Capitolo 35

241 15 10
                                    

Aitor

Un'altra settimana è volata e noi siamo tutti negli spogliatoi, con lo sguardo su mister Sharp. Non vedo l'ora che finisca il suo discorso, sono sudato e voglio assolutamente farmi una doccia.

La partita contro l'istituto miraggio è finita, siamo riusciti a vincere ma siamo tutti distrutti. È stata molto complicata e sono felice che alla fine Wanli sia riuscito a fermare il tiro fantasma del suo ex amico.

Guardo verso JP, che sta osservando le sue mani. Negli ultimi minuti della partita, Sharp lo ha messo in porta e, quando l'ho visto, ero scettico. Ma se l'è cavata, anche se all'inizio si era dimenticato di poter usare le mani.

Finalmente, il mister conclude il suo discorso e io posso alzarmi e andare verso le docce.

«Aitor»

Ah già. Mi ero dimenticato di lui. Cioè, quasi dimenticato.

Gli lancio uno sguardo. Okay, non lo avevo dimenticato affatto.

Però sto cercando di farlo. Certo, è molto difficile. Soprattutto perché lo vedo ogni giorno.

«Aspetta, dai» continua, e si alza per seguirmi. In fretta, mi infilo in uno dei box doccia, aprendo l'acqua e lasciandolo fuori. Appoggio l'asciugamani sul bordo della porta e mi lavo, cercando di fare in fretta. Voglio andarmene da qui.

Quando finisco, avvolgo l'asciugamani intorno alla vita e apro di poco la porta, controllando che lui non sia più lì fuori. Quando me ne assicuro, esco e raggiungo il mio borsone, vestendomi in fretta. Gabi non è neanche alle panche, quindi sicuramente anche lui è sotto la doccia.

«Aitor, che fai oggi? Noi stavamo pensando di andare a mangiare qualcosa insieme per festeggiare. Ti unisci?» Mi chiede Arion e io lo guardo.

Non ho nulla a fare, in realtà, ma non mi va di stare altro tempo nello stesso posto di Gabi, quindi scuoto la testa. «Devo aiutare mio padre»

Dico, il che è solo una mezza bugia. In questa settimana ho passato più tempo a casa, rispetto al solito e sono sicuro che se riesco a trovare il modo giusto, riuscirò a far fare pace ai miei genitori.

«Ultimamente non stai più con noi, se non per gli allenamenti o le partite. Quando ti vediamo in giro sei sempre e solo con Fede» Lucian mi guarda, mentre io finisco di chiudere il borsone. «Non è che ci stai evitando?»

Non lo guardo, al contrario poso lo sguardo sul corridoio che porta alle docce. Non voglio che Gabi esca prima che io riesca a uscire di qui.

«No, non lo sto facendo»

«Davvero?» Dice JP «Perché a me sembra che anche ora tu non veda l'ora di andartene da qui»

Sento una porta chiudersi e mi alzo all'istante. Ho solo pochi secondi.

«Ascoltate, non vi sto evitando. Sono solo molto impegnato. E adesso devo davvero, davvero andarmene»

Non faccio in tempo ad uscire, però, che una figura sbuca dal corridoio, ma rilascio un sospiro di sollievo quando vedo che è Riccardo. Salvo poi ricordarmi che è il suo migliore amico e che, come Fede, sta facendo di tutto per farci parlare.

Non gli lascio il tempo di dire nulla, però, che me ne esco dagli spogliatoi e raggiungo Fede. So che dovrò comunque affrontarli tutti nel pulman, ma quando arriveranno, io sarò già al mio posto con le cuffie nelle orecchie e potrò usare queste come scusa per non ascoltarli.

In più, oggi ho costretto Fede a sedersi accanto a me, perché so benissimo che se lei si fosse seduta accanto a Riccardo, Gabi avrebbe avuto la scusa perfetta per mettersi accanto a me.

Start of something new // RanmasaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora