10. We're already defeated

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Sentii gli occhi pesanti mentre cercavo di aprirli. I raggi del sole mi accecavano e grugnii per il fastidio. Provai a girarmi per nascondere quella luce dalla vista, ma un peso sulla vita me lo impediva. 

Sbarrai gli occhi rendendomi conto della situazione. Il braccio di Thomas mi stava circondando. 

Io e Thomas avevamo dormito abbracciati.

Mi mossi un po' nel tentativo di svegliarlo, ma lui mugugnò qualcosa e continuò a dormire. Con la mano prese ad accarezzarmi la pancia, in un gesto quasi istintivo. Subito la tirai in dentro, durante il sonno si era rilassata, tornando alla sua forma naturale.

Era sfiancante trattenere sempre il respiro.

Dovevo svegliarlo, perciò mi rigirai sotto il suo braccio, finendo solo più vicina a lui, con il volto attaccato al suo petto.

Lo guardai in viso, una strana quiete gli alleggeriva i tratti e cambiai idea. Avrei potuto lasciarlo dormire un altro po'. 

Allungai una mano per afferrare il telefono, erano solo le 7:00 del mattino, perciò decisi di provare a riprendere sonno.

Mi beai del calore che il corpo di Thomas mi offriva e stranamente mi addormentai. 

Era di nuovo qui, finalmente si era decisa a venirmi a trovare.

«Paige,  andiamo, è tardi». 

Lei era lì, entrambe eravamo lì. Il nostro parchetto. Era bellissima come sempre, ma non avevo io il controllo. Gli eventi erano destinati ad accadere.

Era arrivato il momento. Le urla e il sangue, di nuovo lei stesa lì sull'asfalto. 

Continuavo a gridare il suo nome, ma non si svegliava. Il sangue la circondava, non era rosso, piuttosto di un nero scuro che si fondeva perfettamente con quello dei suoi capelli. Quello sguardo sempre felice si stava spegnendo. L'azzurro si stava trasformando in un grigio senza vita, mostrando il momento in cui essa la stava abbandonando e la sua anima troppo giovane per questo destino volò via.

«Jade! Ti prego, rimani!»

Iniziai a dimenarmi. Sentivo un tocco bloccarmi, una voce arrivarmi alle orecchie, ma tutto ciò che volevo era trattenerla lì con me. 

«Jade, per favore!» Continuavo ad urlare il suo nome, ma ormai il suo corpo era scomparso e tutto ciò che vedevo era il buio più totale.

«Paige, svegliati» La voce mi richiamò ancora, provavo ad aprire gli occhi, ma il sogno ancora non era finito. Brancolavo nel buio da sola e tra le lacrime, esattamente come mi sentivo quel giorno. Una lieve luce mi illuminò, era la luna e accanto a lei c'era Jade che mi sorrideva. 

Provai a richiamarla, ad urlare più forte il suo nome.

«Jade, ti prego. Non abbandonarmi!»

«Paige, devi svegliarti. È solo un incubo». Delle braccia iniziarono a muovermi e io spalancai gli occhi. Thomas mi stava fissando e ci misi qualche istante a razionalizzare ciò che aveva appena visto. Subito mi scansai da lui.

Non cercò di avvicinarsi, non parlò per vari minuti, aspettando che io mi riprendessi. «L'hai sognata».

Annuii alla sua affermazione.

«Era questo che intendevi quando hai detto che ti veniva a trovare tutte le sere?»

Annuii di nuovo. Non riuscivo ad aprire bocca. Non riuscivo a reagire.

«Quando lo raccontavi sembrava che ti mancasse questo suo modo di venirti a trovare. Come può mancarti un incubo?»

Bastarono quelle parole per farmi uscire dal mio stato di trance. «Non sono incubi, sono sogni. Gli incubi sono qualcosa di brutto e per me lei non rappresenterà mai il male. Quindi si, sogno la sua morte e lo farei tutte le notti se fosse una mia scelta, almeno così posso sentirla più vicina, come se ci fosse ancora». 

MoonshotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora