Capitolo 23

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Aitor

Giro la manopola dell'acqua, do un'ultima scrollata ai capelli ed esco dal box doccia. Agguanto un asciugamano e me lo giro intorno alla vita, poi raccolgo i miei vestiti ed esco dal cubicolo della doccia, fermandomi non appena noto Gabi seduto sulla panca: ha la caviglia destra poggiata sul ginocchio sinistro, il gomito destro piegato sulla gamba e mantiene il peso della testa sul pugno della mano destra. Nella mano sinistra, invece, tiene il proprio telefonino, scorrendo con il pollice sullo schermo con un'aria annoiata.

"Che ci fai qui?"

Sobbalza al suono della mia voce, la gamba gli cede e il telefonino gli cade a terra. Ma lui non sembra preoccuparsene.

La sua attenzione è rivolta a me, completamente.

Riconosco uno sguardo desideroso, quando c'è l'ho davanti. E gli occhi di Gabi che mi percorrono il petto, su cui piccole goccioline d'acqua, residuo della doccia, si stanno ancora rincorrendo, sono assolutamente degli occhi pieni di desiderio.

Dato che sono compiaciuto, e anche un po' stronzo, faccio tutto ciò che posso per non fargli spostare lo sguardo. E quando noto che dai miei capelli, ancora gremiti d'acqua, una goccia sta per scivolare, muovo leggermente la testa, per dare la giusta spinta alla perla d'acqua, che si infrange sul mio petto e inizia la discesa che gira intorno al capezzolo e scivola sotto l'asciugamano.

Lo so, perché la sento.

Lo so, perché sento gli occhi di Gabi che la seguono con lo sguardo. 

E quando risale con lo sguardo e incrocia il mio, sembra quasi che voglia seguirne lo stesso percorso con la lingua. Quasi, però.

Perché appena faccio un passo in avanti, lui si alza in piedi e esce dallo spogliatoio, non prima di aver farfugliato un "vestiti, ti aspetto fuori".

Tsk, codardo.

Sbuffo infastidito. Infastidito da cosa, poi? So benissimo che mi piacciono i ragazzi, ma non lui. In nessun universo possibile potrebbe mai piacermi Gabi.

E poi, anche se per qualche assurdo motivo dovessi prendermi una cotta per lui (ripeto: cosa assolutamente improbabile), è impossibile che io piaccia a lui. Io non piaccio a nessuno.

E poi chi me lo dice che gli piacciono i ragazzi? A parte il suo comportamento da innamorato perso nei confronti di Riccardo, non ho mai capito realmente chi gli piacesse. E so che per quanto sembra davvero stare sotto a Riccardo, tra i due c'è solo affetto fraterno. Solo che Gabi è un po' sottone, per questa amicizia. E il solo fatto che prima mi guardava in quel modo non lo etichetta istantaneamente come 'gay'.

Mi vesto, cercando di non pensare alla sensazione che provavo ad avere lo sguardo del rosa su di me. Era invadente, fastidioso e assolutamente... Fantastico. Lo ammetto: mi piaceva un sacco. Sapere che era me che guardava in quel modo, in un certo senso mi fa sentire bene. 

Esco dagli spogliatoi, trovandolo appoggiato al muro, con il telefono accanto all'orecchio.

"No, ti ho detto che..." Non riesce a finire la frase che il suo interlocutore lo interrompe, facendogli assumere una faccia preoccupata. Sospira, poi riprende a parlare. "Non credo che funzionerà"

La risposta che gli danno non deve piacergli molto, perché alza gli occhi al cielo.

"Senti, ne parliamo domani, va bene?" Si ferma un minuto, forse per spettare la risposta. "Si, sono libero la sera"

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