Capitolo 17

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Venerdì 17 gennaio 1995

È di nuovo al mio cazzo di tavolo.

C'è un punto della biblioteca sufficientemente nascosto da impedire alla gente di trovarti. E poi c'è il tavolo perfetto. Non traballa, non ha fastidiose parolacce incise nel legno.

La luce del sole, proveniente da una delle poche finestre sulla parete nord, illumina le pagine dei libri nel modo migliore.

Sono mesi che non mi siedo a quel tavolo a causa sua.

Praticamente si arrocca sui tomi che ha davanti, si accuccia sulla sedia e scarabocchia appunti sull'uovo di Potter.

Merlino non voglia che sia Potter in persona a svolgere quel lavoro. A tutti gli altri Campioni non è stata assegnata una strega intelligente che lo risolvesse gli enigmi al posto loro.

Mi acciglio di nuovo sul suo profilo, osservando come sfoglia velocemente le pagine.

Non ha mantenuto i capelli acconciati come al Ballo del Ceppo. I suoi riccioli sono tornati a circondarle la testa come uno strano bavero. E qualsiasi cosa avesse fatto sulla sua pelle per farla sembrare liscia e umida è stata rimossa.

Allunga le braccia sopra la testa e posa la penna d'oca, scambiandola con una Piuma di Zucchero blu al mirtillo. Alzo il sopracciglio, giudicando i suoi gusti osceni in fatto di dolci. Se vuole un lecca-lecca da Mielandia, dovrebbe provare il Lampone Ronzante. Ti fa vibrare la gola e ti cambia la voce per mezz'ora. Oppure la Bomba di Ciocco Ciliegia. Più cara. Probabilmente non può permettersela.

Si appoggia alla sedia, prende il libro in grembo per appoggiarlo al tavolo e legge con attenzione, muovendo le labbra intorno alla punta della Piuma di Zucchero.

Le verranno le labbra blu. Idiota.

Labbra blu e lingua blu.

Osservo le sue guance incavarsi, succhiare, staccare la piuma dalle labbra in modo distratto mentre legge. I suoi occhi si allargano e prende la pergamena, scarabocchiando qualche parola mentre i suoi occhi scrutano il libro. Sobbalza quando si rende conto di aver cercato di scrivere con la penna di zucchero.

Sorrido. Che stupida piccola vacca.

Si infila la Puima di Zucchero tra le labbra, tenendola lì, e afferra la sua penna da scrivere.

Le labbra si stringono intorno alla piuma blu zuccherata. Le labbra sono tese in avanti, con gli zigomi in evidenza.

Labbra energiche.

Labbra blu.

Non sottili come quelle di Tracey Davis. Né eleganti e larghe come quelle di Pansy. Semplicemente... blu. E soffici.

E mi chiedo se la sua lingua blu sia anche vigorosa. Se sa già come usarla. Se Krum le ha spiegato come si fa. Se gli ha già lasciato baciare e assaggiare le sue labbra blu.

Forse l'unico modo in cui sa come baciare è ora grazie a Krum. Rozzo, umido e selvaggio. Nessuna grazia può essere data dal bulgaro.

Dovrà imparare a baciare meglio dopo Krum. Dovrà addolcire le sue labbra blu e lasciare che qualcuno assaggi la sua dolce lingua blu, che si stringa a lei e lecchi i suoi piccoli denti. E mordere il labbro inferiore e succhiarle lo zucchero.

La Piuma di Zucchero fuoriesce dalla sua bocca e il suo eco risuona sulle pareti della biblioteca.

Alza lo sguardo e mi guarda. Io socchiudo automaticamente gli occhi e lei abbassa lo sguardo, strofinando via lo zucchero blu.

 Io socchiudo automaticamente gli occhi e lei abbassa lo sguardo, strofinando via lo zucchero blu

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