PAIGE
«Paige, svegliati». Mi girai nel letto al suono di una voce conosciuta. Ancora assonnata aprii gli occhi, che immediatamente si sgranarono quando mi resi conto di non essere nella mia camera.
Ma dove diavolo...
Voltai la testa di lato e incontrai il ghigno divertito, ma sofferente di Nat. Mi ero dimenticata di aver dormito da lei la notte precedente.
Una fitta mi colpì la testa e mi accorsi che Nathalie non stava tanto meglio. Dalle sue seguenti parole compresi, anche, che non ricordava molto del giorno precedente. «Come siamo arrivate a casa?»
«Tuo fratello», risposi senza dare troppe spiegazioni. In quel momento avrei solo voluto affondare la testa nel cuscino e dormire per almeno altre otto ore.
«Cavolo, non ricordo veramente nulla. Non ti ho dato niente per dormire», si grattò la testa cercando di rimettere insieme i pezzi, ma ciò che attirò maggiormente la sua attenzione, fu la maglia che indossavo. «Però sembra che tu abbia risolto». Si stampò in faccia un sorriso malizioso e io non volli nemmeno sapere dove stavano viaggiando i suoi pensieri.
Quando non sentì uscire una sola parola dalla mia bocca, saltò quasi in piedi cambiando completamente atteggiamento. «Dai, andiamo a fare colazione. Sto morendo di fame». Annuii senza farmi troppi problemi, avevo anche io fame e Nat non mi metteva a disagio come mi succedeva con altri.
La seguii fino alla sala da pranzo, dove un grande tavolo posto al centro della stanza era già apparecchiato. Non potei non rimanere stupita nel vedere la quantità di cibo presente, probabilmente sarebbe bastato per nutrire una palazzo intero. Mi sedei accanto a lei e tra i vari dolci e salati, optai per i pancake, i miei preferiti.
Passarono vari minuti di silenzio e forse fu per questo che quando sentii dei passi provenire dalle scale, non controllai il mio sguardo. Thomas si avvicinava verso di noi con addosso solo un paio di pantaloncini sportivi. L'addome tassellato era scoperto insieme al petto ben scolpito. Alzò un braccio per passarsi una mano tra i capelli scompigliati che continuavano a ricadergli sulla fronte in ciocche disordinate. Sbavai alla sua vista, quasi più di quando avevo visto tutto quel cibo sulla tavola.
Fu il suo ghigno nei miei confronti a ridestarmi. Quella volta non potei dare la colpa all'alcol, ma Thomas Jones, nonostante il suo essere, era veramente un bel ragazzo.
Senza smettere di sorridere, prese posto a tavola di fronte a me. A differenza mia e di Nat scelse il salato, preparandosi un panino con prosciutto e formaggio e si servì da bere della spremuta d'arancia. Nathalie rimase in silenzio come me e continuava a mangiare senza alzare lo sguardo su suo fratello. Era come se una strana consapevolezza aleggiasse per aria e solo io non ne fossi a conoscenza.
Thomas non rimase a lungo in silenzio. Dopo aver mandato giù una lunga sorsata di succo, si decise a parlare. «Nat, alla fine sei tornata dal regno dei morti». La sua voce roca e profonda mi fece sussultare e quasi volli prendermi a schiaffi per quella reazione.
«Per una sera che mi diverto potresti lasciarmi stare», si mise subito sulla difensiva
«Certo, ho notato molto bene la tua fonte di divertimento: ubriacarti fino a sentirti male». Lui la guardò celando qualcosa che mi sfuggiva e negli occhi di lei notai una nota di vergogna quando posò una breve occhiata su di me.
«Sto bene, veramente». Non capii bene perché rimarcò così tanto il concetto, ma immaginai fosse normale tra due fratelli preoccuparsi. «Ho mantenuto il controllo delle mie azioni».
Thomas incrociò le braccia e quando scorsi delle sfuggenti occhiate da parte sua capii che da quel momento sarei diventata io oggetto del suo scherno. «Almeno non ti sei divertita come la tua amica», ghignò maliziosamente. In quel momento anche io avrei voluto dimenticare ciò che era accaduto tra di noi la notte precedente, ma non era possibile.
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Moonshot
RomancePaige Moore sembra una ragazza normale che conduce una vita quasi perfetta, ma nasconde molti demoni interiori. Dopo essersi trasferita a Malibù con sua madre per fuggire dal suo passato, inizia a frequentare una nuova scuola. Il fragile castello di...