Capitolo 5

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Gabi

"Sta nascondendo qualcosa" Lancio la pallina di gomma che ho in mano e la riprendo prima che mi cada in faccia, dato che sono sdraiato di schiena sul letto.

"Lo dici da quando l'hai conosciuto" Riccardo piega la divisa da calcio appena lavata per infilarla nel borsone, già pronto per domani.

"Perché è così! Me lo sento!"

"È solo un ragazzo del primo anno. Che segreto vuoi che nasconda?" Si butta sul letto accanto a me e mi toglie la pallina dalle mani, iniziando a giocarci.

"Non ne ho idea. Però voglio scoprirlo."

"Secondo me sei solo paranoico"

"Hai visto come si è comportato nella partita contro l'Età dell'oro. Ha fatto di tutto per infastidirmi."  

"E non ti è venuto in mente che magari è stanco dei tuoi continui attacchi e lo ha fatto per zittirti?" Mi giro verso il mio migliore amico, scettico.

"Aitor nasconde qualcosa. Ne sono sicuro. E scoprirò cos'è"

"Il fatto che abbia un segreto può anche essere vero. Ma tu sei sicuro che riguardi la squadra? Potrebbe anche essere qualcosa di personale. Perché dovrebbe venire a dircelo?"

"Si comporta in modo strano, Riccardo. Sembra Victor appena entrato alla Raimon, solo più discreto."

"Stai dicendo che è un imperiale?" Alzo le spalle. "Okay, ora viaggi con la fantasia."

"Non mi credi nemmeno tu." 

"Il fatto è che ti sei creato un castello solo perché ha un gioco un po' più duro del nostro. Gioca molto bene, le sue abilità sono strabilianti e ha già una tecnica speciale tutta sua." 

"Appunto! Non ti sembra strano? Un ragazzino del primo anno è già così bravo, come se avesse ricevuto insegnamenti da qualcuno di speciale. Qualcuno davvero bravo a giocare a calcio."

"E tu pensi che abbia ricevuto l'allenamento degli imperiali?"

"È l'unica cosa che mi viene in mente."

"Non lo so, Gabi. Secondo me stai sbagliando." Quando vede che non rispondo, recupera il telefono e legge la notifica che compare sullo schermo. "Michael ci sta aspettando al bar in fondo alla strada. Andiamo"

Annuisco e entrambi usciamo di casa, raggiungendo il celestino. Con lui ci sono anche Adé e Eugene, intenti a litigare.

"Che succede?" Faccio un cenno verso i due e Michael sbuffa.

"Stanno litigando per uno stupido gelato. Adé ha fatto cadere quello di Eugene e lui si è arrabbiato."

Alzo gli occhi al cielo, prendendo posto tra Mike e Riccardo.

Parliamo un po' di scuola e poi l'argomento si sposta sul club di calcio e la partita di domani.

"Dobbiamo vincere, per forza. Solo noi possiamo fermare il Quinto Settore."

"Vinceremo, Adé. Ne sono sicuro." 

"Ma Riccardo, l'Accademia Militare Mare Lunare è fortissima! L'anno scorso è riuscita a giocare molto bene durante il cammino imperiale." Mi giro verso di lui, con gli occhi sbarrati.

"Lo so, ma lo siamo anche noi." 

Gli altri annuiscono alle parole del capitano, poi la mia attenzione viene attirata da altro.

In lontananza, due figure camminano verso il bar ed entrano, non notandoci.

Riccardo e gli altri seguono il mio sguardo, soffermandosi sui due ragazzi che stanno prendendo il gelato. 

"Dio Gabi, hai il radar." Riccardo ride, continuando a tenere lo sguardo oltre le porte di vetro del locale.

Quando i due escono, Adé richiama la loro attenzione scuotendo un braccio.

Aitor e Fede si avvicinano a noi, il primo infastidito e la seconda sorridendo.

"Ciao ragazzi!" Lei agguanta due sedie e le unisce al nostro tavolino.

"Che avete preso?" Eugene si sporge per osservare i due gelati.

"Io fragola, lui liquirizia." Poi si gira verso il turchese. "Ora che ci penso, da piccoli lo prendevi sempre. I tuoi gusti non sono cambiati" 

Lui si limita ad alzare le spalle, e mettere in bocca un po' di gelato con la paletta.

"Sei diventato muto?" Incrocio le braccia, alzando il mento in un gesto di sprezzo.

"E tu hai finalmente ritrovato il tuo cervello?"

"Aitor!" La ragazza al suo fianco gli da uno schiaffo sulla nuca, mentre gli altri ridono.

"Che c'è? È lui che non fa altro che insultarmi e insinuare cose sbagliate dalla mattina alla sera!" Poi si alza, va a buttare la coppetta di cartone nel cestino e torna al tavolo, afferrando il suo zaino e rivolgendoci nuovamente le spalle.

"Se magari dimostrassi che di te ci si può fidare, potrei smetterla" Ribatto seccato.

"Tsk. Perché dovrei dimostrarti qualcosa?" Stringo i pugni. Il suo atteggiamento è sbagliato. Tutto ciò che fa è sbagliato. E poi dicono che io esagero: non è vero. È lui il problema!

"Okay ragazzi. Basta così." Riccardo mi poggia una mano sulla spalla, fermando il nostro piccolo litigio. Giro la testa di lato, spostando lo sguardo e rilasciando un piccolo sbuffo.

"Io me ne vado. Ormai Jo sarà rientrato." Fede annuisce, lasciando una carezza sul braccio del turchese, e lui si allontana a testa bassa.

Subito dopo, tutti gli occhi sono puntati su di me.

"Che c'è?"

"Devi proprio trattarlo così? Non ti sta simpatico, ed è chiaro a tutti questo. Ma non è un buon motivo per fare lo stronzo" Eugene mi guarda da sotto i suoi enormi occhiali e, a giudicare dalle espressioni degli altri, sono tutti d'accordo con lui.

"Quando voi capirete che nasconde qualcosa, finalmente avrò la mia rivincita."

"Aitor è una brava persona. Si, forse è arrogante, a volte egoista e antipatico. Ma non è cattivo. E se non riesci a vederlo, quello ad avere problemi sei tu, non lui." Fede si alza e corre dietro al turchese.

"Stai esagerando, Gabi. Avere dei sospetti è lecito, ma fin quando restano tali, non hai il diritto di trattarlo in questo modo. Devi scusarti."

"Me ne vado. Domani c'è la partita contro la Mare Lunare." Riccardo scuote la testa, ma per fortuna non aggiunge più nulla. Mi alzo, sistemo la sedia e poi mi incammino verso il lato opposto rispetto al turchese.

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