3. Emily

335 59 3
                                    

Svegliarsi con il mal di testa post sbornia e dopo aver vomitato in mezzo alla strada non è proprio il massimo per iniziare il primo giorno di college.
Mi alzai dal letto e mi diressi in bagno per farmi una doccia prima che Mary si svegliasse, insaponai il mio corpo più e più volte, lavai i capelli e dopo aver finito, lavai anche i denti.
Mi affrettai a far la piega e a scegliere un outfit consono; optai per un paio di jeans skinny a vita alta, una t-shirt bianca e delle nike, un po' di mascara, del gloss e infine infilai in borsa i libri per le lezioni di oggi.
Uscendo dal campus mi diressi verso l'università in cerca dell'aula di letteratura, girai per i corridoi, osservai la struttura finché finalmente non la trovai.
La classe a quell'ora era quasi completamente vuota, così decisi di sedermi in prima fila in modo da poter ascoltare il professore nel miglior modo possibile e senza distrazioni. Estrassi dalla borsa il libro, un quaderno per gli appunti e una penna e attesi che l'insegnante entrasse in aula e iniziasse a spiegare.
La prima lezione finì in un batter d'occhio, si fece ora di pranzo e la mia coinquilina mi mandò un messaggio per avvisarmi che mi stava aspettando assieme agli altri per mangiare. Mi incamminai verso la mensa e cercai di individuare una chioma liscia di un castano dorato tra i milioni di studenti presenti, ma i miei occhi si incrociarono con lo sguardo penetrante di Alan che non mi toglieva gli occhi di dosso. Mi avvicinai titubante al tavolo dove si trovano lui, Ethan, Kyle, Taylor e Mary e mi sedetti vicino a quest'ultima.
"Guarda chi si vede, la ragazza che non beveva. Qualcuno mi ha raccontato che hai vomitato in mezzo alla strada."
"Bel modo per accogliermi Mary, grazie."
"Non c'è di che tesoro." Mi lascio un bacio sulla guancia.
"Si ok, ora che è arrivata prendiamo da mangiare, ho fame." Taylor si alzò dal tavolo spazientita, scansando la sedia e facendola stridere sul pavimento.
"Io, Ethan e Kyle andiamo a prendere da mangiare, resta pure seduta, ti risparmio la fila."
"Grazie, ma non serve, posso venire anch'io." Non mi arrivò risposta, la mia coinquilina e gli altri due ragazzi si allontanarono lasciandomi seduta al tavolo con Alan Keller. L'inarrivabile, arrogante e provocante ragazzo seduto davanti a me.
"Alla fine te ne sei andata con Ethan."
"Si, mi ha dato un passaggio."
"Lo avevo detto che ti sarebbero saltati addosso."
"Nessuno mi è saltato addosso." Iniziai a giocare nervosamente con i miei bracciali e mi domandai perché la sua presenza mi innervosiva così tanto.
"Fidati, lo faranno."
Alan appoggiò la sua mano calda sulla mia e fermò le mie dita.
"Magari continui a dirlo perché vorresti farlo tu."
"Se avessi voluto saltarti addosso, ti avrei già scopata ieri sera novellina." Sussurrò quelle parole a pochi centimetri dal mio viso, le mie guance avvamparono e il mio cuore mancò di un battito. Per la sorpresa ritirai la mano e tornammo a prendere le distanze.

Il pranzo proseguì silenziosamente, almeno da parte parte mia. Presi il vassoio vuoto e posizionai nel suo apposito contenitore, dopodiché mi diressi in bagno per sciacquarmi il viso. Quando alzai lo sguardo vidi riflessa accanto a me una chioma bionda e degli occhi azzurri.
"Devi stargli lontano."
Era Taylor.
"Non mi sarà difficile, tranquilla." La rassicurai asciugandomi le mani.
"Io ti ho avvertita." Uscì dalla toilet e sparì tra i corridoi della scuola.
Rimasi stupita dalla reazione che quest'ultima aveva avuto nei miei confronti. Alan non lo conoscevo affatto e non avevo dato modo a nessuno di pensare che tra me e lui potesse esserci qualcosa. La sera prima avevo capito che tra i due c'era attrazione fisica, ma mai avrei pensato che sarebbe arrivata addirittura a minacciarmi.

Decisi di tornare al campus e approfittare dell'assenza della mia coinquilina per scegliere e leggere un libro, mi stesi sul letto e iniziai a sfogliarlo una pagina dopo l'altra, fin quando qualcuno non bussò.
"Mary é aperto, entra." Ma nessuno rispose.
Mi alzai dal letto e feci per aprire la porta, ma qualcuno dall'altra parte mi precedette.
"Cosa voleva?"
"Ma chi? Cosa ci fai qui?" Indietreggiai di qualche passo.
"Taylor, cosa voleva da te?"
"Niente, vattene Alan."
Il mio cuore iniziò a battere forte. Perché gli interessava tanto?
La porta face un tonfo alle sue spalle, si avvicinò a me con passo spedito e io mi incamminai all'indietro fin quando le mie mani non arrivarono a toccare il legno ancora spoglio della mia scrivania.
"Emily dimmi cosa ti ha detto!"
"Che devo starti lontano." Sussurrai appena, quasi non mi sentì neanch'io.
"Non stiamo insieme."
"Non mi riguarda, ora esci."
Appoggiò le mani lungo i miei fianchi tirandomi su con facilità, lo assecondai e mi sedetti sulla superficie scura, sentì il suo respiro a pochi centimetri dalla mia bocca e gli occhi puntati nei miei. Il mio corpo fremette al suo tocco, al suo sguardo, come se tutto di me si ricordasse della sue mani e della sera prima.
"Emy so che non vuoi che io me ne vada."
"Invece è proprio ciò che voglio, vattene prima che Mary torni." Il mio respiro si fece più pesante, i battuti del mio cuore più veloci, talmente tanto che temetti che se ci fosse stato silenzio troppo allungo, lui l'avrebbe potuto sentirli.
"Lo vedo da come mi guardi ora, da come mi guardavi in mensa, so che mi vuoi." Le sue labbra si avvicinarono alle mie lentamente, le sue mani si mossero lungo i miei fianchi, chiusi gli occhi e il mio corpo si abbandonò completamente al suo tocco.
"Guardami Emy..." Accarezzò la mia mascella facendone il contorno, anzi la sfiorò appena. "guarda l'effetto che ti faccio."
Quando riaprì gli occhi, le sue labbra erano così vicine che presto sarebbero diventate un tutt'uno con le mie, realizzai lo sbaglio che stavo per commette nell'esatto momento in cui la mia coinquilina aprì la porta e io spinsi Alan lontano da me prima che potesse accorgersi della nostra vicinanza.
"Ciao Emy, ciao Alan..." Lo guardò confusa. "Alan perché sei qui?"
"Voglio che venga alla festa di sta sera, è la prima di campionato. Sono più che sicuro che tu saprai come convincerla." Le fece l'occhiolino.
"Vedrò cosa posso fare." Appoggiò la borsa sul suo letto e ricambiò l'occhiolino con un sorriso complice.
"Bene, ora vado." Mi diede un ultimo sguardo prima di dirigersi verso la porta e lasciare la nostra stanza.
Mary mi rivolse uno sguardo interrogatorio
"Allora? Perché Alan Keller era in camera nostra?" Si buttò sul suo letto a peso morto.
"Per la festa..." Risposi sfogliando il libro lasciato sul comodino.
"Eravate un po' troppo vicini per farti una semplice domanda, non trovi?"
Alzai le spalle senza dargli una risposta e mi diressi verso la mia libreria per riporre al suo posto il romanzo.
"Non so cosa ci sia tra voi due, ma devi stare attenta. Lui non è il ragazzo perfetto di cui leggi in quelli." Il suo dito indicò la mensola piena di libri.
"Non c'è assolutamente nulla Mary, è venuto per chiedermi se ci saremmo state alla festa di questa sera."
"Io ci andrò..." Mary spalancò il suo armadio e iniziò a rovistare tra i suoi abiti appariscenti e pieno di brillantini. "e tu signoria, farai lo stesso."
Si girò nella mia direzione e mi lasciò uno dei suoi vestiti: un tubino color carne che avrebbe messo in evidenza ogni curva del mio corpo.
"Non se ne parla, io resto qui."
"Cosa? Alan ti ha invitata, devi venire assolutamente."
"Non mi va, sono stanca e poi domani ho lezione."
Iniziò a prepararsi. "D'accordo, non venire, ma so che te ne pentirai." Una volta finito di prepararsi afferro la sua borsetta e si diresse verso l'uscita.
"Prima della festa mi devi vedere con Kyle, ci vediamo quando torno se sei sveglia." Le mandai un bacio volante in segno di saluto e mi sdraiai sul mio letto.
"Ciao ciao Emy!" uscì dalla stanza e il silenzio regnò nella stanza.

Lost in youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora