qualcosa di simile a un «No, ci vestiamo e andiamo.» e lui, che non riusciva mai ad andargli contro, aveva accettato.
Quindi ora si trovavano lì, seduti al tavolo a far colazione con il gruppo di cui Edoardo era a capo, Manuel affianco a lui e il ragazzo completamente concentrato su di lui.
Non che si potesse dire lo stesso del riccio, che ricambiava le sue interazioni, ma passava il restante tempo a fissare il cibo nel suo piatto con uno sguardo stanco.
Non erano una coppia, loro due, una notte di sesso non li avrebbe resi nulla. Però Edoardo stava avendo particolari riguardi nei suoi confronti e non sarebbe stato difficile insinuare che, nelle ore precedenti, qualcosa tra loro fosse accaduto.«Stai bene?» Una carezza tra i capelli, dietro la nuca, risvegliò Manuel da quello stato di trance momentanea in cui si trovava. Non si vergognava a mostrarsi più vulnerabile con lui, Edoardo, perché sapeva che ciò non l'avrebbe reso meno minaccioso agli occhi occhi altrui.
«Sì, tranquillo...» Voltò il capo, ritrovandosi quasi subito con il viso vicino al suo e ricambiando la leggerezza di quel suo sorriso spontaneo e delicato.
«Dopo te dico na roba.» Glielo aveva sussurrato vicino alla bocca, senza neppure l'imbarazzo di farsi vedere a provocarlo così pubblicamente, poco prima che una combinazione di rumori li distraesse e che Manuel volgesse lo sguardo di scatto verso quello che si rivelò essere Simone, in piedi vicino al loro tavolo e il suo vassoio rovinato a terra, con tanto di colazione sul pavimento.
Incontrò i suoi occhi con distacco, le iridi dure nei suoi confronti e quelle dell'altro invece sorprese e quasi a disagio, il corpo immobile a pochi passi, come si fosse aspettato una sua reazione. A differenza delle altre volte, però, stavolta Manuel lo evitò e neppure si propose d'aiutarlo con il disastro che aveva appena combinato.«Novellino, piegati a pulì.» Edoardo lo disse con una soddisfazione non indifferente nella voce mentre, come a marchiare il territorio, portava un braccio intorno alle spalle di Manuel, che non si ritrasse.
Simone guardò verso il riccio, alla ricerca d'un suo intervento, che però non arrivò.
Non quella volta.«Hai sentito che t'ha detto, no?», gli disse solo, il mento leggermente sollevato mentre rimaneva affiancato all'altro, quasi come due vertici dello stesso branco. «Hai fatto te sto casino a terra, ora devi pulì.»
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un graffio nella verità | simuel
Fanfiction«Dimmi il tuo nome.» «Simone. [ .. ] Dimmi il tuo.» «No.» «Perché?» Nessuna risposta. Non ottenne un nome e neppure una motivazione. Solo una mano a prendere la sua e il corpo dello sconosciuto a staccarsi dal suo, portandolo quasi a sporgersi in av...