Bakugou Katsuki xfemreader (3)

445 22 0
                                    

La musica esplodeva per la discoteca, innietando nelle vene dei miei compagni adrenalina.
Non posso dire che non abbia fatto lo stesso effetto a me, ma avevo un nome da portare avanti.
Nonostante le minacce di mia madre se non mi fossi divertito andai a sedermi in un divanetto, osservando i miei compagni che correvano verso la pista da ballo.

Ma ovviamente la dea bendata non era dalla mia parte.
Infatti Kirishima venne e mi trascinò a forza verso il bancone del bar, ordinando due birre.
Il cameriere ci osservò attentamente, per poi arrendersi e darci due calici enormi.
"Ecco a voi ragazzi."

Presi un bel sorso, assaporando per bene il gusto del alcool scendere lungo la mia gola, pizzicandomi dopo il naso.
"Bro, non puoi rimanere seduto. Non in questo posto. Quindi adesso vai e balli con gli altri."
"Tsk, vai a farti fottere, idiota."

Ma nonostante tutto, ci andai lo stesso.
Camminavo in mezzo alle persone, evitando di essere colpito.
Ignorai le diverse ragazze vestite con pezzi di stoffa intorno alle zone intime che cercavano di ballare con me.

Finché non vidi lei.
Con indosso un top bianco che le copriva metà della pancia e metteva in risalto il suo fisico ai miei occhi perfetto e dei jeans strappati in varie parti, delle air force bianche e blu ai piedi.
Ballava a ritmo della musica, i capelli c/c che si muovevano sinuosi sulla sua schiena e gli occhi chiusi cercando di entrare nel vivo della serata.

Era diversa.
Diversa da tutte le altre ragazze presenti in quella discoteca in riva al mare.
Non so in cosa era diversa.
Lo sentivo solamente.

Poggiai il calice ormai vuoto su un tavolino, per poi camminare verso di lei.
Mi posizionai dietro di lei, poggiando delicatamente le mani sui suoi fianchi.
A quel contatto la ragazza sorrise, poggiando a sua volta le mani sulle mie, continuando a ballare.
E contagiando lentamente anche me.
Passava le mani sui lati del suo corpo, per poi alzarle e passarle sulla mia testa, riscendendo e fermandole sulle mie mani.
Involontariamente sorrisi tutto il tempo, vedendola sorridere e ballare senza paura circondata da tutti quei ragazzi arrapati.

Vedevo qualche adulto e qualche ragazzo guardarla in modo sporco ai miei occhi, e ogni volta li guardavo negli occhi e stringendo la presa sui suoi fianchi, mandando un chiaro segnale.

Lei è mia.

"Possessivo o geloso?"
La sua voce si sentiva a malapena a causa della musica, ma le mie orecchie sentirono perfettamente quella melodia.
Passai il naso sul suo orecchio, per poi sussurarci sopra.
"Entrambi."
"Interessante..."
Continuava a sorridere, poggiando la testa sul mio petto e tenendo sempre gli occhi chiusi.
"Perché non apri gli occhi e vedi chi sono, nanetta?"

E si, era proprio bassa, c'era da dirlo.
Ma a me non importava.

A quella frase rise, un suono pulito e delicato, ma fece comunque quello che le dissi.
I suoi occhi c/o mi guardavano intensamente dal basso, esplorando i miei come se fossero un quadro di Picasso.

Si girò completamente verso di me, allacciando le braccia al mio collo e continuando a muovere i fianchi a ritmo della musica elettro.

"Quindi è questo il volto del mio compagno di ballo..."
Non smise un secondo di sorridere, prendendo le mie mani ballando insieme a me.

Di tanto in tanto la facevo girare e lei a quei gesti rideva sempre, come se fosse una bambina.
Mi riavvicinai al suo orecchio, circondando i fianchi con le mie braccia.
"Andiamo via."
La sentì sorridere, per poi parlare anche lei.
"Hai sbagliato persona con cui scopare mio caro."
"Anche tu mia cara. Non sono quel tipo di ragazzo."

Le presi la mano, andando verso l'esterno.

L'aria marina ci colpì il viso in pieno, la musica ridusse il volume appena la porta si chiuse alle nostre spalle.

La sentì ridere ancora, la schiena poggiata al muro del locale mentre cercava di riprendere fiato come se avesse corso una maratona.

Mi avvicinai a lei, guardandola negli occhi dall'alto mentre non smetteva di sorridere.

"Andiamo a prendere un gelato?"
La presi per mano, trascinandola verso la gelateria.
"Bakugou Katsuki."
"T/n T/c."

T/n...

Un nome degno di un angelo, a detta mia.

Appena arrivammo ordinammo subito, sedendoci poi in riva al mare.

Parlammo di ogni cosa, dalla nostra infanzia ai nostri gusti preferiti di musica.

La stuzzicavo spesso, ma lei non era da meno.
Aveva sempre la battuta pronta, mai né troppo maleducata né troppo dolce.
Una ragazza che sapeva il fatto suo, che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno.
Ecco cosa ho capito di lei.

La ragazza che, inconsciamente, cercavo.
Una ragazza degna di stare al mio fianco.

Camminammo per tutta la notte in giro per la città, ridendo sempre.

Appena arrivò l'alba tornammo sulla spiaggia.
Guardavamo il mare in silenzio, lei con gli occhi chiusi e io che le osservavo il viso.

Scoppiò a ridere all'improvviso, coricandosi sulla sabbia.
"Perché ridi, scema?"
"È questo l'effetto che mi fa la gente quando mi fissa, scusa."
Mi guardava negli occhi mordendosi il labbro inferiore, cercando di non ridere ancora.

Ma scatenando qualcosa in me.
Tant'è che poggiai le mani ai lati del suo viso, prendendole il labbro con i denti.
A quel gesto socchiuse gli occhi, non distogliendo mai il contatto visivo.

Glielo lasciai poco dopo, non muovendomi dalla posizione.

Rimanemmo in silenzio per quasi dieci minuti, osservando gli occhi dell'altro.

E lei non arrossì mai.
È una dura, e a me piace.

Poggiai la fronte sulla sua, chiudendo gli occhi.
"Che ti prende?"
"Mi piaci..."
Ridacchiò, passando una mano sui miei capelli.
"Mi conosci da quanto, 5 ore? E già ti piaccio?"
"Cazzo, si."
Rise, per poi leccarmi il mento.
Aprì gli occhi, guardandola cercando di intimorirla per vedere la sua reazione.
"Provaci dinuovo, se hai coraggio."

Lo rifece.
Solo che stavolta gliela presi, delicatamente, con i denti.
Aprì un pò di più gli occhi, sorridendo sempre.

E finalmente potei assaggiare le sue labbra.
Non c'era né desiderio né lussuria.
Era delicato ma forte allo stesso tempo, ma non era volgare.
Poggiò una mano sulla mia guancia, ricambiando subito.
Mi posizionai meglio, poggiando una mano al lato della sua testa e una le prese una coscia, alzandogliela leggermente.
Si staccò piano, rimanendo a qualche centimetro dalle mie labbra e respirando con la bocca.
Aprii gli occhi, vedendola guardarmi felice.
Le mollai la coscia, accarezzandole il viso e scostandole una ciocca di capelli.
"Dio, mi manderai fuori di testa."
"Perché, non l'hai fatto già tu con me?"

Forse la dea bendata era davvero dalla mia parte.

Angolo Autrice
Dico solo che ho sentito le farfalle nello stomaco mentre lo scrivevo.
Spero vi piaccia 💞

𝗕𝗼𝘆𝘀 𝘅 𝗥𝗲𝗮𝗱𝗲𝗿|| 𝖮𝗇𝖾𝗌𝗁𝗈𝗍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora