15. Peccato che sia un Potter

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Giugno 1999

Hogwarts, Sala Grande

mattina.

- Hermione Jean, Granger.

Un forte applauso rimbombò nella Sala. Mentre Hermione stringeva la mano della professoressa McGranitt e ritirava il suo diploma di M.A.G.O. un fischio acuto tagliò l'aria. Si voltò sorridente notando tutta la famiglia Wealsey e Harry in piedi ad applaudirla. Perfino Ron le sorrideva.

Arrossì per quella dimostrazione di affetto, mostrò la sua pergamena con orgoglio sorridendo a quella chiassosa famiglia che aveva imparato a considerare come propria, poi si voltò verso il lungo tavolo dei professori e iniziò a stringere le mani di tutti.

Ognuno di loro si complimentò per il suo successo negli studi, tutti le offrirono credenziali per qualsiasi carriera desiderasse intraprendere.

Quando arrivò all'altezza di Severus, che per l'occasione aveva preso posto al centro del tavolo come Preside, restò qualche secondo più del necessario.

Gli strinse la mano e gli sorrise.

Da quando aveva bussato alla sua porta a Gennaio, le cose erano decisamente cambiate. Avevano parlato tutto il pomeriggio e tutta la notte.

Avevano confrontato i rispettivi ricordi e sensazioni.

Alla fine si erano baciati. Nel salotto della sua casa, sul divano color crema.

Dal divano al letto il passo era stato breve e del tutto naturale.

Avevano iniziato a frequentarsi. Senza promesse di amore eterno, senza stucchevoli parole dolci, senza pensare al futuro, senza pensare troppo al passato.

Vivendo solo nel presente. Vivendo in ogni bacio, in ogni carezza, in ogni notte di passione.

Era bello. Un bel sogno.

Ma Hermione sapeva che ogni sogno ha una fine e lo vide quella mattina, mentre gli stringeva la mano. Ormai da donna libera, senza più il vincolo della scuola, con il suo diploma stretto nell'altra mano.

Vide quello sguardo cupo, pensieroso mentre lui ricambiava il saluto e le faceva le congratulazioni. Era freddo, distaccato.

Hermione capì che voleva lasciarla.

* * * *

Giugno 1999

Villaggio di Hogsmeade, casa di Minerva

primo pomeriggio

Severus entrò in casa aspettandosi il chiasso tipico della famiglia Weasley. Ormai vi era abituato, da quando lui ed Hermione avevano iniziato a frequentarsi i Weasley ne erano stati messi al corrente, così come Minerva. Hermione non voleva segreti e lui non si era ribellato, condannando così le sue Domeniche ai pranzi interminabili alla Tana, alle chiacchiere con Arthur sui Babbani e alle sue domande sull'utilizzo di un televisore o un citofono. Senza dimenticare i sorrisini maliziosi di Minerva.

Si aspettava una casa piena di teste rosse sorridenti.

Invece era silenziosa e calma.

Sembrava la calma che preannunciava la tempesta.

Hermione sedeva sul divano, sembrava aspettarlo, calma e pacata con le mani in grembo.

Ormai donna, non più solo una studentessa, libera di vivere una vita vera, intensa e ricca d'amore.

Eligis tuum iter (scegli ciò che desideri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora