In silenzio scendemmo fino in cabina, ognuno perso nei suoi pensieri. Personalmente non avevo voglia di parlare. Ero troppo confuso. Non mi sarei aspettato che Alain avrebbe voluto abbandonarmi ora e preferire un'isola dispersa a me.
Spalancai la porta della mia cabina ed entrai seguito di Alain che la chiuse lentamente.
Senza parlare pescai delle carte geografiche da una grossa cesta che si trovava vicino al tavolo. La srotolai lungo di esso.
"Scusami" disse a un certo punto Alain mentre io cercavo qualche peso per tenere fermo la carta geografica di dove ci trovavamo, in modo tale che non si arrotolasse su se stessa all'improvviso.
Alzai il capo immobilizzandomi. "Per cosa?" Me l'aveva già detto molte volte scusa, però detto così solo quella piccola parola, in un silenzio opprimente, senza nessuna spiegazione, mi stupii assai.
"Per il dispiacere che ti ho arrecato e per aver rovinato la nostra fantastica serata al chiaro di luna" rispose. Scossi il capo con noncuranza. "Non ti sei offeso?" Mi chiese timoroso lanciandomi un'occhiata.
"Se mi sono offeso?" ripetei puntando i miei occhi nei suoi. "Certo che mi sono offeso, anche se più che altro ci sono rimasto male perché tu hai preferito un'isola dispersa a me. Hai preferito stare da solo che con una persona che ti ama con tutto il cuore, nonostante di conosce da poco tempo e che non lo ha mai aperto ha nessuno per paura di quello che sarebbe potuto accedere alla fine perché è la stessa cosa che è successa ai miei genitori. Una persona che avrebbe voluto stare con te una volta arrivati sulla terra ferma. Una persona che non ha mai amato nessuno e che ora si ritroverà a soffrire per amore. E la cosa più frustante..." deglutii, gli occhi che mi si riempivano di lacrime. "La cosa più frustante è che non riesco a capire il perché anche se tu, in un certo senso, me l'hai detto. Ma non me l'hai spiegato bene come si dovrebbe fare con le cose importati. Perché questa per me è la cosa più importante di tutte. Tu sei la cosa più importante di tutte".
Presi fiato cercando di calmare il mio respiro. Avevo messo più enfasi di quando sperassi. Gli occhi mi bruciavano, ma io non volevo far scendere altre lacrime per una causa persa. Perché Alain lo stava diventando. Per quando cercassi di convincerlo a restare lui aveva una motivazione buonissima privata - non me l'avrebbe mai detta - che lo faceva andare via.
"Per quanto può valere e anche se continuo a ripeterlo" fece lui chinando il capo "mi dispiace tantissimo. Ma ho preso la mia scelta e non cambierò idea".
Lo abbracciai. "Non voglio dirti addio se questo vuol dire per sempre" dissi con voce soffocata nella sua spalla. Scoppiai a piangere. Non riuscivo più a trattenere le lacrime. Erano come se una diga si fosse rotta e tutta l'acqua che c'era al suo interno uscisse irruente e triste.
"Neanche io, Michel" sussurrò Alain.
Una volta che mi fui ripreso dissi: "Cerchiamo quest'Isola Misteriosa".
Al si avvicinò al tavolo e si chinò sulla cartina. Avevo posizionato una barchetta di legno sul punto in cui trovavamo in quel momento per vedere cosa c'era nelle vicinanze.
Non gli spiegai niente. Sapeva benissimo come funzionava una cartina e tutto il resto visto che era stato il primo ufficiale della Daphne, la nave di Murray. Non si era più fatto vedere. Forse perché aveva presupposto che Alain fosse morto definitivamente, visto che non c'erano altre navi e fare due chilometri a nuoto era impossibile per un essere umano normale. Solo che lui non lo era. Lui era speciale. Era armato da una forza di volontà così grossa che era riuscito ad arrivare fino ad una nave, la mia.
Per mia enorme sfortuna non ci impiegammo molto a trovare un isola adatta.
"Questa" dissi puntando il dito sulla prescelta.
"Come fai a sapere che è quella?" mi chiese guardandomi non molto sicuro. Era piccola che non catturava nell'occhio.
"Perché è l'unica che si trovi sulla nostra rotta e non possiamo deviare più di tanto perché, primo: il mio equipaggio farebbe domande e secondo: siamo già in ritardo sulla tabella di marcia" spiegai deciso, con un tono di voce un po' duro forse. Mi bruciava ancora che se ne volesse andare nonostante avessimo chiarito.
"Come si chiama?" mi chiese curioso.
"Koh-ring" risposi. "Domani dirò al mio primo ufficiale di deviare verso quest'isola così tu potrai fuggire".
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Angolo AutriceHeyyy come statee??
Vi sta piacendo la storia??
Il nome dell'isola non è di mia immaginazione, questo l'ho preso dal libro a cui la storia è ispirata perché non me ne venivano altri😅
Libro consigliato: La Vendetta degli Dei di Hannah Lynn, genere fantasy mitologico. Il libro racconta la storia di Clitemnestra, tutto quello che è successo mentre il marito, Agamennone, era via in guerra. Quando tornò lo uccise con l'aiuto dell'amante; senza conoscere fino in fondo le sofferenze a cui è stata sottoposta fin dalla giovane età. Una donna che ha dovuto sopportare l'omicidio del precedente marito e del figlio uccisi brutalmente, l'assassinio della figlia Ifigenia sacrificata con l'inganno agli dei dal padre. Lo conoscete? L'avete letto?
Alla prossima
Cami❤️🥰
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RomanceDal testo: "Buttai la sigaretta finita in mare. Lo sguardo mi cadde verso l'acqua. C'era qualcosa. Una massa informe galleggiava a pelo dell'acqua. Era bianca. Aguzzai la vista e mi sporsi un po' oltre il parapetto per vedere meglio. La luce della...