Dopo un ora scesi giù. Sulle scale incontrai un uomo del mio equipaggio.
"Va a fare il turno di guardia per la notte?" chiesi educatamente mentre scendevo.
"Esatto, capitano" rispose guardandomi un po' perplesso.
Mi fermai. "Come mai mi guarda così?"
"Ecco vede, signore, pensavo che fosse in cabina".
"Pensava male allora" ribattei io non prestandogli attenzione. Volevo andare da Alain. Dovevo capire una cosa importante.
"No, capitano, ma avrei potuto giurare che c'era".
"E come fa a esserne così sicuro?" chiesi guardandolo.
L'uomo deglutì, improvvisamente a disagio. "Ehm... Vede, capitano... stavo passando davanti alla sua cabina per andare su in coperta, per fare il turno di guardia, quando ho sentito dei rumori. Rumore di passi. Da dentro la sua stanza. Per cui ho pensato che fosse lei, visto che è tardi ma sopratutto nessuno può entrare, almeno, non senza il suo consenso" balbettò quello incerto.
Vedendo che io non dicevo niente e lo osservavo e basta si affrettò a dire: "Spiacente signore. Cose dell'altro mondo. Mi sarò confuso. Con quello che succede di questi tempi..." E corse via, su per le scale, impaurito.
Questo piccolo scambio di battute mi aveva alquanto stupito. Pricipalmente per due motivi. Il primo: non credevo di far così paura al mio equipaggio, pur stando in silenzio e guardandolo. Ma gli occhi sono lo specchio dell'anima per cui avrà visto qualcosa che avrà scambiato per rabbia e frustrazione. Ma mi sa che era solo ansia e spavento.
Secondo: ero talmente abituato a pensare a me e Alain come se fossimo la stessa persona che non mi sembrava possibile che il mio compagno segreto potesse fare altro durante la giornata, ovvero quando non c'ero io.
Suppongo che avesse fatto un lieve rumore per una ragione o l'altra. Altrimenti sarebbe parso strano se non fosse accaduto nemmeno una volta. Eppure sembrava sempre sicuro di se, calmo, un tipo che non andava a sbattere contro qualcosa per sbaglio. Dietro mio suggerimento si nascondeva quasi per tutto il giorno - almeno così credevo. Quando arrivavo io lo trovavo sempre seduto tranquillo da qualche parte fermo immobile. Non avevo ancora capito come facesse a riconoscere i miei passi rispetto a quelli degli altri che passavano. Avrei dovuto chiederglielo.
Da quando era arrivato il capitano della Daphne, Murray, Alain era cambiato. Aveva un carattere diverso. Me ne ero accorto. Da quel momento assunse un atteggiamento grave, preoccupato.
Entrai in cabina. Alain era seduto sulla poltrona ad aspettarmi. Come sempre. La sua presenza era confortante. Mi rendeva tranquillo.
Lo osservai bene. Aveva un bel viso sereno, i capelli erano castani e il ciuffo li arrivava fino agli occhi conferendogli un aria misteriosa. Il mistero mi ha sempre affascinato. Il fisico snello ma muscoloso era coperto dal pigiama.
"Non vorresti cambiarti d'abito?" chiesi.
"No sto bene così, grazie" rispose Alain. "Mi piace questo pigiama è comodo".
"Mi fa piacere". Mi buttai sul letto a peso morto, la faccia spiaccicata sul cuscino. "Un mio uomo ha sentito dei rumori provenienti dalla cabina".
"Scusami, non ho fatto apposta".
"Tranquillo. Non ti sto accusando" dissi girandomi. "Che cos'era? Il rumore intendo".
"Un libro che stava nello scaffale più alto della tua libreria. Non ci arrivavavo e ho saltato un paio di volte e l'ho preso" rispose Alain irrigidendosi. Non mi stava mentendo anche se il comportamento diceva l'opposto.
Sorrisi e feci una piccola risata. "E non potevi prenderne uno più in basso?"
"No volevo quello".
"Che complicato che sei" mormorai sorridendo.
Alain si strinse nelle spalle. "Me lo dico in molti".
Scoppiammo a ridere, io sul letto lui sulla poltrona. Poi ci fu silenzio. Mi piaceva il silenzio, ti faceva riflettere sul discorso appena fatto e leggere tra le righe. Solo che con Alain non c'era niente da leggere: lui diceva le cose come stanno. Io per arrivarci percorrevo mille chilometri e poi arrivavo a destinazione.
"Come fai a riconoscere i mie passi quando sto per entrare?" gli chiesi all'improvviso.
"I tuoi passi sono affrettati rispetto a quelli degli altri che sono svogliati e stanchi" mi rispose Alain. "Come se volessi arrivare da qualche parte il più velocemente possibile. Come se non volessi farti sfuggire nemmeno un attimo con quella cosa o persona".
Io annuii in silenzio. Sentivo che stava per dire altro.
Infatti aggiunse: "A chi è o a che cosa corri incontro?"
Lo guardai intensamente. Niente giri di parole. "A te".
Mi sorrise timido e mi abbracciò.
Mi aggrappai a lui come se fosse la mia ancora.
***
Angolo Autrice
Eccoci al capitolo 9! Vi è piaciuto? Secondo voi cosa succederà nel prossimo?
Libro consigliato: La Casa Sul Mare Celeste di TJ Klune, genere fantasy/narrativa/storia d'amore gay. Linus Baker è un assistente sociale. Il suo compito è assicurarsi che i bambini dotati di poteri magici, cresciuti in appositi istituti in modo da proteggere quelli "normali", siano ben accuditi. Viene convocato nell'ufficio della Suprema Dirigenza. È stato scelto per un compito inconsueto e top secret: dovrà recarsi su un'isola remota e stabilire se l'orfanotrofio diretto da un certo Arthur Parnassus abbia i requisiti per rimanere aperto. Passerà molto tempo con loro affezzionandosi tantissimo. Lo conoscete? L'avete letto?
In più volevo farvi vedere come secondo me sarebbero Alain e il Capitano.
Questo è Andrea Arru, il protagonista maschile di Di4ri che secondo me ci sta benissimo! Secondo voi? Avevate pensato a qualche altro attore? Magari anche due diversi.
Alla prossima
Cami❤️🥰
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RomanceDal testo: "Buttai la sigaretta finita in mare. Lo sguardo mi cadde verso l'acqua. C'era qualcosa. Una massa informe galleggiava a pelo dell'acqua. Era bianca. Aguzzai la vista e mi sporsi un po' oltre il parapetto per vedere meglio. La luce della...