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Mentre dico mentalmente addio a mia madre con il suo corpo senza vita fra le braccia sento nuovamente il rumore di passi che mi ha spaventato prima. Ora basta.

Mi alzo in piedi ed estraggo la mia amata spada laser: la spada laser è un vero e proprio gioiello per un Jedi, l'arma per eccellenza; Forza esclusa, ovviamente. È una potente arma per i combattimenti corpo a corpo, ma grazie alla psicocinesi è possibile utilizzarla per colpire anche un corpo a distanza; è un tubo metallico di circa trenta centimetri, ma il cuore della spada è il cristallo kyber, con il quale ci viene insegnato fin da piccoli di entrare in sintonia: per questo motivo la spada si spegne se il possessore perde il contatto fisico con essa. Premendo il pulsante di attivazione, emerge un fascio di plasma di un metro, che forma la vera e propria spada.

È nel momento in cui i passi si fanno più vicini e insistenti che sprigiono la forte luce blu della mia spada, per poi voltarmi: mi trovo di fronte uno sconosciuto, del quale posso però identificare immediatamente la provenienza.

È un Dathomiriano, abitante di Dathomir, con ascendenza zabrak, che però mostra con aggressività la sua spada laser. Potrei confonderlo per un Jedi, ma quando vedo che il cristallo della sua arma emana un'accecante luce rosso sangue mi devo correggere: dev'essere un Sith. Non ne avevo mai incontrato uno, anche se nella storia dei Jedi sono piuttosto noti come gli antagonisti. Potrei definire i Sith come Jedi, quindi individui sensibili alla Forza; la differenza è che utilizzano il Lato Oscuro della Forza, dando pienamente sfogo alle emozioni negative quali odio, gelosia, rabbia e paura per aumentare notevolmente il loro potere. Potere con il quale intendono dominare la Galassia e piegarla al loro volere. Stando a quanto sostiene il Consiglio, sembrerebbero essere proprio i Sith a controllare l'esercito di Droidi che sta pian piano conquistando territori vasti, lo stesso che ha costretto Padmé a scappare e..che ha ucciso mia madre senza alcuna pietà.

Ed ora sento una forte rabbia incontrollabile prendere il sopravvento, rabbia che sfocia in un combattimento con quest'ultimo.

Le nostre spade laser si intrecciano e scontrano ripetutamente in un'armonia tra il colore rosso della sua spada e il blu della mia. La stanchezza della lotta inizia a farsi sentire dopo poco, ma non ho intenzione di mollare e farlo vincere. Capisco di avere la meglio quando si ritrova di spalle davanti a me, con la mia spada laser pericolosamente vicina alla gola: cinque millimetri più vicina ed è morto.

Tra un respiro affannato e l'altro provo a farlo parlare.
-Dimmi chi sei, Sith!- ma non sembra intenzionato a rispondere. -O giuro che non vedrai la luce del nuovo giorno!- continuo, sperando di intimorirlo.
-No, no!- finalmente -Io sono solo un allievo, non sono il capo!-
Allento leggermente la presa senza lasciarlo allontanare eccessivamente, solo per guardarlo in faccia.
-Ti ho detto di dirmi chi sei.- scandisco bene le mie parole.
-Il mio nome è Darth Maul.-
-Hai ucciso mia madre?- non risponde, ed è allora che capisco la risposta. -Io ti uccido!-

Mi avvicino per infliggergli il colpo fatale con la mia spada, ma una voce alle mie spalle mi costringe a fermarmi.

-Anakin! Fermo, ci serve vivo!- Obi-wan. Maledizione. Roteo gli occhi.
-Ha ucciso mia madre Obi-wan. Non vivrà un secondo di più.- dico, con le lacrime che minacciano di uscire, senza voltarmi. Il mio amico si avvicina e mi scuote, inducendomi a guardarlo negli occhi.
-Controllo e razionalità. Lui potrebbe condurci al vero capo dei Sith, il vero responsabile di tutto questo. Mi dispiace per tua madre, ma da ora in poi bisogna agire con intelligenza, perché abbiamo finalmente qualcosa di utile.-
-E va bene Maestro. Giochiamo a modo tuo.- concludo, ma non senza mostrare rancore nei confronti della sua scelta. La scelta di lasciar vivere il carnefice di mia madre.
-Avanti, torniamo a Corruscant!- esclama Obi-Wan dandomi una pacca sulla spalla.
-Cosa?! E Padmé?-
-Padmé rimarrà ancora qui per un po', sarà al sicuro con i nuovi proprietari della casa. Mi sono occupato personalmente di tutto, non preoccuparti.-

La tristezza già occupava completamente il mio cuore, ma adesso è triplicata. Il sole sorge piano nel cielo e devo solo cercare di stare al passo. Puoi farcela Anakin: tu servi a Corruscant.

Il mio maestro sembra notare il mio essere totalmente sovrappensiero.
-Non ti preoccupare Ani, la puoi salutare. Passeremo un'ultima notte a Tatooine per assicurarci che tutto è sotto controllo.- dice mentre si sistema sul suo sguscio per tornare al punto di partenza. Io faccio lo stesso.
-Obi, mia madre è appena morta. Non sto così per Padmé.- l'insicurezza nelle mie parole, anche se non sono certo false.
-Mi dispiace Anakin.- aggiunge, per poi spedire a Naboo una navicella con a bordo il Sith catturato precedentemente.
-Non preoccuparti.- metto in moto e inizio a guidare, cercando di liberare la mente.

-Oh mio dio Anakin!- Padmé mi raggiunge correndo e mi stringe in un forte abbraccio, che ricambio. Le uniche braccia che posso sopportare dopo la morte di mia madre. Le uniche in grado di calmarmi la mente. -Come stai? Mi sono preoccupata così tanto.- continua. Non sa nulla, immagino.
-Padmé..- si intromette Obi-Wan. Gli occhi della ragazza si spostano velocemente tra me e lui, finché non capisce.
-La missione non è andata bene..- conclude, rimanendo accanto a me e stringendo forte la mia mano.

Mi rivolge uno sguardo che vuole dire "sono qui, andrà tutto bene".
E anche se non me le ha dette direttamente, io credo a queste parole e al suo sguardo.

Semplicemente perché aggrapparmi a qualcosa di rassicurante ora è l'unico modo per non uscire di testa.

Un'amore che viaggia per la galassiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora