marlboro rosse

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Martedì, 2.30 AM

Ricordava un istante in particolare, con Simone, nascosti nel silenzio della notte e coperti solo d'un lenzuolo leggero a render pudici i loro corpi. In casa di Chicca, eppure in un orario protetto dal terrore d'esser sentiti, in cui poter esser liberi di esprimersi tra loro.
Ricordava i suoi occhi addosso mentre i propri restavano fissi sul soffitto, stanchi eppure pensierosi, voltando poi il capo per ricambiare il suo sguardo.
«Dimmi qualcosa.», aveva chiesto Simone. Steso su un fianco e con il corpo a puntare verso di lui, in un chiaro segno d'attrazione. Manuel sapeva di piacergli e il pensiero lo tranquillizzava, però confondendolo a volte.
«Non ho nulla d'interessante da dire.»
«Quello che ti passa per la mente.»
E Manuel aveva sorriso con un angolo della bocca, accennando a una risata spenta e scuotendo il capo. «Ti annoierebbe.»
«Non credo proprio.», avvicinandosi a lui aveva sussurrato quelle parole, mentre il palmo d'una mano si posava con leggerezza sul suo petto e scorreva in una carezza languida eppure delicata. Riusciva a rapire ogni briciolo della sua attenzione senza neppure provarci, Simone, ch'era una capacità non da poco per uno che come lui aveva la tendenza a non concentrarsi mai davvero su nulla: forse per difficoltà o forse ancora per proteggersi; i dettagli, in fondo, erano in grado di ferire.
Era rimasto fermo, immobile ad attendere che fosse lui a decidere il destino di quell'attimo, ed era stato ricambiato dalle sue labbra ad avvicinarsi lente a baciare le gemelle tra corteggio e inganno. Schiudendo la bocca e accogliendo quella di Simone, era inciampato nella sua trappola e s'era trovato privo di respiro mentre era lui a regalargli il proprio, eppure con calma — quasi a insegnargli di non pretendere, a istruirlo alla quiete, rendendolo così ancor più impaziente di ricevere e disposto ad abbassare le difese per ottenere il piacere.
Era un ottimo compromesso: complice del desiderio provato per lui, si ritrovava ad annullare la sua diffidenza in certi momenti, per dargli la concessione di gestirla come voleva, fidandosi.
Non s'era accorto neppure, tanto era distratto in quel bacio, del ragazzo a sistemarsi sopra al suo corpo con il proprio. Non che l'idea lo disturbasse, anzi.
Aveva sentito la sua mano risalire e fermarsi vicino al collo, il pollice a sollevarsi per poggiarsi sul mento e premere sul suo labbro inferiore, mentre allontanandosi dalle sue labbra con la bocca, Simone rimaneva vicino con il viso abbastanza da renderlo vulnerabile.
Eppure senza intenzione di ferirlo.
Aveva unito i loro sguardi e Manuel aveva riposto quella sua maschera d'impenetrabile sicurezza e sfrontatezza in un tremolio degli occhi ad accendersi per lui.
«Dimmi cosa ti passa per la mente, ora.»
«Fidati, non vuoi saperlo.»
S'era inumidito le labbra, Simone, prendendo un respiro più intenso. Che non era semplice neppure per lui, resistergli.
«Ti ascolto.», aveva pronunciato. E:
«A tutti i modi in cui potresti usare le tue mani su di me, in questo momento.», la sua ammissione era uscita quasi come un sospiro, nella difficoltà della brama sentita.
«Continua.» E Manuel, ch'era folle di quella sua voce a impartire decisioni per entrambi, aveva annuito e svelato ogni singola via di dolore e piacere in cui le sue mani avrebbero potuto mescolarsi sulla sua pelle in tocchi sporchi, eppure tinti di quel loro amore inespresso. Aveva rivelato il bisogno del suo corpo di venir toccato e lambito da polpastrelli ch'esprimessero lussuria... e Simone aveva soddisfatto alcuni suoi desideri, donando così a entrambi l'apice e lasciando ancora una volta con la bocca un segno della sua gelosia sulla pelle del ragazzo, che in risposta gli aveva concesso il suo corpo come una tela da dipingere a suo piacimento.

«Visto?», i corpi sudati e i respiri affannati nel dopo, mentre le labbra di Simone sussurravano dolci e pacate quelle parole al suo orecchio: «Non mi annoi mai. Mi piace sapere cosa ti passa per la mente. Quindi fallo, sempre.»

Simone l'aveva indebolito. Aveva preso le difese di anni e le aveva distrutte come un temporale estivo d'una notte soltanto a schiantarsi su mesi d'incessante Sole. Aveva accarezzato i bordi delle sue insicurezze fino a riempirle di pensieri sporchi eppure dolci, portandolo così a ritrovarsi assuefatto dalla sua presenza, in un'estasi costante a cui gli veniva impossibile rinunciare.
Manuel l'aveva capito in quella notte insieme a lui, s'era rassegnato all'idea che da quel momento non sarebbe stato più in grado di mostrarsi forte come prima. E forse più che una rassegnazione, era un accettare e accogliere quel presentimento, modellandosi per riuscire a incastrarsi alla perfezione con lui, fino a sentirsi davvero parte di quel sentimento.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 12, 2022 ⏰

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