Quattro: Ciao, Micio

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«Micio! Micio dove sei?»

Agito la ciotola con i croccantini di Micio, ma stranamente, di lui non c'è traccia. Di solito, non appena sente l'odore del suo cibo si fionda in salotto per mangiare, ma è da ieri sera che non so fa vedere.

Mia madre, che sta agitando uno dei giochini di Micio da ormai un'ora, ha già attraversato tutte e cinque le fasi dell'elaborazione del lutto, e se all'inizio pensavo fosse esagerata, dopo dodici ore senza di lui, anche una piccola parte di me sta cominciando a pensare al peggio.

Forse però, guardandola dal lato più razionale, Micio è probabilmente soltanto scappato; è già successo qualche volta, e alla fine, ha sempre fatto ritorno. Certo, è il probabile padre illegittimo di almeno venti gattini nel vicinato, ma non è questo il punto.

«Povero Micio...» si soffia il naso mamma, che ormai sta già organizzando il funerale.

«Mamma, non ti sembra di essere un po'... drammatica?» chiedo, aprendo la porta di ingresso.

«Io conosco il mio gatto, Nell, e ho una terribile sensazione» protesta, e io sospiro: dopo diciassette anni dovrei essere abituata alle stranezze di mia madre, e invece...

Non appena varchiamo la soglia, Dustin è al telefono e parla con uno strano tono di condiscendenza.

«Dusty, amore, sei sicuro che non sia in camera tua?» gli domanda mamma, ma lui le fa segno di aspettare.

«Grazie molte, sig. McCorkle. Grazie molte. Lei ci ha davvero salvato la vita. Grazie, fantastico. Grazie, d'accordo. Buona giornata. Arrivederci. Certo, anche a lei»

È la telefonata finta recitata peggio che abbia mai sentito, ma scelgo di rimanere in silenzio, cercando di capire cosa stia cercando di fare Dustin.

«Allora, buone notizie!» afferma poi, voltandosi verso di noi non appena chiude la chiamata.

«L'hanno trovato?» chiede speranzosa mamma.

«No. Ma l'hanno visto girare dalle parti di Loch Nora»

Qualcosa non torna: Micio è troppo pigro – e grasso – per farsi tutta quella strada. Tuttavia, decido di continuare a non dire niente.

«Poverino! Come è arrivato fin là?» la mamma continua a singhiozzare; non sono sicura che se fossi io quella persa da qualche parte piangerebbe così tanto.

«Non lo so. Si è perso, credo. Però lo cercheranno. Io e Nell restiamo qui in caso richiamassero, e tu li aiuti a cercarlo? Sì?» la rassicura, e lei si getta tra le sue braccia in cerca di conforto.

«Sì, vado» afferma decisa, prendendo la sua borsetta.

«Brava, vai. Ti voglio bene» le dice Dustin, prima che la mamma esca di casa.

Poi Dustin si volta verso di me, cambiando totalmente espressione.

«Nell tu mi devi aiutare» asserisce, e io aggrotto le sopracciglia.

«C'entra la lucertola, non è vero?» domando rassegnata. Mio fratello annuisce, e io mi devo mordere la lingua per non gridare un sonoro "te l'avevo detto!".

Comincia a camminare avanti e indietro, visibilmente nervoso.

«Dustin, qualsiasi cosa sia, puoi dirmelo. Non sarà mica che Dart si è mangiato Micio» ridacchio, scuotendo la testa per l'assurdità della cosa.

Dustin non ride, però.

A volte dovrei davvero imparare a tapparmi la bocca.

•°. *࿐

Out Of Touch - 𝘚𝘵𝘦𝘷𝘦 𝘏𝘢𝘳𝘳𝘪𝘯𝘨𝘵𝘰𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora