10. Emily

271 57 1
                                    

L'ondata di piacere che mi percosse il corpo per la prima volta mi lasciò senza fiato. Lasciai la presa sui suoi capelli e mi abbandonai sul materasso chiudendo gli occhi. Sentì le mani di Alan percorrermi il corpo con delicatezza e il materasso muoversi sotto il nostro peso. Quando li riaprì, davanti a me vidi l'oceano che mi osservava. "Era la prima volta?" Mi domandò con una ruga di espressione che gli si formò tra le sopracciglia. Io annuì timidamente stringendomi tra le spalle, avevo paura che dopo quella confessione se ne sarebbe andato. Alan non era abituato alle ragazzine inesperte come me, l'aveva detto lui stesso, andava a letto con qualsiasi ragazza ci provasse con lui. Mi tirai su le lenzuola fino a coprire ogni parte del mio corpo e mi girai su un fianco, Alan si mise a giocare con i miei capelli; "A cosa stai pensando?" mi domandò. Mi voltai nuovamente verso di lui. "A niente, non penso a niente." "Ti stai nascondendo." Mi lasciò un bacio sulla spalla. "Non devi nasconderti da me." Sospirai. "Perché non te ne sei ancora andato?" Lo sentì irrigidirsi alle mie spalle. "Vuoi che me ne vada?" "No, non lo voglio, mi aspettavo solo tu lo facessi." "Perché dovrei andarmene? Perché mi hai detto che sei vergine?" Rise, si avvicinò al mio orecchio e sussurrò roco: "Ho promesso che ti avrei fatto dimenticare Emy e ho promesso a me stesso che avrei venerato ogni centimetro del tuo corpo." Mi accarezzò la coscia e io rabbrividì. Continuò a parlare. "E quello non era neanche l'inizio." Afferrò la mia mano e la portò lentamente sul cavallo dei suoi pantaloni facendomi percorrere col palmo aperto l'intera lunghezza. "Lo vedi cosa mi fai principessa, come potrei andarmene ora?" Quando finalmente le sue labbra tornarono sulle mie, tutte le preoccupazioni che mi passavano per la testa, svanirono. La sua bocca sulla mia era come un sedativo, faceva rilassare ogni mio muscolo come per magia. Mi rendeva schiava del suo corpo, del suo tocco. Tutto di lui mi attraeva come una calamita, io il polo positivo, lui quello negativo. Gli slacciai i pantaloni quasi con urgenza, glieli abbassai e finalmente sentì rilassare anche lui. Si avvicinò incastrando perfettamente il bacino in mezzo alle mie gambe, lo vidi rovistare in una delle tasche posteriori dei suoi jeans, estrarre una bustina argentata e strapparla con i denti. Le mie braccia si allungarono fino ad arrivare all'elastico dei suoi boxer, li tirai giù completamente e il tessuto calato precedentemente mi mostrò la sua erezione lunga e massiccia che protendeva verso l'alto. Srotolò il preservativo sul suo membro, lo afferrò con una mano e lo avvicinò alla mia entrata strofinando la punta sul mio clitoride provocandomi un brivido che mi percosse tutta la schiena. "Farò piano, promesso." Io annuì. Si stese su di me appoggiando entrambe le mani ai lati della mia testa per sorreggere il suo corpo. La necessità di sentirlo dentro di me a quel punto era tanta, lo afferrai per i fianchi e lo avvicinai a me alzando il bacino per invitarlo ad entrare. "Se continui a provocarmi così, non riuscirò a controllarmi." Disse a pochi centimetri dalla mia faccia. "Alan..." Dissi in un sospiro spingendo il bacino contro di lui e provocando un gemito ad entrambi. "Si principessa?!" Mi strusciai di nuovo. "Smettila di temporeggiare." Gli percorsi la schiena con le mani, lo sentì ridere nascosto all'incavo del mio collo. La mano sinistra abbandonò il materasso per infilarsi tra i nostri corpi, tornò ad afferrare il suo pene e lo spinse pian piano dentro di me. Ansimai portando le mani tra i suoi capelli e chiusi gli occhi quando iniziò a muoversi dentro e fuori dalla mia cavità. Lo vidi mordersi il labbro inferiore e come aveva promesso stava andando piano, anche se ero consapevole del fatto che gli costasse un enorme autocontrollo. Autocontrollo che non durò molto. Andò a quella velocità per alcuni minuti, giusto il tempo per far abituare il mio corpo a quella sensazione nuova e alla presenza di lui dentro di me. Spinse il bacino più affondo e si ritrasse quasi completamente facendomi mancare il respiro per qualche secondo. Ne volevo ancora. Ripetè quel movimento una decina di volte, dopodiché le spinte si intensificarono così come i nostri gemiti nella stanza. Si allontanò da me per mettersi seduto sui talloni, mi avvolse le mani attorno alla vita e le spinte diventarono brevi ma rapide. Da quella posizione il suo pube strofinava sul mio provocandomi del piacere ancora più intenso, talmente tanto che affondai le unghie nelle sue spalle e inarcai la schiena. Le ondate  diventarono più forti ogni minuto che passava, il mio corpo iniziò a tremare di nuovo e le mie pareti a stringersi attorno al suo membro, finché non venimmo entrambi e Alan si abbandonò al mio fianco.
Quando si riprese, si alzò e sfilò il preservativo dal suo buttandolo nel cestino. Iniziò ad esaminare il mio corpo nudo disteso sul letto come era solito fare anche da vestita. Tornò a sdraiarsi accanto a me e mi avvicinò a lui circondandomi con un braccio la vita, mentre con la mano libera giocava con una delle mie ciocche di capelli sparse per il cuscino. Mi rilassai sul suo petto e chiusi gli occhi facendomi cullare dal suo tocco fin quando non mi addormentai.

Il mattino seguente, quando riaprì gli occhi, la luce giallastra del sole filtrava dalle tende riscaldando il mio viso, ma il letto sembrava più freddo, più vuoto. Alan non c'era più, ma me lo sarei dovuta aspettare. Mi misi a sedere avvolgendo il mio corpo nudo e indolenzito nelle lenzuola sfatte, mi guardai in giro e tutto attorno a me sembrava ricordarmi la notte appena trascorsa: i vestiti sul pavimento, i gemiti, le sue mani che percorrevano ogni centimetro del mio corpo, ogni frase sussurrata, ogni sospiro roco che proveniva dalla sua bocca, ogni bacio che sembrava non essere mai abbastanza. Niente di tutto ciò in quel momento mi sembrò abbastanza. E aveva ragione, io avrei voluto di più da lui, avrei voluto tutto di lui.

Lost in youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora