Io che cerco di proteggerti sempre e tu, che, in qualche modo, riesci a proteggere me da me stessa. Eri tu l'amore, come un fiocco di neve che scende e si poggia delicato sul naso, tu mi tocchi il cuore ed io non sento dolore. E così, quando mi capita di vedere due persone per strada che si tengono la mano mi viene da pensare "quelli potremmo essere, nuovamente, noi" perché è così, eri tu l'amore puro, fiero e totalizzante che sognavo da piccola; e invece ora ci troviamo qui, io con quel bisogno di assicurarmi che tu stia bene e tu con quel dannato e disperato bisogno di arrivare fino al punto più lontano del mio cuore per farmi smettere di soffrire.
Eravamo noi quella coppia che si vede nei film; quella coppia che quando passa fa dire alle bambine "mamma, io voglio essere come loro da grande" perché si, facevamo invidia al mondo insieme. Non so cosa sia successo; non so come mai così, all'improvviso, abbiamo smesso di essere i noi di sempre, abbiamo smesso di credere in quel sentimento che stavamo vivendo, quel sentimento che ci faceva sentire vivi, quel sentimento che ritrovavamo nella 'nostra' canzone dei pinguini tattici nucleari "Pastello bianco".
Da quando te ne sei andato hai lasciato dentro me una specie di vuoto, come se una parte di me fosse andata via e non potesse tornare più, come se alla fine io restassi un po' tua per sempre e non è giusto, non è giusto perché così mi leghi a te; perché è come se mi avessi portato via il coraggio di andare avanti, il coraggio di dire "è passata, devo rifarmi una vita senza lui" ma come posso se io non riesco neanche a immaginare un futuro senza te?
Non eravamo perfetti, su questo non ho dubbi, ma quando stavamo insieme tutti i nostri difetti, tutti i nostri problemi sparivano in un abbraccio; ed è questa la cosa che più mi piaceva di te, avevi il potere di farmi sentire bene nonostante stavo affrontando un periodo in cui il mondo mi stava crollando addosso; mi piaceva di te che riuscivi a farmi innamorare in tutto e per tutto della persona che eri e che sei tutt'ora;
mi piaceva il modo in cui mi abbracciavi e col dito mi asciugavi le lacrime che mi tagliavano il viso; amavo il modo in cui tu poggiavi la testa sulla mia spalla quando la stanchezza aveva il sopravento; mi piaceva la tua voce appena sveglio e amavo quella che ero insieme a te.
L'esserci nonostante tutto significa essere al fianco di una persona durante i momenti brutti è vero, ma significa anche condividere i momenti felici, dove non riesci a smettere di urlare, di parlare, di cantare, di ballare, di saltare, dove spruzzi talmente tanta felicità da tutti i pori che rendi felice chi hai accanto. E con te è stato così, insieme in tutti quei momenti che ci hanno cambiato la vita; durante la morte dei nostri nonni noi c'eravamo, durante la tua prima partita di tennis io c'ero, durante la mia laurea tu c'eri, durante le feste natalizie noi c'eravamo, durante il tuo infortunio io c'ero, durante il mio ricovero tu c'eri; perché eravamo così noi due,
sempre mano nella mano
anche quando suonavamo il piano.
Tu rispetto a tutti gli altri profumavi di felicità, profumavi di quella libertà e serenità che cercavo quando ci siamo incontrati per la prima volta ed è forse questo, se devo essere sincera ed egoista, che mi ha fatto avvicinare a te. Lo so che è brutto da dire, da ammettere, ma è la verità. Inizialmente mi piaceva l'idea del noi, l'idea di vivere quella spensieratezza che mi mancava ma poi tutto è cambiato, poi ti ho conosciuto veramente, ho conosciuto il vero te e mi sono innamorata della tua persona e non più di quell'idea che mi ero fatta di noi.
Ora che tutto è finito rimpiango i tempi passati, rimpiango tutto il tempo passato a litigare invece che a ridere, rimpiango il tempo passato a farci paranoie su quello che accadeva piuttosto che parlarne tra noi. Una delle cose più grandi che rimpiango è l'averti allontanato per paura che tu, un giorno, potessi vedermi come io vedo me stessa. Perché sì, tu mi hai preso per mano sapendo che ti saresti preso carico anche di tutte le mie insicurezze, delle mie fragilità, del mio non sentirmi mai abbastanza e di non sentirmi mai bella ma non avevo previsto che improvvisamente, dal nulla, io abbia iniziato ad avere il timore che tu potessi vedermi con i miei occhi, questa paura infondata mi ha paralizzato. Questo mio essere paralizzata mi ha portata ad allontanarti sempre più, senza alcun motivo apparente io e te eravamo passati dall'essere una cosa sola all'essere due sconosciuti. Questa situazione mi ha distrutto più di qualsiasi altra cosa, mi ha annientata perché, infondo, io sono così, cerco di auto sabotarmi quando tutto sembra andarmi bene.
Ora che fare? Non mi resta che dedicarti qualche testo qua e là; non mi resta che piangere guardando le nostre foto che restano sempre così, mi sono sempre piaciute per questo, perché nonostante tutto cambi da un momento all'altro loro racchiuderanno sempre tutte le emozioni e le sensazioni che hai provato quando sono state scattate.
Maledetta me, maledetta nostalgia, maledetti noi.
Questa va a te che mi hai insegnato l'arte di essere fragili e amati...